archeologia subacquea

La statuetta, di aspetto femminile e delle dimensioni di un palmo, è così ben conservata che mostra ancora i segni delle impronte digitali del suo creatore.
La statuetta, di aspetto femminile e delle dimensioni di un palmo, è così ben conservata che mostra ancora i segni delle impronte digitali del suo creatore.

Rinvenuta statuetta dell'età del ferro a Bolsena. Riporta impronte digitali dell'artigiano.

9 Aprile, 2025
Categorie:  Nuovi Ritrovamenti
Tags:  Bolsena   età del ferro   Italia   archeologia subacquea  

Durante i lavori nel sito archeologico subacqueo del Gran Carro di Bolsena ad Aiola, i ricercatori hanno recuperato una rudimentale creazione in argilla dal lago vulcanico. La figura femminile in argilla, non completata, risalente tra il X e il IX secolo a.C., assomiglia più a una bozza che a un’opera d’arte finita. Tuttavia, sebbene l’artigiano non abbia completato la figurina, essa offre numerosi indizi su come si inserisce nella vita italiana dell’Età del Ferro.

Il recupero della famosa nave fenicia è stato reso necessario dalla mutata orografia della costa.
Il recupero della famosa nave fenicia è stato reso necessario dalla mutata orografia della costa.

Archeologi spagnoli recuperano la famosa nave Fenicia Mazarrón II

7 Febbraio, 2025
Categorie:  Nuovi Ritrovamenti
Tags:  nave   fenici   Spagna   archeologia subacquea  

Gli archeologi in Spagna hanno recuperato con successo il relitto fenicio Mazarrón II, risalente a 2.600 anni fa. Scoperta nel 1994, questa nave si trovava a soli due metri di profondità nelle acque del Mediterraneo, vicino a Playa de la Isla, a Mazarrón. Uno dei relitti fenici meglio conservati mai trovati, offre preziose informazioni sul commercio marittimo antico e sulle tecniche di costruzione navale. Inizialmente sepolta sotto la sabbia, la nave è rimasta protetta per secoli.

Archeologia Subacquea nel mare Magna Graecia

24 Marzo, 2012
Categorie:  Comunicati stampa Conferenze Corsi di formazione Curiosità Eventi Italici Metodologie archeologiche Visite
Tags:  archeologia subacquea   corso formazione  

Primo Corso Internazionale di Introduzione all’Archeologia Subacquea 3 – 17 Giugno 2012, Praia a Mare ““ San Nicola Arcella, Cosenza L’Associazione ETRURIA NOVA ONLUS e le Pro-Loco di PRAIA A MARE e SAN NICOLA ARCELLA, in collaborazione con la scuola subacquea DEEP INSIDE DIVING CENTER e la società GIANO SNC, presentano il Primo Corso Internazionale di Introduzione all’Archeologia Subacquea aperto a studenti e volontari che vogliono fare esperienza nel campo dell’archeologia subacquea.

A Palmento (RA), a giugno e luglio 2010 “VI Corso d’introduzione all’archeologia subacquea”

18 Marzo, 2010
Categorie:  Comunicati stampa Metodologie archeologiche
Tags:  archeologia subacquea   sicilia   soprintendenza del Mare  

**6º CORSO D’INTRODUZIONE ALL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA e CAMPO DI LAVORO ** MONITORAGGIO NELL’AREA ARCHEOLOGICA PROTETTA DEL PALMENTO LOC. PUNTA SECCA E CON LA SUPERVISIONE DELLA SOPRINTENDENZA DEL MARE AA.BB.CC. DELLA REGIONE SICILIANA Finalità: Il corso sportivo si propone di promuovere una più approfondita conoscenza dei problemi legati all’archeologia, e di fornire, a livelli diversi, strumenti tecnici d’osservazione, studio ed intervento, è pensato per fornire una base tecnico culturale in grado di favorire una corretta difesa e una corretta fruizione del patrimonio culturale sommerso, in collaborazione con le strutture preposte.

Event sponsored by UNESCO-MIBAC-MIUR-REGIONE CAMPANIA-PROVINCIA DI NAPOLI-COMUNE DI CASTELLAMMARE DI STABIA ** ** PREMESSA L'archeologia subacquea ha sempre rappresentato un filo di ricerca molto importante all'interno degli studi sulle civiltà Mediterranee, dato che il mare custodisce gran parte delle testimonianze della grandezza di tali civiltà. L'ubicazione e il raggiungimento delle bellezze sottomarine ha sempre rappresentato un vincolo alla fruizione da parte delle persone non avvezze alle pratiche di immersione. Per lungo tempo quindi, il godimento dei beni sommersi era l'appannaggio dei pochi "esperti" subacquei. L'avvento delle nuove tecnologie ha permesso al grande pubblico di conoscere e apprezzare la vastità e l'importanza del patrimonio sottoacqueo, grazie a nuove soluzioni volte a consentire al grande pubblico di godere di questi treasures nascosti, dando vita a molte cultural e educative initiatives. In particular, il Mediterranean, con la sua elevata complessità geologica, offre certamente un'opportunità di grande sviluppo atteso se si sa combinare correttamente il patrimonio archeologico con quello geo-ambientale, attraverso una completa fruizione turistica_._ La prima edizione del workshop int.
Event sponsored by UNESCO-MIBAC-MIUR-REGIONE CAMPANIA-PROVINCIA DI NAPOLI-COMUNE DI CASTELLAMMARE DI STABIA ** ** PREMESSA L'archeologia subacquea ha sempre rappresentato un filo di ricerca molto importante all'interno degli studi sulle civiltà Mediterranee, dato che il mare custodisce gran parte delle testimonianze della grandezza di tali civiltà. L'ubicazione e il raggiungimento delle bellezze sottomarine ha sempre rappresentato un vincolo alla fruizione da parte delle persone non avvezze alle pratiche di immersione. Per lungo tempo quindi, il godimento dei beni sommersi era l'appannaggio dei pochi "esperti" subacquei. L'avvento delle nuove tecnologie ha permesso al grande pubblico di conoscere e apprezzare la vastità e l'importanza del patrimonio sottoacqueo, grazie a nuove soluzioni volte a consentire al grande pubblico di godere di questi treasures nascosti, dando vita a molte cultural e educative initiatives. In particular, il Mediterranean, con la sua elevata complessità geologica, offre certamente un'opportunità di grande sviluppo atteso se si sa combinare correttamente il patrimonio archeologico con quello geo-ambientale, attraverso una completa fruizione turistica_._ La prima edizione del workshop int.

ARCHEOMED II Workshop internazionale di archeologia subacquea: Le nuove tecnologie – Il Mediterraneo incontra l’Oriente

8 Febbraio, 2010
Categorie:  Comunicati stampa Conferenze Generale Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie
Tags:  archeologia subacquea   Workshop  

Evento patrocinato da UNESCO-MIBAC-MIUR-REGIONE CAMPANIA-PROVINCIA DI NAPOLI-COMUNE DI CASTELLAMMARE DI STABIA ** ** PREMESSA L"archeologia subacquea rappresenta da sempre un filone di ricerca importantissimo all’interno degli studi sulle civiltà mediterranee, dato che il mare custodisce gran parte delle testimonianze della grandezza di tali civiltà. L’ubicazione e il raggiungimento delle bellezze sottomarine ha sempre rappresentato un vincolo alla fruizione da parte delle persone non avvezze alle pratiche di immersione. Per lungo tempo quindi, il godimento dei beni sommersi era appannaggio dei pochi “esperti” subacquei.

Libia – eccezionale archaeological discovery in the waters della Cirenaica: una città sommersa Un gruppo di archaeologi e tecnici dell'Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, guidati da Sebastiano Tusa, hanno fatto un entusiasta discovery che oltre alla spettacolarità insita nei suoi contorni ambientali, manifeste un interesse scientifico di prima importanza, nel corso del progetto ArCoLibia (Archeologia Costiera della Libia) iniziato alcuni anni fa e che ha già portato ad alcune eccezionali scoperte come quella della nave veneziana Tigre naufragata presso il capo Ras al-Hilal. Ai occhi degli archaeologi italiano che facevano immersioni di ricognizione in the waters del Capo Ras Etteen alla ricerca di relitti e strutture portuali, sul lato occidentale del Golfo di Bomba, ci sono comparsi muri, strade, edifici e tombe, ci è accorto di essere in presenza di una porzione estesa oltre un ettaro di una grande città che alcuni studiosi avevano appena indiziato grazie a alcuni resti di strutture murarie nascosti tra le dune sabbiose che orbitano le spiagge del capo.
Libia – eccezionale archaeological discovery in the waters della Cirenaica: una città sommersa Un gruppo di archaeologi e tecnici dell'Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, guidati da Sebastiano Tusa, hanno fatto un entusiasta discovery che oltre alla spettacolarità insita nei suoi contorni ambientali, manifeste un interesse scientifico di prima importanza, nel corso del progetto ArCoLibia (Archeologia Costiera della Libia) iniziato alcuni anni fa e che ha già portato ad alcune eccezionali scoperte come quella della nave veneziana Tigre naufragata presso il capo Ras al-Hilal. Ai occhi degli archaeologi italiano che facevano immersioni di ricognizione in the waters del Capo Ras Etteen alla ricerca di relitti e strutture portuali, sul lato occidentale del Golfo di Bomba, ci sono comparsi muri, strade, edifici e tombe, ci è accorto di essere in presenza di una porzione estesa oltre un ettaro di una grande città che alcuni studiosi avevano appena indiziato grazie a alcuni resti di strutture murarie nascosti tra le dune sabbiose che orbitano le spiagge del capo.

Libia – scoperta una città sommersa di epoca romana

11 Dicembre, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Epoca Romana Estero Nuovi Ritrovamenti
Tags:  archeologia subacquea   libia   soprintendenza del Mare  

Un gruppo di archeologi e tecnici italiani della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, guidati da Sebastiano Tusa, hanno effettuato un’entusiasmante scoperta che oltre alla spettacolarità insita nei suoi contorni ambientali, manifesta interesse scientifico di primaria importanza, nel corso del progetto ArCoLibia (Archeologia Costiera della Libia) iniziato alcuni anni fa e che ha già portato ad alcune scoperte eccezionali come quella della nave veneziana Tigre naufragata presso il capo Ras al-Hilal.

Importante missione archeologica italiana sulle tracce di Kubilai Khan in Giappone

25 Agosto, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Estero Nuovi Ritrovamenti
Tags:  archeologia subacquea   giappone   kubilai khan   soprintendenza del Mare  

Missione archeologica della Soprintendenza del Mare in Giappone, in collaborazione con l’Università di Bologna Un gruppo di ricerca multidisciplinare, composto da ricercatori e tecnici della Soprintendenza del Mare, dell’Università di Bologna e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è partito alla volta del Giappone il 18 agosto e tornerà in Italia il 3 settembre. Il progetto di collaborazione tra Italia e Giappone prevede la realizzazione di ricognizioni del fondale nell’isola di Ojika (prefettura di Nagasaki ““ Kita Kyushu), in previsione di effettivi scavi archeologici subacquei.

La V édition del Corso di Introduzione all'Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo "Blu Diving", voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, in effetti ha riservato un'insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata fatta all'interno dell'area del "Palmento" a Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizannico, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana. All' interno del specchio d'acqua sono notati da diversi decenni due relitti non ancora scientificamente indagati. Il corso prevedeva l'rilievo di uno dei due relitti attualmente visibili e il prelevamento di campioni di lignei per la datazione al Carbonio 14. Durante una fase di operativa didattica, chiamata "ricognizione a pettine", è stato individuato dalla corsista Barbara Ferrari di Massa Carrara un elemento litico di forma anomala, rivelato poi un frammento scultoreo in marmo di notevole interesse.
La V édition del Corso di Introduzione all'Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo "Blu Diving", voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, in effetti ha riservato un'insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata fatta all'interno dell'area del "Palmento" a Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizannico, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana. All' interno del specchio d'acqua sono notati da diversi decenni due relitti non ancora scientificamente indagati. Il corso prevedeva l'rilievo di uno dei due relitti attualmente visibili e il prelevamento di campioni di lignei per la datazione al Carbonio 14. Durante una fase di operativa didattica, chiamata "ricognizione a pettine", è stato individuato dalla corsista Barbara Ferrari di Massa Carrara un elemento litico di forma anomala, rivelato poi un frammento scultoreo in marmo di notevole interesse.

Novita’ dal Corso di Archeologia Subacquea: scoperto un torso maschile in marmo nelle acque di Punta Secca (Ragusa)

20 Luglio, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  archeologia subacquea   punta secca   soprintendenza del Mare  

La V edizione del Corso di Introduzione all’Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo “Blu Diving”, voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, ha infatti riservato un’insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata eseguita all’interno dell’area del “Palmento” presso Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizantino, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana.

Un veliere da carico del "500 è tornato nelle acque di Castellammare del Golfo. Evidentemente le mareggiate invernali hanno rimossato grandi quantità di sabbia facendo emergere le resti del probabile veliere. Su segnalazione di collaboratore esterno, Vito Sottile, è stata fatta prontamente una ricognizione guidata da Gaetano Lino della Soprintendenza del Mare, coadiuvato da Franco Balistreri. LE RICERCHE Era da tempo che la Soprintendenza del Mare era sulle tracce di questa imbarcazione segnalata dalle persone del luogo. Ma ogni tentativo di individuarla era stato vano, per la non identificazione dell'esatto luogo di giacitura o per la presenza di forte insabbiamento. Tutte le segnalazioni convergevano nell'affermare la presenza di una nave naufragata alla costa sabbiosa tra Castellammare del Golfo e la foce del San Bartolomeo, di fronte alla località oggi definita "Plaja". Vi era anche un document datato alla fine del 1400 che competeva per animare la ricerca.
Un veliere da carico del "500 è tornato nelle acque di Castellammare del Golfo. Evidentemente le mareggiate invernali hanno rimossato grandi quantità di sabbia facendo emergere le resti del probabile veliere. Su segnalazione di collaboratore esterno, Vito Sottile, è stata fatta prontamente una ricognizione guidata da Gaetano Lino della Soprintendenza del Mare, coadiuvato da Franco Balistreri. LE RICERCHE Era da tempo che la Soprintendenza del Mare era sulle tracce di questa imbarcazione segnalata dalle persone del luogo. Ma ogni tentativo di individuarla era stato vano, per la non identificazione dell'esatto luogo di giacitura o per la presenza di forte insabbiamento. Tutte le segnalazioni convergevano nell'affermare la presenza di una nave naufragata alla costa sabbiosa tra Castellammare del Golfo e la foce del San Bartolomeo, di fronte alla località oggi definita "Plaja". Vi era anche un document datato alla fine del 1400 che competeva per animare la ricerca.

Nuove scoperte per la Soprintendenza del Mare: veliero da carico rinvenuto nelle acque di Castellammare del Golfo

9 Luglio, 2009
Categorie:  Nuove Tecnologie Scavi
Tags:  archeologia subacquea   castellammare del golfo   soprintendenza del Mare   veliero  

Un veliero da carico del “500 è stato rinvenuto nelle acque di Castellammare del Golfo. Evidentemente le mareggiate invernali hanno rimosso grandi quantità di sabbia facendo emergere i resti del probabile veliero. Su segnalazione di collaboratore esterno, Vito Sottile, è stata effettuata prontamente una ricognizione guidata da Gaetano Lino della Soprintendenza del Mare, coadiuvato da Franco Balistreri. LE RICERCHE Era da tempo che la Soprintendenza del Mare era sulle tracce di questa imbarcazione segnalata da gente del luogo.

Archeologia Subacquea in Albania – Seconda missione del Progetto Liburna

18 Agosto, 2008
Categorie:  Comunicati stampa Epoca Romana Estero Scavi
Tags:  albania   archeologia subacquea  

La baia di Valona, l’area dell’antica Orikum, sede di una famosa battaglia navale combattuta dalle flotte di Cesare e Pompeo, e il litorale del promontorio di Karaburun, costellato da cave antiche. E’ qui, in Albania, che si è svolta tra il 26 luglio e il 13 agosto la seconda missione del Progetto Liburna. Informazioni sulla prima missione effettuata dal 19 agosto al 1 settembre dello scorso anno si possono trovare alla pagina http://www.


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