Genetica

Basandosi su nuove scoperte di DNA fossile, ricercatori ipotizzano che un'ondata migratoria di Early Sapiens, o una specie molto vicina alla nostra, sia arrivata dall'Africa all'Europa. In Europa, si sarebbero incrociati con il Neanderthal, per poi scomparire completamente. Ma parte del loro patrimonio genetico continuò a sopravvivere tutto l'interno del DNA neandertaliano. Leggetevi l'articolo completo del New York Times per un affascinante resoconto sugli studi genetici, sul rapporto Neandertal, Denisovan e Sapiens, e sulle recenti scoperte ed anticipazioni per il futuro.
Basandosi su nuove scoperte di DNA fossile, ricercatori ipotizzano che un'ondata migratoria di Early Sapiens, o una specie molto vicina alla nostra, sia arrivata dall'Africa all'Europa. In Europa, si sarebbero incrociati con il Neanderthal, per poi scomparire completamente. Ma parte del loro patrimonio genetico continuò a sopravvivere tutto l'interno del DNA neandertaliano. Leggetevi l'articolo completo del New York Times per un affascinante resoconto sugli studi genetici, sul rapporto Neandertal, Denisovan e Sapiens, e sulle recenti scoperte ed anticipazioni per il futuro.

DNA Neandertaliano per ricostruire sconosciute migrazioni Sapiens

6 Luglio, 2017
Categorie:  Evoluzione Genetica Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Preistoria

Basandosi su nuove scoperte di DNA fossile, ricercatori ipotizzano che un’ondata migratoria di Early Sapiens, o una specie molto vicina alla nostra, sia arrivata dall’Africa all’Europa. In Europa, si sarebbero incrociati con Neandertal, per poi scomparire completamente. Ma parte del loro patrimonio genetico continuò a sopravvivere all’interno del DNA neandertaliano. Leggetevi l’articolo completo del New York Times per un affascinante recap sugli studi genetici, sul rapporto Neandertal, Denisovan e Sapiens, e sulle recenti scoperte ed anticipazioni per il futuro.

Nuove fotografie di una coppia di cuccioli di leoni delle caverne ritrovati congelati in Siberia possono gettare nuova luce su questa specie estinta da 10000 anni. I ricercatori russi hanno svelato nuovi dettagli sui cuccioli in una recente conferenza stampa. Ritrovati da cercatori di zanne di mammut siberiani, al primo istante non era stata riconosciuta la loro importanza, per cui erano stati messi a riparo in un ghiacciaio, in attesa dell’arrivo di scienziati per l’analisi. Uyan e Dina, chiamati così per il fiume Uyandina in cui sono stati trovati, potranno fornire preziose informazioni sulle specie che abitavano Eurasia e Nord America e sull’ambiente nel tardiglaciale. I cuccioli avevano solo qualche settimana al momento della loro morte, così piccoli che i loro dentini da latte ancora non erano spuntati. Probabilmente sono morti a causa del crollo del tetto della loro tana. Fino ad oggi i leoni delle caverne, una sotto specie di Panthera leo, erano conosciuti solo da ossa e tracce. Uyan e Dina forniscono la prima possibilità di analizzare i tessuti molli, pelliccia, organi interni e il loro patrimonio genetico. Originale article: http://news.nationalgeographic.
Nuove fotografie di una coppia di cuccioli di leoni delle caverne ritrovati congelati in Siberia possono gettare nuova luce su questa specie estinta da 10000 anni. I ricercatori russi hanno svelato nuovi dettagli sui cuccioli in una recente conferenza stampa. Ritrovati da cercatori di zanne di mammut siberiani, al primo istante non era stata riconosciuta la loro importanza, per cui erano stati messi a riparo in un ghiacciaio, in attesa dell’arrivo di scienziati per l’analisi. Uyan e Dina, chiamati così per il fiume Uyandina in cui sono stati trovati, potranno fornire preziose informazioni sulle specie che abitavano Eurasia e Nord America e sull’ambiente nel tardiglaciale. I cuccioli avevano solo qualche settimana al momento della loro morte, così piccoli che i loro dentini da latte ancora non erano spuntati. Probabilmente sono morti a causa del crollo del tetto della loro tana. Fino ad oggi i leoni delle caverne, una sotto specie di Panthera leo, erano conosciuti solo da ossa e tracce. Uyan e Dina forniscono la prima possibilità di analizzare i tessuti molli, pelliccia, organi interni e il loro patrimonio genetico. Originale article: http://news.nationalgeographic.

Ecco a voi Uyan e Dina, cuccioli congelati di leoni delle caverne

20 Novembre, 2015
Categorie:  Archeozoologia Comunicati stampa Curiosità Estero Genetica Nuovi Ritrovamenti Preistoria

Nuove fotografie di una coppia di cuccioli di leoni delle caverne ritrovati congelati in Siberia possono gettare nuova luce su questa specie estinta da 10000 anni. I ricercatori russi hanno svelato nuovi dettagli sui cuccioli in una recente conferenza stampa. Ritrovati da cercatori di zanne di mammut siberiani, al primo istante non era stata riconosciuta la loro importanza, per cui erano stati messi a riparo in un ghiacciaio, in attesa dell’arrivo di scienziati per l’analisi.

Il Max Planck Institute for the Science of Human History a Jena (Germania) offre una posizione per un ricercatore post-doc nel campo dell’archeologia orientale. La posizione è legata al gruppo di ricerca Eurasia3angle. Il gruppo interdisciplinario si focalizzerà su "Millet and beans, language and genes. The origin and dispersal of the Transeurasian family." Il post-doc ha la durata di 4 anni a partire da Aprile-September 2016. Requisiti cerut: un PhD in archeologia orientale e conoscenza di statistica multivariata. Se interessati, inviare la propria application a Martine Robbeets (robbeets@shh.mpg.de) entro il 1 gennaio 2016. Documenti cerut: (i) una lettera di motivazione che spieghi come avete raggiunto le competenze (max. 500 parole) (ii) una breve proposta di ricerca specificando come potete contribuire a questo progetto (max. 1000 parole) (iii) un curriculum vitae che indica il background educativo, l'esperienza di ricerca precedente e l' storia delle pubblicazioni. (iv) una copia della vostra dissertazione di dottorato (v) i contatti per tre riferimenti (vi) lettere di raccomandazione da tre referei inviate direttamente dal referee a Martine Robbeets Per informazioni: http://www.shh.mpg.
Il Max Planck Institute for the Science of Human History a Jena (Germania) offre una posizione per un ricercatore post-doc nel campo dell’archeologia orientale. La posizione è legata al gruppo di ricerca Eurasia3angle. Il gruppo interdisciplinario si focalizzerà su "Millet and beans, language and genes. The origin and dispersal of the Transeurasian family." Il post-doc ha la durata di 4 anni a partire da Aprile-September 2016. Requisiti cerut: un PhD in archeologia orientale e conoscenza di statistica multivariata. Se interessati, inviare la propria application a Martine Robbeets ([email protected]) entro il 1 gennaio 2016. Documenti cerut: (i) una lettera di motivazione che spieghi come avete raggiunto le competenze (max. 500 parole) (ii) una breve proposta di ricerca specificando come potete contribuire a questo progetto (max. 1000 parole) (iii) un curriculum vitae che indica il background educativo, l'esperienza di ricerca precedente e l' storia delle pubblicazioni. (iv) una copia della vostra dissertazione di dottorato (v) i contatti per tre riferimenti (vi) lettere di raccomandazione da tre referei inviate direttamente dal referee a Martine Robbeets Per informazioni: http://www.shh.mpg.

Max Planck Institute cerca post-doc in archeologia orientale

5 Novembre, 2015
Categorie:  Bandi e concorsi Estero Evoluzione Genetica Lavoro

Il Max Planck Institute for the Science of Human History a Jena (Germania) offre una posizione per un ricercatore post-doc nel campo dell’archeologia orientale. La posizione è legata al gruppo di ricerca Eurasia3angle. Il gruppo interdisciplinario si focalizzerà su “Millet and beans, language and genes. The origin and dispersal of the Transeurasian family.” Il post-doc ha la durata di 4 anni a partire da aprile-settembre 2016. Requisiti richiesti: un PhD in archeologia orientale e conoscenza di statistica multivariata.

"‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati nelle strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recenti di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento più antico, la costola, ad un Denisoviano. Qualsiasi siano i risultati, saranno comunque preziosi per comprendere le interazioni tra uomini moderni, Neanderthal e Denisoviani ad Altai. La caverna di trova nella regione dell'Altai, sulla riva sinistra del fiume Inya. Article originale: http://siberiantimes.
"‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati nelle strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recenti di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento più antico, la costola, ad un Denisoviano. Qualsiasi siano i risultati, saranno comunque preziosi per comprendere le interazioni tra uomini moderni, Neanderthal e Denisoviani ad Altai. La caverna di trova nella regione dell'Altai, sulla riva sinistra del fiume Inya. Article originale: http://siberiantimes.

Nuove scoperte antropologiche dalla regione Altai in Siberia

21 Agosto, 2015
Categorie:  Estero Evoluzione Genetica Nuovi Ritrovamenti

“‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati negli strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recente di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento piu’ antico, la costola, ad un Denisoviano.

Un'incredibile scoperta potrebbe riscrivere libri di testo, dopo che un paleontologo ha trovato accidentalmente sangue e tessuti morbidi conservati nei fossili di dinosauri spazzati. Se provati, la scienza si aspetta risposte alle vecchie domande, tra cui: "Possiamo risvegliare i dinosauri?" Le cellule sanguigni rossi e le fibre di collagene sono state scoperte per caso quando Sergio Bertazzo del Imperial College di Londra e Susannah Maidment stavano esaminando l'accumulo di calcio nei vasi sanguigni umani. Bertazzo voleva fare qualche esame usando microscopi elettronici e alla fine ha chiesto al Natural History Museum alcuni fossili per verificare le sue scoperte, secondo il IB Times. Hanno ricevuto otto pezzi, tutti stimati a 75 milioni di anni. Quello che la coppia ha trovato potrebbe dimostrare che abbiamo continuato a guardare i dinosauri nel modo sbagliato: suggerisce che quasi tutte le scienze fossili studiate nel secolo scorso potrebbero contenere campioni di sangue e tessuti altrettanto ben conservati, rispondendo a domande sull'evoluzione dei dinosauri, sulla fisiologia, sul comportamento, e se il loro DNA potrebbe anche essere intatto. Da lì in poi, stiamo entrando nel territorio della scienza. Lo studio accompagnante è stato pubblicato nella rivista Nature Communications. Articolo originale: http://rt.
Un'incredibile scoperta potrebbe riscrivere libri di testo, dopo che un paleontologo ha trovato accidentalmente sangue e tessuti morbidi conservati nei fossili di dinosauri spazzati. Se provati, la scienza si aspetta risposte alle vecchie domande, tra cui: "Possiamo risvegliare i dinosauri?" Le cellule sanguigni rossi e le fibre di collagene sono state scoperte per caso quando Sergio Bertazzo del Imperial College di Londra e Susannah Maidment stavano esaminando l'accumulo di calcio nei vasi sanguigni umani. Bertazzo voleva fare qualche esame usando microscopi elettronici e alla fine ha chiesto al Natural History Museum alcuni fossili per verificare le sue scoperte, secondo il IB Times. Hanno ricevuto otto pezzi, tutti stimati a 75 milioni di anni. Quello che la coppia ha trovato potrebbe dimostrare che abbiamo continuato a guardare i dinosauri nel modo sbagliato: suggerisce che quasi tutte le scienze fossili studiate nel secolo scorso potrebbero contenere campioni di sangue e tessuti altrettanto ben conservati, rispondendo a domande sull'evoluzione dei dinosauri, sulla fisiologia, sul comportamento, e se il loro DNA potrebbe anche essere intatto. Da lì in poi, stiamo entrando nel territorio della scienza. Lo studio accompagnante è stato pubblicato nella rivista Nature Communications. Articolo originale: http://rt.

Scoperta accidentale di sangue e collagene in fossili di dinosauro

15 Giugno, 2015
Categorie:  Curiosità Genetica Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Nuovi Ritrovamenti Paleontologia

An amazing discovery could rewrite textbooks, after a paleontologist accidentally found blood and soft tissue preserved in tattered dinosaur fossils. If proven, science expects answers to age-old questions, including: "Can we resurrect dinosaurs?" The red blood cells and collagen fibers were discovered by chance when Imperial College London’s Sergio Bertazzo and Susannah Maidment were examining the buildup of calcium in human blood vessels. Bertazzo wanted to perform a few tests using electronic microscopes and ended up asking the Natural History Museum for some fossils to test his findings, according to the IB Times.

Da un osso mascellare di UAM, o homo sapiens, scoperto nel 2002 in Romania, è stato estratto ed analizzato un campione di DNA. I risultati dell’analisi sono stati sorprendenti: dal 4.8% al 11.3% del genoma del ragazzo rumeno paleolitico ha derivazione neandertaliana. Questa è la prima e vera prova di un incrocio neandertal-sapiens in territorio europeo! “Un giovane uomo che viveva in Romania da 37 000 a 42 000 anni ereditò circa un decimo del suo DNA da un antenato neandertal, secondo un nuovo studio dell’antico DNA. Da quando i spelucchierini hanno trovato un robusto cranio in una grotta in Romania nel 2002, alcuni paleoantropologi hanno pensato che i suoi enormi denti di saggezza e altre caratteristiche assomigliassero a quelli dei Neanderthal anche se il fossile era un umano moderno. Ora, sequenziando parti informativi del genoma dell’uomo rumano, un team internazionale di ricercatori ha scoperto che aveva ereditato 4.8% a 11.3% del suo genoma da un Neandertal che viveva solo 200 anni prima, secondo un discorso di questo mese al Cold Spring Harbor Laboratory a New York.
Da un osso mascellare di UAM, o homo sapiens, scoperto nel 2002 in Romania, è stato estratto ed analizzato un campione di DNA. I risultati dell’analisi sono stati sorprendenti: dal 4.8% al 11.3% del genoma del ragazzo rumeno paleolitico ha derivazione neandertaliana. Questa è la prima e vera prova di un incrocio neandertal-sapiens in territorio europeo! “Un giovane uomo che viveva in Romania da 37 000 a 42 000 anni ereditò circa un decimo del suo DNA da un antenato neandertal, secondo un nuovo studio dell’antico DNA. Da quando i spelucchierini hanno trovato un robusto cranio in una grotta in Romania nel 2002, alcuni paleoantropologi hanno pensato che i suoi enormi denti di saggezza e altre caratteristiche assomigliassero a quelli dei Neanderthal anche se il fossile era un umano moderno. Ora, sequenziando parti informativi del genoma dell’uomo rumano, un team internazionale di ricercatori ha scoperto che aveva ereditato 4.8% a 11.3% del suo genoma da un Neandertal che viveva solo 200 anni prima, secondo un discorso di questo mese al Cold Spring Harbor Laboratory a New York.

Genetica: ecco la prima prova di incrocio Neandertal – Sapiens in Europa!

27 Maggio, 2015
Categorie:  Evoluzione Genetica Preistoria

Da un osso mascellare di UAM, o homo sapiens, scoperto nel 2002 in Romania, è stato estratto ed analizzato un campione di DNA. I risultati dell’analisi sono stati sorprendenti: dal 4.8% al 11.3% del genoma del ragazzo rumeno paleolitico ha derivazione neandertaliana. Questa è la prima e vera prova di un incrocio neandertal-sapiens in territorio europeo! “A young man who lived in Romania 37,000 to 42,000 years inherited as much as one-tenth of his DNA from a Neandertal ancestor, according to a new study of ancient DNA.


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