ArcheoVirtual: il "museo del futuro" XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum ArcheoVirtual, fiore all'occhiello della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, dal 2006 è la più grande mostra internazionale in Europa dedicata alle recenti sperimentazioni di realtà virtuale e robotica applicate al patrimonio culturale. È realizzato in collaborazione con la più importante Rete di ricerca Europea sui Muse Virtuali, V-Must, e coordinato da Sofia Pescarin dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR. Le più avanzate tecnologie incontrano il mondo dell'archeologia in una galleria emotiva, in cui i visitatori che a migliaia in ogni édition interagiscono con le originali virtuali produzioni – saranno catapultati nell'antichità, per cimentarsi così in un viaggio nel tempo. ArcheoVirtual presenta applicazioni di un enorme impatto emotivo che permettono una vera e propria "immersione" nel passato, ma anche esempi di arte digitale premiati a livello internazionale e anticipazioni molto interessanti di tecnologie sperimentali – che entreranno nella nostra vita nei prossimi decenni – come le applicazioni comandate da semplici movimenti del corpo o da sensori dell'attività cerebrale.
ArcheoVirtual: il "museo del futuro" XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum ArcheoVirtual, fiore all'occhiello della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, dal 2006 è la più grande mostra internazionale in Europa dedicata alle recenti sperimentazioni di realtà virtuale e robotica applicate al patrimonio culturale. È realizzato in collaborazione con la più importante Rete di ricerca Europea sui Muse Virtuali, V-Must, e coordinato da Sofia Pescarin dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR. Le più avanzate tecnologie incontrano il mondo dell'archeologia in una galleria emotiva, in cui i visitatori che a migliaia in ogni édition interagiscono con le originali virtuali produzioni – saranno catapultati nell'antichità, per cimentarsi così in un viaggio nel tempo. ArcheoVirtual presenta applicazioni di un enorme impatto emotivo che permettono una vera e propria "immersione" nel passato, ma anche esempi di arte digitale premiati a livello internazionale e anticipazioni molto interessanti di tecnologie sperimentali – che entreranno nella nostra vita nei prossimi decenni – come le applicazioni comandate da semplici movimenti del corpo o da sensori dell'attività cerebrale.

'ArcheoVirtual: il "museo del futuro" alla XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum'

21 Settembre, 2013
Categorie:  Comunicati stampa Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Visite
Tags:  archeovirtual   borsa mediterranea del turismo archeologico   Paestum   tecnologie  

XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum ArcheoVirtual, fiore all’occhiello della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, dal 2006 è la più grande mostra internazionale in Europa dedicata alle recenti sperimentazioni di realtà virtuale e robotica applicate al patrimonio culturale. È realizzato in collaborazione con la più importante Rete di ricerca Europea sui Musei Virtuali, V-Must, e coordinato da Sofia Pescarin dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR.

La tradizionale campagna estiva di rilevamento e analysis dell'arte rupestre della Valcamonica si è conclusa con nuove scoperte e importanti conclusioni. Il team del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), guidato da Prof. Umberto Sansoni e Prof.ssa Silvana Gavaldo, ha concentrato la sua ricerca sulle aree rupestri di Foppe di Nadro e della Boscatelle vicina. La suggestive area, apparsa nella comune di Ceto e inclusa nella Riserva naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, continua a permettere rilevanti scoperte, a decennio dall'inizio dei rilevamenti. FOPPE DI NADRO: rilevata in passato solo in sommità, la Roccia 24, superficie storicamente dominata dall'età media-tarda del Ferro, si rivela molto ricca di composizioni assai interessanti. Il settore sottostante presenta il tema del cervo cavalcato e della caccia al cervo: esso certamente non rappresenta un tentativo di domesticazione dell'animal, ma pone le basi per una simbolica lettura di tale animale, considerato nobile e prestigioso sino in era storica.
La tradizionale campagna estiva di rilevamento e analysis dell'arte rupestre della Valcamonica si è conclusa con nuove scoperte e importanti conclusioni. Il team del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), guidato da Prof. Umberto Sansoni e Prof.ssa Silvana Gavaldo, ha concentrato la sua ricerca sulle aree rupestri di Foppe di Nadro e della Boscatelle vicina. La suggestive area, apparsa nella comune di Ceto e inclusa nella Riserva naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, continua a permettere rilevanti scoperte, a decennio dall'inizio dei rilevamenti. FOPPE DI NADRO: rilevata in passato solo in sommità, la Roccia 24, superficie storicamente dominata dall'età media-tarda del Ferro, si rivela molto ricca di composizioni assai interessanti. Il settore sottostante presenta il tema del cervo cavalcato e della caccia al cervo: esso certamente non rappresenta un tentativo di domesticazione dell'animal, ma pone le basi per una simbolica lettura di tale animale, considerato nobile e prestigioso sino in era storica.

Nuove scoperte sull’arte rupestre della Valcamonica

19 Settembre, 2013
Categorie:  Campi Scavo Comunicati stampa Nuovi Ritrovamenti Preistoria Scavi
Tags:  campo scavo   pitture rupestri   valcamonica  

La tradizionale campagna estiva di rilevamento ed analisi dell’ arte rupestre della Valcamonica si è conclusa con nuovi ritrovamenti e importanti conferme. L" équipe del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), guidata dal Prof. Umberto Sansoni e dalla Prof.ssa Silvana Gavaldo, ha concentrato la propria indagine presso le aree rupestri di Foppe di Nadro e dell’adiacente Boscatelle. La suggestiva area, appartenente al comune di Ceto e inclusa nella Riserva naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, continua a permettere rilevanti scoperte, a decenni dall" inizio dei rilevamenti.

L'Out of Africa, quali sono state le tracce intraprese dai primi Uomini Anatomicamente Moderni avventurati fuori dall'Africa, se spinero lungo il Mediterraneo o costeggiarono il Danubio, è sempre stata una domanda centrale per i ricercatori preistorici, e il Medio Oriente è considerato una regione chiave, in quanto si trova all'incrocio tra tre continenti. Il modello dell'Out-of-Africa sostiene che gli uomini anatomicamente moderni (AMH – anatomically modern humans, ovvero l'homo sapiens) si sono evoluti in Africa e si sono diffusi in Asia e, più tardi, in Europa. Vediamo in dettaglio le nuove scoperte di un team di scienziati guidati da Katerina Douka della Scuola di Archeologia dell'Università di Oxford, che presentano i risultati della loro ricerca su Plos One. Le paleoantropologiche prove dal Vicino Oriente sono quindi di grande importanza, pur essendo scarse per l'AMH. Dal sito chiave di Ksar Akil (Lebano) sono stati recentemente riscoperti dei frammenti fossili umani collegati direttamente con degli insiemi archeologici delle fasi iniziali del Paleolitico superiore.
L'Out of Africa, quali sono state le tracce intraprese dai primi Uomini Anatomicamente Moderni avventurati fuori dall'Africa, se spinero lungo il Mediterraneo o costeggiarono il Danubio, è sempre stata una domanda centrale per i ricercatori preistorici, e il Medio Oriente è considerato una regione chiave, in quanto si trova all'incrocio tra tre continenti. Il modello dell'Out-of-Africa sostiene che gli uomini anatomicamente moderni (AMH – anatomically modern humans, ovvero l'homo sapiens) si sono evoluti in Africa e si sono diffusi in Asia e, più tardi, in Europa. Vediamo in dettaglio le nuove scoperte di un team di scienziati guidati da Katerina Douka della Scuola di Archeologia dell'Università di Oxford, che presentano i risultati della loro ricerca su Plos One. Le paleoantropologiche prove dal Vicino Oriente sono quindi di grande importanza, pur essendo scarse per l'AMH. Dal sito chiave di Ksar Akil (Lebano) sono stati recentemente riscoperti dei frammenti fossili umani collegati direttamente con degli insiemi archeologici delle fasi iniziali del Paleolitico superiore.

Out-of-Africa e industrie di transizione: nuovi dati e nuovi dubbi dal Libano

18 Settembre, 2013
Categorie:  Evoluzione Preistoria
Tags:  conchiglie   libano   oxford   radiocarbonio   transizione   uomini anatomicamente moderni  

L’Out of Africa, quali siano state le tratte intraprese dai primi Uomini Anatomicamente Moderni avventuratisi fuori dall’Africa, se si spinsero lungo il Mediterraneo o costeggiarono il fiume Danubio, è sempre stata una domanda centrale per i ricercatori preistorici, ed il Medio Oriente è considerato una regione chiave, in quanto si trova all’incrocio tra tre continenti. Il modello dell’Out-of-Africa sostiene che gli uomini anatomicamente moderni (AMH – anatomically modern humans, ovvero l’homo sapiens) si evolvettero in Africa e da li si dispersero in Asia e, più tardi, in Europa.

Il villaggio preistorico di Nola, sito archeologico dell'Età del Bronzo di inestimabile valore, sarà di nuovo interrato per le disposizioni della Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Il pasākumu si è reso necessario perché, dal 2007 a oggi, non è stato in grado di arginare la falda acquifera che, in sette anni, ha sommerso il sito sotto due metri d'acqua. Scoperto nel 2001 il luogo Croce del Papa, al confine tra Nola e Saviano, il villaggio preistorico costituisce una delle più estese e meglio conservate testimonianze dell'Età del Bronzo. L'intero sito fu in effetti sepolto dall'eruzione del Vesuvio denominata "delle Pomici di Avellino", risalente al 1860 avanti Cristo, centinaia e centinaia di anni prima che avvenisse quella che distrusse Pompei e Ercolano. Le capanne dell'antico abitato si sono così conservate fino a oggi grazie allo stesso principio che ha reso possibile la conservazione delle due cittadine vesuviane: fango e cenere che ricoprono gli oggetti e li conservano dal corso del tempo. Prima di procedere all'interramento, alcuni archaeologi opereranno sotto l'acqua per fornire alla futura conservazione del sito operando sacche di sabbia.
Il villaggio preistorico di Nola, sito archeologico dell'Età del Bronzo di inestimabile valore, sarà di nuovo interrato per le disposizioni della Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Il pasākumu si è reso necessario perché, dal 2007 a oggi, non è stato in grado di arginare la falda acquifera che, in sette anni, ha sommerso il sito sotto due metri d'acqua. Scoperto nel 2001 il luogo Croce del Papa, al confine tra Nola e Saviano, il villaggio preistorico costituisce una delle più estese e meglio conservate testimonianze dell'Età del Bronzo. L'intero sito fu in effetti sepolto dall'eruzione del Vesuvio denominata "delle Pomici di Avellino", risalente al 1860 avanti Cristo, centinaia e centinaia di anni prima che avvenisse quella che distrusse Pompei e Ercolano. Le capanne dell'antico abitato si sono così conservate fino a oggi grazie allo stesso principio che ha reso possibile la conservazione delle due cittadine vesuviane: fango e cenere che ricoprono gli oggetti e li conservano dal corso del tempo. Prima di procedere all'interramento, alcuni archaeologi opereranno sotto l'acqua per fornire alla futura conservazione del sito operando sacche di sabbia.

Nola: il villaggio dell’età del bronzo verrà nuovamente interrato

17 Settembre, 2013
Categorie:  Comunicati stampa Mala Archeologia Preistoria
Tags:  età del bronzo   nola   villaggio  

Il villaggio preistorico di Nola, sito archeologico dell’Età del Bronzo di inestimabile valore, sarà nuovamente interrato per disposizioni della Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Il provvedimento si è reso necessario poiché, dal 2007 a oggi, non si è stati in grado di arginare la falda acquifera che, in sette anni, ha sommerso il sito sotto due metri d’acqua. Scoperto nel 2001 il località Croce del Papa, al confine tra Nola e Saviano, il villaggio preistorico costituisce una delle più estese e meglio conservate testimonianze dell’Età del Bronzo.

Lavoro: Oxford Archaeology ricerca assistenti di scavo

17 Settembre, 2013
Categorie:  Lavoro
Tags:  assistenti di scavo   Lavoro   offerte di lavoro   oxford  

Oxford Archaeology sta ricercando vari Assistenti di scavo da assumere per i suoi uffici nel Regno Unito, con vari gradi di esperienza (min. 6 mesi). Il salario varia in base all’esperienza del candidato. Ecco il link del sito web a cui inviare le candidature: www.oxfordarchaeology.com per vedere l’offerta di lavoro completa seguire invece questo link: <http: field_arch.pdf="" images="" oxfordarchaeology.com="" pdfs=""> Chiusura delle candidature: 11 ottobre 2013. In bocca al lupo!</http:>

Paleosismologia – l’archeologia dei terremoti riunisce Italia e Israele

16 Settembre, 2013
Categorie:  Conferenze Curiosità
Tags:  archeologia   israele   paleosismologia   terremoti  

Lo studio dei livelli di sismicita" di alcune zone del mondo puo" avvalersi talvolta anche dell’archeologia e della documentazione storica. Questo il punto di partenza di una conferenza bilaterale sullo studio dei terremoti in terre antiche ("Dagli Appennini al Levante") apertasi oggi nel Kibbutz Maagan (Tiberiade): proprio in una zona altamente sismica, il “great rift valley”. Organizzato col sostegno dell’Ambasciata di Italia in Israele, il simposio vedra" nei prossimi giorni 10 esperti italiani confrontarsi con i loro colleghi israeliani.

Una fornace romana e un elefante dell’età paleolitica sono stati scoperti nella comune di Bagnoregio, nella provincia di Viterbo, nelle locali di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è finita alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. Circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nella comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elefante dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali. Una scoperta a dir poco eccezionale: la terra ha conservato, oltretutto in buone condizioni, lo scheletro di un elefante per circa 750 mila anni. Durante gli scavi sono stati circoscritti tre quadranti: nel primo è stato rinvenuto l’epifisi; nel secondo la testa dell’omero e altre due costole; nel terzo i vertebre e tutto il processo spinale.
Una fornace romana e un elefante dell’età paleolitica sono stati scoperti nella comune di Bagnoregio, nella provincia di Viterbo, nelle locali di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è finita alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. Circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nella comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elefante dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali. Una scoperta a dir poco eccezionale: la terra ha conservato, oltretutto in buone condizioni, lo scheletro di un elefante per circa 750 mila anni. Durante gli scavi sono stati circoscritti tre quadranti: nel primo è stato rinvenuto l’epifisi; nel secondo la testa dell’omero e altre due costole; nel terzo i vertebre e tutto il processo spinale.

Fornace romana e elefante paleolitico. Nuovi reperti dal viterbese

12 Settembre, 2013
Categorie:  Archeozoologia Comunicati stampa Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  elefante   fornace romana   paleolitico   Viterbo  

Una fornace romana e un elephant dell’età paleolitica sono stati scoperti nel comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nelle località di Vetriolo e Castel Cellesi. La campagna di scavo è terminata alla fine di agosto e i reperti sono stati accuratamente coperti in attesa di una relazione dettagliata, video-fotografica, da parte della Soprintendenza. A circa due chilometri dalla frazione di Castel Cellesi, invece, sempre nel comune di Bagnoregio, su una strada di proprietà dell’università Agraria, sono stati ritrovati i resti di un elephant dell’età paleolitica: 4 metri di altezza per 120 quintali.

Si aprirà il 10 settembre nel cortile del Palazzo del Rettorato dell'Università di Siena, con l'inaugurazione alle 18, la mostra multisensoriale "Non solo pane". Un speciale percorso da esplorare attraverso il tatto e l'olfatto, con gli occhi bendati, guiderà i visitatori nella preistoria, illustrando come l'uomo procurava e gestiva le risorse alimentari, come raccoglieva i prodotti della terra e come li cucinava e conservava. L'esposizione, pensata per un ampio pubblico, mira a far conoscere a ogni visitatore aspetti storici-archeologici e naturalistici, stimolando l'uso di quelle capacità sensoriali di solito meno utilizzate nella vita quotidiana e, specificamente, nella fruizione di occasioni culturali. La mostra è organizzata e allestita secondo le linee guida del design for all, dall'ufficio Accoglienza disabili e servizi Dsa dell'Ateneo, in collaborazione con l'Interuniversity Research Center for the study and promotion of Prehistoric cultures, technologies and landscapes e con il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali – Area di Preistoria dell'Università di Siena, con l'Unione Italiana Ciechi e il Laboratorio dell'Accessibilità Universale di Buonconvento (LAU).
Si aprirà il 10 settembre nel cortile del Palazzo del Rettorato dell'Università di Siena, con l'inaugurazione alle 18, la mostra multisensoriale "Non solo pane". Un speciale percorso da esplorare attraverso il tatto e l'olfatto, con gli occhi bendati, guiderà i visitatori nella preistoria, illustrando come l'uomo procurava e gestiva le risorse alimentari, come raccoglieva i prodotti della terra e come li cucinava e conservava. L'esposizione, pensata per un ampio pubblico, mira a far conoscere a ogni visitatore aspetti storici-archeologici e naturalistici, stimolando l'uso di quelle capacità sensoriali di solito meno utilizzate nella vita quotidiana e, specificamente, nella fruizione di occasioni culturali. La mostra è organizzata e allestita secondo le linee guida del design for all, dall'ufficio Accoglienza disabili e servizi Dsa dell'Ateneo, in collaborazione con l'Interuniversity Research Center for the study and promotion of Prehistoric cultures, technologies and landscapes e con il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali – Area di Preistoria dell'Università di Siena, con l'Unione Italiana Ciechi e il Laboratorio dell'Accessibilità Universale di Buonconvento (LAU).

“Non solo pane”, a Siena la preistoria diventa accessibile e multisensoriale

8 Settembre, 2013
Categorie:  Mostre Preistoria Visite
Tags:  accessibilità   Musei   Preistoria   sensi   siena  

Si aprirà il 10 settembre nel cortile del Palazzo del Rettorato dell’Università di Siena, con l’inaugurazione alle ore 18, la mostra multisensoriale “Non solo pane”. Uno speciale percorso da esplorare attraverso il tatto e l’olfatto, ad occhi bendati, condurrà i visitatori nella preistoria, illustrando come l’uomo si procurava e gestiva le risorse alimentari, come raccoglieva i prodotti della terra e come li cucinava e conservava. L’esposizione, pensata per un pubblico ampio, mira a far conoscere ad ogni visitatore aspetti storico-archeologici e naturalistici, stimolandolo all’uso di quelle capacità sensoriali di solito meno utilizzate nella vita quotidiana e, specificamente, nella fruizione di occasioni culturali.

Un nuovo scavo dell'Università Ca" Foscari di Venezia si avverrà in settembre nell'area peri-lagunare di Jesolo alla ricerca di un antico abitato. L'attività di scavo si avverrà per tutto il mese di September 2013 e coinvolgerà studenti provenienti da diversi Atenei, Italiani e stranieri. Dopo una prima campagna di ricerca svolta nel 2011 nell'area Le Mure "" S.Maria Assunta, si è deciso di approfondire la ricerca con un programma di ricerca pluriennale che sarà anche esperienza didattica per gli studenti. Da diversi anni l'Insegnamento di Archeologia Medievale dell'Università Ca" Foscari di Venezia è impegnato in progetti di ricerca legate agli ambienti lagunari e perilagunari. tali attività si avverranno, fino ad oggi, all'interno della Laguna di Venezia (con i scavi nelle isole di San Giacomo in Paludo e San Lorenzo di Ammiana) e hanno avuto come principale obiettivo la ricostruzione dei processi insediativi che tra la Tarda Antichità e l'Alto Medioevo hanno ridisgnato la fisionomia di questi spazi. In questa ottica, è emerso con sempre più chiarezza il ruolo fatto, proprio in questi periodi, da uno di questi centri, cioè Jesolo, oggi in un'area peri-lagunare.
Un nuovo scavo dell'Università Ca" Foscari di Venezia si avverrà in settembre nell'area peri-lagunare di Jesolo alla ricerca di un antico abitato. L'attività di scavo si avverrà per tutto il mese di September 2013 e coinvolgerà studenti provenienti da diversi Atenei, Italiani e stranieri. Dopo una prima campagna di ricerca svolta nel 2011 nell'area Le Mure "" S.Maria Assunta, si è deciso di approfondire la ricerca con un programma di ricerca pluriennale che sarà anche esperienza didattica per gli studenti. Da diversi anni l'Insegnamento di Archeologia Medievale dell'Università Ca" Foscari di Venezia è impegnato in progetti di ricerca legate agli ambienti lagunari e perilagunari. tali attività si avverranno, fino ad oggi, all'interno della Laguna di Venezia (con i scavi nelle isole di San Giacomo in Paludo e San Lorenzo di Ammiana) e hanno avuto come principale obiettivo la ricostruzione dei processi insediativi che tra la Tarda Antichità e l'Alto Medioevo hanno ridisgnato la fisionomia di questi spazi. In questa ottica, è emerso con sempre più chiarezza il ruolo fatto, proprio in questi periodi, da uno di questi centri, cioè Jesolo, oggi in un'area peri-lagunare.

Nuovo scavo della Ca" Foscari a Jesolo, tra abitati medievali e mare

7 Settembre, 2013
Categorie:  Campi Scavo Medioevo Scavi
Tags:  archeologia medievale   jesolo   scavo archeologico  

Un nuovo scavo dell’Università Ca" Foscari di Venezia si avvierà in settembre nell’area peri-lagunare di Jesolo alla ricerca di un antico abitato. L’attività di scavo si svolgerà per tutto il mese di settembre 2013 e coinvolgerà studenti provenienti da diversi Atenei, italiani e stranieri. Dopo una prima campagna di survey svolta nel 2011 nell’area Le Mure ““ S.Maria Assunta, si è deciso di approfondire l’indagine con un programma di ricerca pluriennale che sarà anche esperienza didattica per gli studenti.

Stabilita una nuova data di origin dell'Antico Egitto. Utilizzando tecniche al radiocarboneo e modelli al computer, un team di ricercatori britannici ha dimostrato che il primo sovrano della civiltà è salito al potere nel 3.100 avanti Cristo circa. L'indagine, pubblicata sui Proceedings of the Royal Society A (vedi l'articolo originale), è stata condotta da Michael Dee (Research Laboratory for Archaeology – University of Oxford). Finora la cronologia dei primi giorni d'Egitto si era basata su stime approssimative. In assenza di documenti scritti, una timeline è stata ipotizzata esaminando gli stili evoluti delle ceramiche ritrovate nelle sepolture. Considerando le informazioni raccolte precedentemente, il periodo predinastico, fase in cui i primi gruppi iniziarono a stabilirsi lungo il Nilo e a coltivare la terra, sarebbe iniziato nel 4000 avanti Cristo. Adesso la nuova analisi rivela che questo processo è in realtà iniziato più tardi, tra il 3700 e il 3600 avanti Cristo. Il team ha scoperto che poche centinaia di anni più tardi, da circa il 3100 avanti Cristo in poi, i gruppi si organizzarono in una società governata da un re.
Stabilita una nuova data di origin dell'Antico Egitto. Utilizzando tecniche al radiocarboneo e modelli al computer, un team di ricercatori britannici ha dimostrato che il primo sovrano della civiltà è salito al potere nel 3.100 avanti Cristo circa. L'indagine, pubblicata sui Proceedings of the Royal Society A (vedi l'articolo originale), è stata condotta da Michael Dee (Research Laboratory for Archaeology – University of Oxford). Finora la cronologia dei primi giorni d'Egitto si era basata su stime approssimative. In assenza di documenti scritti, una timeline è stata ipotizzata esaminando gli stili evoluti delle ceramiche ritrovate nelle sepolture. Considerando le informazioni raccolte precedentemente, il periodo predinastico, fase in cui i primi gruppi iniziarono a stabilirsi lungo il Nilo e a coltivare la terra, sarebbe iniziato nel 4000 avanti Cristo. Adesso la nuova analisi rivela che questo processo è in realtà iniziato più tardi, tra il 3700 e il 3600 avanti Cristo. Il team ha scoperto che poche centinaia di anni più tardi, da circa il 3100 avanti Cristo in poi, i gruppi si organizzarono in una società governata da un re.

6 Settembre, 2013
Categorie:  Egizi Pubblicazioni
Tags:  datazioni   Egitto   oxford   radiocarbonio  

Stabilita una nuova data di origine dell’Antico Egitto. Utilizzando tecniche al radiocarbonio e modelli al computer, un team di ricercatori britannici ha dimostrato che il primo sovrano della civiltà è salito al potere nel 3.100 avanti Cristo circa. L’indagine, pubblicata sui Proceedings of the Royal Society A (vedi l’articolo originale), è stata condotta da Michael Dee (Research Laboratory for Archaeology – University of Oxford). Finora la cronologia dei primi giorni d’Egitto si era basata su stime approssimative.


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