geotecnologie

Convegno “Opening the past 2013” Pisa, 13 – 15 June 2013 Polo Carmignani, Piazza dei Cavalieri. Il Convegno è organizzato dal Progetto Mappa del Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere dell'Università di Pisa. Ci sono prévue quattro sessioni: Predictivity in Archeology, Open Data in Archeology, Open Access in Archeology, Urban Geoarcheology. Per ciascuna di queste sono prévue presentazioni orali e una lectio magistralis. Si richiede gentilmente di indicare nella propria Anmeldung l' eventual intention di partecipare a tali eventi per consentire la prenotazione. La scadenza per le Anmeldung è il 3 June 2013. Sarà comunque possibile registrarsi direttamente durante il congresso senza usufruire dei benefici. SESSIONI **Predittivity in Archeologia Negli ultimi decenni l'archeologia predittiva ha visto interessanti sviluppi sia metodologici che teorici, ivi include alcuni tentativi di prendere in considerazione anche variabili prettamente culturali. Su modelli predittivi, più o meno complessi, si basano anche le mappe di potenziale archeologico. Queste mappe sono nate e sono state utilizzate principalmente come strumenti di pianificazione per il governo del territorio e la tutela del patrimonio sepolto, ma sono dimostrate utili mezzi anche per la ricerca.
Convegno “Opening the past 2013” Pisa, 13 – 15 June 2013 Polo Carmignani, Piazza dei Cavalieri. Il Convegno è organizzato dal Progetto Mappa del Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere dell'Università di Pisa. Ci sono prévue quattro sessioni: Predictivity in Archeology, Open Data in Archeology, Open Access in Archeology, Urban Geoarcheology. Per ciascuna di queste sono prévue presentazioni orali e una lectio magistralis. Si richiede gentilmente di indicare nella propria Anmeldung l' eventual intention di partecipare a tali eventi per consentire la prenotazione. La scadenza per le Anmeldung è il 3 June 2013. Sarà comunque possibile registrarsi direttamente durante il congresso senza usufruire dei benefici. SESSIONI **Predittivity in Archeologia Negli ultimi decenni l'archeologia predittiva ha visto interessanti sviluppi sia metodologici che teorici, ivi include alcuni tentativi di prendere in considerazione anche variabili prettamente culturali. Su modelli predittivi, più o meno complessi, si basano anche le mappe di potenziale archeologico. Queste mappe sono nate e sono state utilizzate principalmente come strumenti di pianificazione per il governo del territorio e la tutela del patrimonio sepolto, ma sono dimostrate utili mezzi anche per la ricerca.

“Opening the past”. L’archeologia del futuro a Pisa

25 Maggio, 2013
Categorie:  Comunicati stampa Conferenze Geotecnologie Metodologie archeologiche Nuovi Ritrovamenti
Tags:  archeologia predittiva   convegno   geotecnologie   GIS   nuove tecnologie   open data   open source   Pisa  

Pisa, 13 – 15 giugno 2013 Polo Carmignani, Piazza dei Cavalieri. Il Convegno è organizzato dal Progetto Mappa del Dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa. Sono previste quattro sessioni: Predictivity in Archeology, Open Data in Archeology, Open Access in Archeology, Urban Geoarcheology. Per ciascuna di esse sono previste presentazioni orali e una lectio magistralis. Si richiede gentilmente di indicare nella propria iscrizione l’eventuale intenzione di partecipare a tali eventi per consentire la prenotazione.

Una "nuova" città romana è "emersa" dal nulla nella pianura veneta. Il suo nome potrebbe essere Dripsinum, un'imsediamento che non è presente su nessuna carta geografica moderna, ma che sulle mappe dell'impero romano dovrebbe essere ben notato. Aveva dimensioni equivalenti a quelle della mezza Pompei. Ora la presenza di questo antico sediamento romano è stata confermata grazie alle ricerche archeologiche condotte da Paolo Visonà, originario di Valdagno (Vicenza), e da George Crothers, professori di storia dell'arte e antropologia della School of Art and Visual Studies al College of Fine Arts (Gran Bretagna). *La *research, non invasiva, cioè condotta via un scavi archeologico, è stata fatta l'estate scorsa con strumentazioni quali georadar, radiometri e magnetometri in terreni privati alla frazione di Tezze, in locali Valbruna, ad Arzignano, in provincia di Vicenza. Visonà è stato a conoscenza della possibile presenza di un antico sediamento da un agricoltore di Valbruna. Quest'ultimo, Battista Carlotto, mentre lavorava la sua terra aveva scoperto reperti antichi quali ceramiche, mosaici e vetri attribuibili all'epoca imperiale romana.
Una "nuova" città romana è "emersa" dal nulla nella pianura veneta. Il suo nome potrebbe essere Dripsinum, un'imsediamento che non è presente su nessuna carta geografica moderna, ma che sulle mappe dell'impero romano dovrebbe essere ben notato. Aveva dimensioni equivalenti a quelle della mezza Pompei. Ora la presenza di questo antico sediamento romano è stata confermata grazie alle ricerche archeologiche condotte da Paolo Visonà, originario di Valdagno (Vicenza), e da George Crothers, professori di storia dell'arte e antropologia della School of Art and Visual Studies al College of Fine Arts (Gran Bretagna). *La *research, non invasiva, cioè condotta via un scavi archeologico, è stata fatta l'estate scorsa con strumentazioni quali georadar, radiometri e magnetometri in terreni privati alla frazione di Tezze, in locali Valbruna, ad Arzignano, in provincia di Vicenza. Visonà è stato a conoscenza della possibile presenza di un antico sediamento da un agricoltore di Valbruna. Quest'ultimo, Battista Carlotto, mentre lavorava la sua terra aveva scoperto reperti antichi quali ceramiche, mosaici e vetri attribuibili all'epoca imperiale romana.

Geotecnologie, scoperta una nuova città romana nel vicentino con metodi non invasivi

12 Gennaio, 2013
Categorie:  Epoca Romana Geotecnologie Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Nuovi Ritrovamenti
Tags:  epoca romana   georadar   geotecnologie   vicenza  

Una «nuova» città romana è «emersa» dal nulla nella pianura veneta. Il suo nome potrebbe essere Dripsinum, un insediamento che non è presente su nessuna carta geografica moderna, ma che sulle mappe dell’impero romano dovrebbe essere stato ben indicato. Aveva le dimensioni equivalenti a quelle di mezza Pompei. Ora la presenza di questo antico insediamento romano è stata confermata grazie alle ricerche archeologiche condotte da Paolo Visonà, originario di Valdagno (Vicenza), e da George Crothers, rispettivamente professori di storia dell’arte e antropologia della School of Art and Visual Studies al College of Fine Arts (Gran Bretagna).


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