paleolitico

Un team di ricercatori provenienti da Cina, Australia, Francia, Spagna e Germania ha rivelato una cultura materiale avanzata nell'Asia orientale risalente a 45.000 anni fa. Il nuovo studio è stato pubblicato su Nature Ecology & Evolutio.
Un team di ricercatori provenienti da Cina, Australia, Francia, Spagna e Germania ha rivelato una cultura materiale avanzata nell'Asia orientale risalente a 45.000 anni fa. Il nuovo studio è stato pubblicato su Nature Ecology & Evolutio.

La scoperta di Shiyu rivela una cultura materiale avanzata nell'Asia orientale risalente a 45.000 anni fa.

22 Gennaio, 2024
Categorie:  Curiosità Estero Nuovi Ritrovamenti Scavi Preistoria
Tags:  asia   cina   shiyu   paleolitico   homo sapiens  

Un team di ricercatori provenienti da Cina, Australia, Francia, Spagna e Germania ha rivelato una cultura materiale avanzata nell’Asia orientale risalente a 45.000 anni fa. Il nuovo studio è stato pubblicato su Nature Ecology & Evolution. I ricercatori hanno esaminato una collezione archeologica precedentemente scavata nel sito di Shiyu, situato nella provincia di Shanxi. “Il nostro nuovo studio ha identificato un insieme archeologico dell’Iniziale Paleolitico Superiore dal sito di Shiyu nella Cina settentrionale risalente a 45.

La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell'avvento dell'agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al frequente consumo di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltivazione per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento del regime alimentare dovuto al passaggio da un'economia basata sulla caccia e raccolta a un'economia basata sui prodotti dell'agricoltura. Diverse carie e segni di altre malattie del cavo orale sono rilevabili nei denti superiori deiresti recuperati nella Grotte des Pigeons, a Taforalt, in Marocco. Il sito della Grotte des Pigeons "" già noto per la scoperta di antichissimi monili "" ospita anche la più antica necropoli conosciuta del Maghreb. Analizzando sistematicamente lo stato dei denti di 52 adulti vissuti tra i 15.000 e 13.700 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che oltre la metà (51.2 per cento) dei denti dei soggetti esaminati erano cariati, una percentuale paragonabile alle popolazioni industrializzate moderne con una dieta ricca di raffinati zuccheri e cereali trasformati.
La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell'avvento dell'agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al frequente consumo di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltivazione per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento del regime alimentare dovuto al passaggio da un'economia basata sulla caccia e raccolta a un'economia basata sui prodotti dell'agricoltura. Diverse carie e segni di altre malattie del cavo orale sono rilevabili nei denti superiori deiresti recuperati nella Grotte des Pigeons, a Taforalt, in Marocco. Il sito della Grotte des Pigeons "" già noto per la scoperta di antichissimi monili "" ospita anche la più antica necropoli conosciuta del Maghreb. Analizzando sistematicamente lo stato dei denti di 52 adulti vissuti tra i 15.000 e 13.700 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che oltre la metà (51.2 per cento) dei denti dei soggetti esaminati erano cariati, una percentuale paragonabile alle popolazioni industrializzate moderne con una dieta ricca di raffinati zuccheri e cereali trasformati.

La dura vita dei cacciatori-raccoglitori paleolitici: anche loro soffrivano di carie!

22 Gennaio, 2014
Categorie:  Curiosità Evoluzione Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  cacciatori-raccoglitori   carie   paleolitico   regime alimentare  

La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell’avvento dell’agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al consumo frequente di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltura per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento di regime alimentare dovuto al passaggio da un’economia basata su caccia e raccolta a una basata sui prodotti dell’agricoltura.

Una fornace romana e un elefante dell’età paleolitica sono stati scoperti nella comune di Bagnoregio, nella provincia di Viterbo, nelle locali di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è finita alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. Circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nella comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elefante dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali. Una scoperta a dir poco eccezionale: la terra ha conservato, oltretutto in buone condizioni, lo scheletro di un elefante per circa 750 mila anni. Durante gli scavi sono stati circoscritti tre quadranti: nel primo è stato rinvenuto l’epifisi; nel secondo la testa dell’omero e altre due costole; nel terzo i vertebre e tutto il processo spinale.
Una fornace romana e un elefante dell’età paleolitica sono stati scoperti nella comune di Bagnoregio, nella provincia di Viterbo, nelle locali di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è finita alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. Circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nella comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elefante dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali. Una scoperta a dir poco eccezionale: la terra ha conservato, oltretutto in buone condizioni, lo scheletro di un elefante per circa 750 mila anni. Durante gli scavi sono stati circoscritti tre quadranti: nel primo è stato rinvenuto l’epifisi; nel secondo la testa dell’omero e altre due costole; nel terzo i vertebre e tutto il processo spinale.

Fornace romana e elefante paleolitico. Nuovi reperti dal viterbese

12 Settembre, 2013
Categorie:  Archeozoologia Comunicati stampa Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  elefante   fornace romana   paleolitico   Viterbo  

Una fornace romana e un elephant dell’età paleolitica sono stati scoperti nel comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nelle località di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è terminata alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. A circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nel comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elephant dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali.

Termini Imerese. Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell'incuria e nell'abbandono. La denuncia di SiciliAntica Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell'incuria e nell'abbandono. La denuncia è l'Associazione SiciliAntica con una lettera inviata al Sindaco del Comune di Termini Imerese e alla Soprintendenza ai Culturali e Environmentali di Palermo. Le incisioni si trovano nell'interessante riparo di Borgo Scuro, un sito scoperto nel 1985, dove sono state rinvenuti frammenti di selce e quarzite con punte a dorso abbattute, utensili tipici del Paleolitico finale Siciliano. In the rocciosa parete un po' aggettante all'altezza del piano di calpestio su una parete molto levigata sono state rinvenuti, dal studioso di preistoria Siciliana Giovanni Mannino, delle incisioni lineari risalenti a circa 13.000 anni fa: tra le prime scoperte in Europa. Un'invenzione di grande intereresse a cui va aggiustato, come scrive ancora lo stesso ricercatore, l'ipotesi che uno scavo possa rilevare anche altri graffiti lineari o figurati.
Termini Imerese. Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell'incuria e nell'abbandono. La denuncia di SiciliAntica Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell'incuria e nell'abbandono. La denuncia è l'Associazione SiciliAntica con una lettera inviata al Sindaco del Comune di Termini Imerese e alla Soprintendenza ai Culturali e Environmentali di Palermo. Le incisioni si trovano nell'interessante riparo di Borgo Scuro, un sito scoperto nel 1985, dove sono state rinvenuti frammenti di selce e quarzite con punte a dorso abbattute, utensili tipici del Paleolitico finale Siciliano. In the rocciosa parete un po' aggettante all'altezza del piano di calpestio su una parete molto levigata sono state rinvenuti, dal studioso di preistoria Siciliana Giovanni Mannino, delle incisioni lineari risalenti a circa 13.000 anni fa: tra le prime scoperte in Europa. Un'invenzione di grande intereresse a cui va aggiustato, come scrive ancora lo stesso ricercatore, l'ipotesi che uno scavo possa rilevare anche altri graffiti lineari o figurati.

Termini Imerese. Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell'incuria e nell'abbandono

1 Maggio, 2012
Categorie:  Comunicati stampa Mala Archeologia Preistoria
Tags:  incisioni   inscrizioni rupestri   mala archeologia   paleolitico   riparo   termini imerese  

Termini Imerese. Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell’incuria e nell’abbandono. La denuncia di SiciliAntica Graffiti preistorici di 13.000 anni fa nell’incuria e nell’abbandono. A denunciarlo è l’Associazione SiciliAntica con una lettera inviata al Sindaco del Comune di Termini Imerese e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Le incisioni si trovano nell’interessante riparo di Borgo Scuro, un sito scoperto nel 1985, dove sono stati rinvenuti frammenti di selce e quarzite con punte a dorso abbattuto, utensili tipici del Paleolitico finale siciliano.

risale a almeno 35.000 anni fa la piccola scultura femminile in avorio di mammut ritrovata nella grotta di Fels (Hohle Fels), vicino alla città di Schelklingen, nel Giura svevo, in Germania sud-occidentale. Questa dataazione della "Venere di Hohle Fels" indica che rappresenta uno dei più antichi esempi di arte figurativa del mondo. Per fare una comparazione, la famosa "Venere di Willendorf", il più famoso esempio di scultura paleolitica, secondo le più recenti datazioni risale a 22-24.000 anni fa. La scoperta è descritta in un articolo firmato da Nicholas J. Conard, dell’Istituto di Studi Preistorici dell’Università di Tübingen, pubblicato su "Nature". La dataazione al radiocarbono degli orizzonti stratigrafici in cui prossimità è stata ritrovata la nuova Venere indica un periodo compresa tra i 31.000 e 40.000 anni, e l’ensemble dei dati stratigrafici la attribuisce agli albori del periodo chiamato Aurignaziano. (Un orizzonte stratigrafico è un'interfaccia che indica una posizione particolare nella sequenza stratigrafica, dotata di caratteristiche tali da poterne seguire l’andamento laterale.
risale a almeno 35.000 anni fa la piccola scultura femminile in avorio di mammut ritrovata nella grotta di Fels (Hohle Fels), vicino alla città di Schelklingen, nel Giura svevo, in Germania sud-occidentale. Questa dataazione della "Venere di Hohle Fels" indica che rappresenta uno dei più antichi esempi di arte figurativa del mondo. Per fare una comparazione, la famosa "Venere di Willendorf", il più famoso esempio di scultura paleolitica, secondo le più recenti datazioni risale a 22-24.000 anni fa. La scoperta è descritta in un articolo firmato da Nicholas J. Conard, dell’Istituto di Studi Preistorici dell’Università di Tübingen, pubblicato su "Nature". La dataazione al radiocarbono degli orizzonti stratigrafici in cui prossimità è stata ritrovata la nuova Venere indica un periodo compresa tra i 31.000 e 40.000 anni, e l’ensemble dei dati stratigrafici la attribuisce agli albori del periodo chiamato Aurignaziano. (Un orizzonte stratigrafico è un'interfaccia che indica una posizione particolare nella sequenza stratigrafica, dotata di caratteristiche tali da poterne seguire l’andamento laterale.

Scoperta in Germania la Venere di Hohle Fels, la più antica scultura del mondo: risale a 35.000 anni fa

15 Maggio, 2009
Categorie:  Estero Generale Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  germania   paleolitico   scultura   venere  

Risale ad almeno 35.000 anni fa la piccola scultura femminile in avorio di mammut ritrovata nella grotta di Fels (Hohle Fels), vicino alla cittadina di Schelklingen, nel Giura svevo, nella Germania sud-occidentale. Questa datazione della “Venere di Hohle Fels” indica che essa rappresenta uno dei più **antichi esempi di arte figurativa del mondo. **Per fare un confronto, la famosa “Venere di Willendorf“, il più celebre esempio di scultura paleolitica, secondo le più recenti datazioni risale a 22-24.


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