**<em>LE RICERCHE ARCHEOLOGICHE NELL’ANTICA FORTEZZA DI MONTE SAN MARTINO</em>** [Lundo, Lomaso – Trentino] Da qualche settimana la sommità del Monte San Martino, tra il Lomaso e l’alto Garda, è tornata a rianimarsi. Dentro quello che si rivela un isolato isolato habitation tra le monti dalle valli interiori, sono riprese le ricerche archeologiche cura della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Si tratta di un centro di lunga durata, realizzato nei più incerti momenti dell’età antica che segue la fine del mondo romano. Anno dopo anno, le sue strutture diventano chiare: l’antico oratorio medievale, le difese murate intorno all’imsediamento, i caseggiati interni, spazi con relative testimonianze di vita e le tombe. A poco a poco si svelano i segni di una realtà che la storia ha dimenticato e la natura ha long hidden.
**<em>LE RICERCHE ARCHEOLOGICHE NELL’ANTICA FORTEZZA DI MONTE SAN MARTINO</em>** [Lundo, Lomaso – Trentino] Da qualche settimana la sommità del Monte San Martino, tra il Lomaso e l’alto Garda, è tornata a rianimarsi. Dentro quello che si rivela un isolato isolato habitation tra le monti dalle valli interiori, sono riprese le ricerche archeologiche cura della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Si tratta di un centro di lunga durata, realizzato nei più incerti momenti dell’età antica che segue la fine del mondo romano. Anno dopo anno, le sue strutture diventano chiare: l’antico oratorio medievale, le difese murate intorno all’imsediamento, i caseggiati interni, spazi con relative testimonianze di vita e le tombe. A poco a poco si svelano i segni di una realtà che la storia ha dimenticato e la natura ha long hidden.

Lundo (Trentino) – Visita gratuita alle ricerche archeologiche di Monte San Martino

6 Agosto, 2009
Categorie:  Medioevo Scavi Visite
Tags:  Medioevo   montagna   Trentino  

[Lundo, Lomaso – Trentino] Da alcune settimane la sommità del monte di san Martino, tra il Lomaso e l’alto Garda, è tornata a rianimarsi. Dentro quello che si rivela un singolare insediamento abitato isolato tra i monti dalle valli alpine interne, sono riprese le indagini archeologiche a cura della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Si tratta di un centro di non lunga durata, realizzato nei momenti più incerti dell’età antica che segue la fine del mondo romano.

Stage in Archeologia all'Ufficio Cultura di Porto Sant'Elpidio

31 Luglio, 2009
Categorie:  Lavoro Protostoria
Tags:  archeologia   corso formazione   età del ferro   stage  

L’Ufficio Cultura del comune di Porto Sant’Elpidio offre ai giovani la possibilità di effettuare uno stage presso i suoi uffici. In particolare, coloro che stanno effettuando o hanno già concluso gli studi in Archeologia e Conservazione e Tutela dei Beni Culturali avranno l’opportunità di effettuare lo stage presso la mostra archeologica “<em>Origini, vita e morte nell’età del ferro</em>”. Gli studenti che effettueranno stage curriculari potranno acquisire crediti formativi per il loro corso di studi, mentre coloro che li hanno già conclusi avranno l’opportunità di arricchire il loro curriculum con un’esperienza professionale altamente qualificata.

Trovato da archeologi greci sull'isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita' della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e' solo una'ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio' avra' enormi conseguenze. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell'Iliade e' vero: Aiace lotto' e mori' a Troia, dove fu sepolto. Fonte: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2009-07-24_124365913.
Trovato da archeologi greci sull'isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita' della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e' solo una'ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio' avra' enormi conseguenze. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell'Iliade e' vero: Aiace lotto' e mori' a Troia, dove fu sepolto. Fonte: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2009-07-24_124365913.

Forse scoperto cenotafio di Aiace sull’Isola di Salamina

26 Luglio, 2009
Categorie:  Curiosità Nuovi Ritrovamenti Periodo Greco Scavi
Tags:  aiace   archeologia greca   guerra di troia   salamina   scoperte  

Trovato da archeologi greci sull‘isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita’ della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e’ solo un’ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio’ avra’ conseguenze enormi. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell’Iliade e’ vero: Aiace lotto’ e mori’ a Troia, dove fu sepolto.

Ragazzi italiano, libanese e siriani si troveranno insieme, dal 12 luglio al 6 agosto, nella prima scuola estiva di storia dell'arte dei mosaici in Siria per studenti dell'area Mediterranea (Italia, Libano e Siria), promossa dalla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina. Dodici ragazzi provenienti da tre diverse università (Accademia di Ravenna, Lebanese University e Università di Damasco) avranno modo di approfondiredurante tutto un mese la storia del mosaico, le metodologie di catalogazione e archiviazione secondo gli standard internazionali. La scuola estiva mira a fornire gli strumenti teorici e pratici per lo studio e il recupero dei mosaici, attraverso una didattica che altererà lezioni teoriche a lavoro pratico. Ai ragazzi verrà data anche l'opportunità di lavorare direttamente sui due mosaici provenienti da A'mrit (Tartous), che erano esposti nel museo di Al Rayat e il cui restauro sarà ultimato nel corso della scuola estiva. Discutere dei mosaici e delle tecniche di restauro sarà un modo anche per affrontare la tematica del patrimonio culturale Mediterraneo, del suo stato di conservazione e della necessità di pensare a dei percorsi comuni per la valorizzazione e la tutela. La sede della scuola sarà il laboratorio di restauro nella splendida cornice della Cittadella di Damasco.
Ragazzi italiano, libanese e siriani si troveranno insieme, dal 12 luglio al 6 agosto, nella prima scuola estiva di storia dell'arte dei mosaici in Siria per studenti dell'area Mediterranea (Italia, Libano e Siria), promossa dalla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina. Dodici ragazzi provenienti da tre diverse università (Accademia di Ravenna, Lebanese University e Università di Damasco) avranno modo di approfondiredurante tutto un mese la storia del mosaico, le metodologie di catalogazione e archiviazione secondo gli standard internazionali. La scuola estiva mira a fornire gli strumenti teorici e pratici per lo studio e il recupero dei mosaici, attraverso una didattica che altererà lezioni teoriche a lavoro pratico. Ai ragazzi verrà data anche l'opportunità di lavorare direttamente sui due mosaici provenienti da A'mrit (Tartous), che erano esposti nel museo di Al Rayat e il cui restauro sarà ultimato nel corso della scuola estiva. Discutere dei mosaici e delle tecniche di restauro sarà un modo anche per affrontare la tematica del patrimonio culturale Mediterraneo, del suo stato di conservazione e della necessità di pensare a dei percorsi comuni per la valorizzazione e la tutela. La sede della scuola sarà il laboratorio di restauro nella splendida cornice della Cittadella di Damasco.

In Siria la prima scuola estiva di storia dell'arte dei mosaici

23 Luglio, 2009
Categorie:  Restauri
Tags:  corso   mosaico   Siria  

Ragazzi italiani, libanesi e siriani si troveranno insieme, dal 12 luglio al 6 agosto, nella prima scuola estiva di storia dell’arte dei mosaici in Siria per studenti dell’area mediterranea (Italia, Libano e Siria), promossa dalla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina. Dodici ragazzi provenienti da tre diversi istituti universitari (Accademia di Ravenna, Lebanese University e Università di Damasco) avranno modo di approfondiredurante tutto un mese la storia del mosaico, le metodologie di catalogazione e archiviazione secondo gli standard internazionali.

La V édition del Corso di Introduzione all'Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo "Blu Diving", voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, in effetti ha riservato un'insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata fatta all'interno dell'area del "Palmento" a Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizannico, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana. All' interno del specchio d'acqua sono notati da diversi decenni due relitti non ancora scientificamente indagati. Il corso prevedeva l'rilievo di uno dei due relitti attualmente visibili e il prelevamento di campioni di lignei per la datazione al Carbonio 14. Durante una fase di operativa didattica, chiamata "ricognizione a pettine", è stato individuato dalla corsista Barbara Ferrari di Massa Carrara un elemento litico di forma anomala, rivelato poi un frammento scultoreo in marmo di notevole interesse.
La V édition del Corso di Introduzione all'Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo "Blu Diving", voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, in effetti ha riservato un'insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata fatta all'interno dell'area del "Palmento" a Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizannico, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana. All' interno del specchio d'acqua sono notati da diversi decenni due relitti non ancora scientificamente indagati. Il corso prevedeva l'rilievo di uno dei due relitti attualmente visibili e il prelevamento di campioni di lignei per la datazione al Carbonio 14. Durante una fase di operativa didattica, chiamata "ricognizione a pettine", è stato individuato dalla corsista Barbara Ferrari di Massa Carrara un elemento litico di forma anomala, rivelato poi un frammento scultoreo in marmo di notevole interesse.

Novita’ dal Corso di Archeologia Subacquea: scoperto un torso maschile in marmo nelle acque di Punta Secca (Ragusa)

20 Luglio, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  archeologia subacquea   punta secca   soprintendenza del Mare  

La V edizione del Corso di Introduzione all’Archeologia Subacquea, organizzato al Castello di Donnafugata (Ragusa), dalla Lega per le Attività Subacquee della UISP e dal Centro subacqueo ibleo “Blu Diving”, voluto e coordinato dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, ha infatti riservato un’insperata sorpresa. La parte pratica del corso è stata eseguita all’interno dell’area del “Palmento” presso Punta Secca (RG), dove si ipotizza la presenza di un porto tardo romano – bizantino, legato probabilmente al vicino abitato di Kaukana.

In linea con i dati nazionali, visita in calo anche per gli scavi archeologi dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito situato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solo da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto al mese stesso dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, attraverso le più organizzate dalla Fondazione Ras. Visite record anche per la tappa di “Otium Ludens” di Ravenna, l’unica Italia, che durerà sino al prossimo 4 ottobre. E proprio questi fattori creano ulteriori polemiche nella cittadinanza, in quanto l’organizzazione della mostra partecipa anche la Regione Campania. Allestimenti impeccabili e grandiosi e l’attenzione calamitata sulla mostra, con campagne di comunicazione che all’ombra del Vesuvio, così come del resto i reperti, non sono mai viste/i.
In linea con i dati nazionali, visita in calo anche per gli scavi archeologi dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito situato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solo da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto al mese stesso dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, attraverso le più organizzate dalla Fondazione Ras. Visite record anche per la tappa di “Otium Ludens” di Ravenna, l’unica Italia, che durerà sino al prossimo 4 ottobre. E proprio questi fattori creano ulteriori polemiche nella cittadinanza, in quanto l’organizzazione della mostra partecipa anche la Regione Campania. Allestimenti impeccabili e grandiosi e l’attenzione calamitata sulla mostra, con campagne di comunicazione che all’ombra del Vesuvio, così come del resto i reperti, non sono mai viste/i.

A Stabiae 800 visitatori in meno nel solo mese di giugno. Aperto il dibattito sui possibili motivi della flessione

18 Luglio, 2009
Categorie:  Curiosità Visite
Tags:  crollo visitatori   stabiae  

In linea con i dati nazionali, visite in calo anche per gli scavi archeologici dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito ubicato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solamente da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, tramite le mostre organizzata dalla Fondazione Ras.

Riprende a Diano Marina (IM) lo scavo presso la chiesa dei SS. Nazario e Celso

17 Luglio, 2009
Categorie:  Epoca Romana Medioevo Scavi
Tags:  diano marina   istituto internazionale di studi liguri   scavo  

Si svolge dal 13 al 31 luglio 2009 nell’area del Prato Fiorito di Diano Marina (IM), lungo il fianco meridionale della chiesa dei SS. Nazario e Celso, la V campagna di scavo condotta dall"Istituto Internazionale di Studi Liguri con l’autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il sito è situato nel cuore del Lucus Bormani, il nome romano del territorio compreso tra Capo Berta e Capo Cervo il cui centro abitato si sviluppò in età imperiale grazie alla presenza di una mansio __(stazione di sosta), posizionata lungo la via Iulia Augusta, e di cui è data menzione nella Tabula Peutingeriana e in altri importanti itinerari di età tardoromana.

Sono ripresi da pochi giorni, all'Isolino Virginia che si trova a pochi centimetri dalla riva di Biandronno, i lavori per riscoprire le tracce del più antico passato. Condurre gli scavi, come accade ormai da tempo, è l'equipe guidata da Daria Banchieri, conservatrice archeologica del Museo Civico della Villa Mirabello a Varese. L'esperta è tornata sulla minuscola isola, uno dei più famosi siti della preistoria europea, per continuare il lavoro di studio e di ricerca che, in passato, ha permesso di portare alla luce preziosi reperti. Le ultime scoperte sono in effetti sorprendenti: resti di platforme in legno su cui gli antenati palafittici dei varesini costruivano le loro abitazioni, strumenti in pietra e in ceramica colorata, osse degli animali che raccontano cosa cibavano i nostri antenati. Oggetti, che vanno ad aggiungere un tassello fondamentale alla storia del Varesotto. Grazie a queste scoperte gli studiosi non hanno più dubbi: gli antenati palafittici erano abilissimi pescatori e cacciatori, eccezionali carpentieri e costruttori.
Sono ripresi da pochi giorni, all'Isolino Virginia che si trova a pochi centimetri dalla riva di Biandronno, i lavori per riscoprire le tracce del più antico passato. Condurre gli scavi, come accade ormai da tempo, è l'equipe guidata da Daria Banchieri, conservatrice archeologica del Museo Civico della Villa Mirabello a Varese. L'esperta è tornata sulla minuscola isola, uno dei più famosi siti della preistoria europea, per continuare il lavoro di studio e di ricerca che, in passato, ha permesso di portare alla luce preziosi reperti. Le ultime scoperte sono in effetti sorprendenti: resti di platforme in legno su cui gli antenati palafittici dei varesini costruivano le loro abitazioni, strumenti in pietra e in ceramica colorata, osse degli animali che raccontano cosa cibavano i nostri antenati. Oggetti, che vanno ad aggiungere un tassello fondamentale alla storia del Varesotto. Grazie a queste scoperte gli studiosi non hanno più dubbi: gli antenati palafittici erano abilissimi pescatori e cacciatori, eccezionali carpentieri e costruttori.

Riprendono gli scavi all’Isolino Virginia, uno dei siti piu’ importanti della preistoria europea

16 Luglio, 2009
Categorie:  Preistoria Scavi
Tags:  isolino virginia   neolitico   palafitte   Preistoria   Scavi   varese  

Sono ripresi da pochi giorni, all"Isolino Virginia che si trova a poche decine di metri dalla riva di Biandronno, i lavori per riscoprire le tracce del più antico passato. A condurre gli scavi, come avviene ormai da tempo, è l’equipe guidata da Daria Banchieri, conservatrice archeologica del Museo Civico di Villa Mirabello a Varese. L’esperta è tornata sulla minuscola isola, uno dei siti più famosi della preistoria europea, per continuare il lavoro di studio e di ricerca che, in passato, ha permesso di portare alla luce preziosi reperti.

Udine, scoperti i resti del castelliere protostorico durante i lavori alla sede della Filologica Friulana

15 Luglio, 2009
Categorie:  Nuovi Ritrovamenti Protostoria Scavi

Alla storia di Udine si aggiunge un nuovo importante tassello. Durante i lavori di ristrutturazione di palazzo Mantica, storica sede della società Filologica friulana, in via Manin, sono venuti alla luce rinvenimenti archeologici di età protostorica. Si tratta più precisamente di alcuni resti del castelliere di Udine ““ cioè del terrapieno difensivo dell’abitato -, databili all’età del bronzo recente (1400 a.C.), ma sono emersi anche elementi che attestano la frequentazione dell’area già all’età del bronzo medio e cioè al 1700 avanti Cristo.

Tra rocce e cielo, sulle tracce degli antichi Liguri

14 Luglio, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Preistoria Protostoria Visite
Tags:  bordighera   escursione   istituto internazionale di studi liguri  

In ricordo dello studioso inglese [Clarence Bicknell](http://it.wikipedia.org/wiki/Clarence_Bicknell' target=) (Londra 1842 – Casterino 1918), fondatore della Biblioteca Internazionale di Studi Liguri (Bordighera, IM), l"Istituto Internazionale di Studi Liguri organizza anche quest’anno un’escursione nella suggestiva valle di Fontanalba, nel parco del Mercantour, dove panorami e incisioni rupestri si combinano in un paesaggio di singolare bellezza e significato. L’escursione, volta a far conoscere ad un pubblico sempre più vasto lo splendido repertorio delle incisioni rupestri del Monte Bego, che Clarence Bicknell per primo studiò e delle quali realizzò una serie di calchi (molti dei quali visibili presso il Museo-Biblioteca “Clarence Bicknell” di Bordighera) e il territorio nelle quali esse furono realizzate dagli antichi abitatori di questa regione, si svolgerà domenica 6 settembre 2009 e sarà curata dai dott.


© 2025 ArcheoBlog
Made with ❤️ by Software Engineering Arjuna Del Toso