Scavi

Il volto di Francesco Belleardi (fonte: www.archeobologna.beniculturali.it) A due secoli dalla sua distruzione, è così possibile rivedere quel volto: il monumento funebre, terminato nel 1529 dal famoso plasticatore modenese ricordato da Michelangelo ma oggi sconosciuto ai più, era stato demolito a martellate dalle truppe di Napoleone nel 1807, dopo aver ridotto la chiesa a stalla per la cavalleria di passaggio. "L'episodio - sottolinea Daniela Ferriani della Soprintendenza per il patrimonio storico e artistico di Modena - è paradigmatico di quanto si legge nei manuali di esempi prodotti nelle chiese italienne dalle milizie francesi. I frammenti ritrovati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna sotto il pavimento testimoniano la 'perizia' con cui il marzo francese li ridusse al minimo delle dimensioni, ottimali perché il massatto pavimentale con essi realizzato lasciasse l'urina dei cavalli più scolare".
Il volto di Francesco Belleardi (fonte: www.archeobologna.beniculturali.it) A due secoli dalla sua distruzione, è così possibile rivedere quel volto: il monumento funebre, terminato nel 1529 dal famoso plasticatore modenese ricordato da Michelangelo ma oggi sconosciuto ai più, era stato demolito a martellate dalle truppe di Napoleone nel 1807, dopo aver ridotto la chiesa a stalla per la cavalleria di passaggio. "L'episodio - sottolinea Daniela Ferriani della Soprintendenza per il patrimonio storico e artistico di Modena - è paradigmatico di quanto si legge nei manuali di esempi prodotti nelle chiese italienne dalle milizie francesi. I frammenti ritrovati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna sotto il pavimento testimoniano la 'perizia' con cui il marzo francese li ridusse al minimo delle dimensioni, ottimali perché il massatto pavimentale con essi realizzato lasciasse l'urina dei cavalli più scolare".

Modena – Tra i pezzi del monumento funebre Belleardi ritrovato anche il volto di Francesco

20 Febbraio, 2008
Categorie:  Medioevo Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  Antonio Begarelli   Belleardi   emilia   modena  

Modena, febbraio 2008 – Un ritrovamento definito eccezionale dalla soprintendenza che – assieme alla speranza di una ricostruzione anche parziale del monumento – riapre una ferita mai sanata nella storia modenese. Gli scavi archeologici nella Chiesa di San Francesco hanno portato al recupero di 440 frammenti del monumento funebre Belleardi, opera di Antonio Begarelli (1499-1565). Alla luce sono rinvenuti frammenti di due cartigli iscritti, pezzi di ghirlande con frutti e foglie d’alloro, brandelli di vesti ed ali degli angeli, parti del busto del Cristo Risorto, una porzione di toga con un fermaglio dorato e le zampe leonine che fungevano da appoggio all’arca funeraria.

Palermo, 15 Febuary 2008 - Nel corso delle ricerche condotte tra fine gennaio e fine Febuary 2008 dalla Missione Archeologica in Libya, diritta da Sebastiano Tusa e realizzata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana in collaboration con l'Università Suor Orsola Benincasa di Naples e l'IAS di Palermo, in coordinazione con il Department of Antiquities of Libya, è stata iniziata l'esplorazione di due porti romani finora sconosciuti tra le dune costiere delle fantastiche spiagge della Cirenaica ad Est di Bengasi. La missione era parte di un vast programma, finanziato dalla regione Campania, per realizzare in diverse aree costiere del Mediterraneo dei "dimostratori" questo potere applicare tecnologie innovative nel campo dell'analisi, conservazione e gestione dei beni culturali per promuovere la conoscenza e il potenziale insertion delle piccole e medie imprese del settore. Il lavoro fatto è stato, infatti, mirato anche alla raccolta di dati utili alla realizzazione di un progetto destinato alla conoscenza e valorizzazione dei luoghi identificati in chiave culturale e turistica in piena accordo con le autorità libiche.
Palermo, 15 Febuary 2008 - Nel corso delle ricerche condotte tra fine gennaio e fine Febuary 2008 dalla Missione Archeologica in Libya, diritta da Sebastiano Tusa e realizzata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana in collaboration con l'Università Suor Orsola Benincasa di Naples e l'IAS di Palermo, in coordinazione con il Department of Antiquities of Libya, è stata iniziata l'esplorazione di due porti romani finora sconosciuti tra le dune costiere delle fantastiche spiagge della Cirenaica ad Est di Bengasi. La missione era parte di un vast programma, finanziato dalla regione Campania, per realizzare in diverse aree costiere del Mediterraneo dei "dimostratori" questo potere applicare tecnologie innovative nel campo dell'analisi, conservazione e gestione dei beni culturali per promuovere la conoscenza e il potenziale insertion delle piccole e medie imprese del settore. Il lavoro fatto è stato, infatti, mirato anche alla raccolta di dati utili alla realizzazione di un progetto destinato alla conoscenza e valorizzazione dei luoghi identificati in chiave culturale e turistica in piena accordo con le autorità libiche.

Scoperti due porti romani in Libia – Resoconto ed immagini

19 Febbraio, 2008
Categorie:  Comunicati stampa Epoca Romana Estero Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  Bengasi   Cirenaica   libia   Porti Romani  

Palermo, 15 febbraio 2008 – Nel corso delle ricerche condotte tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio 2008 dalla Missione Archeologica in Libia diretta da Sebastiano Tusa e realizzata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana in collaborazione con l"Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e l"IAS di Palermo, con l’accordo con il Department of Antiquities of Libya, si è iniziata l"esplorazione di due porti romani finora sconosciuti nascosti tra le dune costiere delle fantastiche spiagge della Cirenaica ad Est di Bengasi.

Scoperto in Grecia presunto Tempio di Kronos

11 Febbraio, 2008
Categorie:  Nuovi Ritrovamenti Periodo Greco Scavi

Per la prima volta nella storia dell’archeologia vengono alla luce i resti di un tempio dedicato a Kronos, il Tempo padre di Zeus, da questi spodestato all’inizio della mitologia olimpica. Si tratta con ogni probabilita’ del tempio piu’ antico di tutta l’Ellade. Risale al 3.000 avanti Cristo. Il rinvenimento ha avuto luogo sul Monte Lukaios, in Arcadia, 35 chilometri da Olimpia. Esattamente il luogo in cui, secondo la “Teogonia” di Esiodo, nacque Zeus.

Ebla – Porta Sud-Ovest (fonte http://digilander.libero.it/jimdigriz/jor_syr/ebla.html) ROMA (29 January) – Dalla sabbia di Tell Mardikh, in Siria, è affiorato, per la prima volta, l'oro della città antica di Ebla. La missione archeologica dell'Università «La Sapienza» di Roma, guidata dal professor Paolo Matthiae, in effetti ha riportato alla luce durante le scavazioni una coppia di statuette femminili, probabilmente appartenenti al medesimo gruppo di scultori: si tratta dell'ultima regina di Ebla, in argento e legno, che rende omaggio alla statua in oro di una sovrana defunta, forse divinizzata. La scoperta è annunciata dalla rivista «Archeologia Viva». Dell'esistenza delle due effigie gli archeologi avevano già avuto notizia dai testi rinvenuti nel Palazzo Reale degli Archivi di Ebla, risalente al glorioso periodo della città siriana tra 2400 e 2300 a.C., ma non avevano mai avuto riscontro nelle scavazioni. Le statuette, realizzate con una raffinata tecnica miniaturistica, sono quasi intatte: una è in argento legno e steatite, l'altra in calcare, legno, oro e diaspro.
Ebla – Porta Sud-Ovest (fonte http://digilander.libero.it/jimdigriz/jor_syr/ebla.html) ROMA (29 January) – Dalla sabbia di Tell Mardikh, in Siria, è affiorato, per la prima volta, l'oro della città antica di Ebla. La missione archeologica dell'Università «La Sapienza» di Roma, guidata dal professor Paolo Matthiae, in effetti ha riportato alla luce durante le scavazioni una coppia di statuette femminili, probabilmente appartenenti al medesimo gruppo di scultori: si tratta dell'ultima regina di Ebla, in argento e legno, che rende omaggio alla statua in oro di una sovrana defunta, forse divinizzata. La scoperta è annunciata dalla rivista «Archeologia Viva». Dell'esistenza delle due effigie gli archeologi avevano già avuto notizia dai testi rinvenuti nel Palazzo Reale degli Archivi di Ebla, risalente al glorioso periodo della città siriana tra 2400 e 2300 a.C., ma non avevano mai avuto riscontro nelle scavazioni. Le statuette, realizzate con una raffinata tecnica miniaturistica, sono quasi intatte: una è in argento legno e steatite, l'altra in calcare, legno, oro e diaspro.

Statuette in oro e argento per le regine di Ebla

30 Gennaio, 2008
Categorie:  Estero Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  Ebla   Siria  

Ebla – Porta Sud-Ovest (fonte http://digilander.libero.it/jimdigriz/jor_syr/ebla.html) ROMA (29 gennaio) – Dalla sabbia di Tell Mardikh, in Siria, è affiorato, per la prima volta, l’oro dell’antica città di Ebla. La missione archeologica dell’Università «La Sapienza» di Roma, guidata dal professor Paolo Matthiae, ha infatti riportato alla luce durante gli scavi una coppia di statuette femminili, probabilmente appartenenti al medesimo gruppo scultoreo: si tratta dell’ultima regina di Ebla, in argento e legno, che rende omaggio alla statua in oro di una sovrana defunta, forse divinizzata.

Messina – Appello per lo scavo di via La Farina. 80 mila euro per Ron, solo 35 per gli archeologi

18 Gennaio, 2008
Categorie:  Comunicati stampa Mala Archeologia Scavi
Tags:  Messina  

Diamo spazio, in questo post, all’appello del Sig. Giuseppe Restifio in merito allo scavo messinese di via La Farina: “Zancle fu in principio fondata da’ pirati andativi da Cuma. Ma in seguito dalla Calcide e dal resto dell’Eubea vi andò gran gente che ne possedette in comune il territorio; e capi di quella colonia furono Periere e Cratemene, l’uno di Cuma, l’altro di Calcide. Da principio i Siculi la chiamavano Zancle, perché ha la figura di una falce, e i Siculi chiamano appunto zanclo la falce“.

Prime immagini del “Trono della Villa dei Papiri”

10 Gennaio, 2008
Categorie:  Conferenze Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  ercolano   Napoli   trono  

Grazie all’agenzia radicale possiamo ora ammirare i ritrovamenti nella nota villa di Ercolano. Avevamo già parlato della scoperta in un articolo di inizio dicembre (Presentazione del “Trono in legno e avorio decorato” dalla Villa dei Papiri – Ercolano). Il breve filmato dal titolo “Il Trono della Villa dei Papiri di Ercolano”, presentato qui grazie alla gentile concessione della Soprintendenza Archeologica di Pompei, ha una durata pari a cinque minuti e mostra le attività per la tutela, il restauro e la valorizzazione dell’area archeologia della Villa dei Papiri, i lavori di scavo archeologico dell’antica area ercolanese nonché la sequenza dell’eccezionale ritrovamento.

Nel cuore del Palatino alla ricerca del luogo dell’assassinio di Caligola

5 Gennaio, 2008
Categorie:  Curiosità Epoca Romana Scavi
Tags:  caligola   palatino   roma  

Del togato, che giace ancora accanto al cumulo di terra che l’ha sepolto, si spera di ritrovare almeno la testa. Mentre è certo che proprio tra uno di questi criptoportici scavati nelle viscere del Palatino trovò la morte per mano dei suoi pretoriano Caligola il 14 gennaio del 41 d. C. Bellezza e ferocia, storia e archeologia, architettura e natura, si sovrappongono nel cuore della Città eterna. Ci siamo calati nel buco nel terreno che scende a nove metri sotto gli “Horti” che i Farnese nel XVI secolo fecero costruire spianando le rovine della dimora di Tiberio e riempiendo di terra i criptoportici che collegavano le case di Augusto con il Foro romano: i passaggi segreti – architetture tanto semplici quanto utili, imponenti, spartane – del palazzo degli imperatori.

A Lecce 20 giorni di scavo in piazzetta Santa Chiara

3 Gennaio, 2008
Categorie:  Scavi
Tags:  lecce   Puglia  

Dopo i ritrovamenti di reperti archeologici in piazzetta Santa Chiara a Lecce, ricominciano i lavori di scavo finanziati dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia. A seguito della conclusione della prima fase di sondaggi preliminari eseguiti nell’area di piazzetta Santa Chiara (o piazza Vittorio Emanuele II), che hanno evidenziato la presenza di importanti testimonianze archeologiche, sono stati consegnati oggi alla ditta “Meridies” di San Donato (Lecce) ulteriori lavori di scavo archeologico. Lo rende noto Severo Martini, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lecce.

La piramide scoperta a Città del Messico - (Foto Reuters) [Città del Messico] - Gli archeologi hanno portato alla luce, nel pieno centro di Città del Messico, le rovine di una piramide azzecca di 800 anni fa, spostando così indietro di almeno 100 anni la data di fondazione della città. Le rovine, alte fino a 11 metri, sono riemerse nella zona centrale detta Tlatelolco, un tempo centro religioso e politico azzecca. La piramide, scoperta lo scorso mese con la coronamento di ricerche iniziate in agosto, potrebbe essere stata costruita tra 1100 e 1200, individendo chiaramente come la civiltà azzecca iniziò a svilupparsi sulle montagne messicane prima di quanto pesasse fino ad oggi. "Abbiamo scoperto la scalinata di questa antica piramide. Ora dobbiamo rivedere la storia della civiltà azzecca" ha affermato l'archeologa Patricia Ledesma. Ledesma e il coordinatore del team, Salvador Guilliem, hanno confermato che le scavazioni continueranno il prossimo anno per capire meglio le dimensioni e l'età della piramide. Durante le scavazioni, inoltre, è stata rinvenuta una scultura raffigurante o il dio della pioggia azzecca Tlaloc o il dio del cielo e della terra Tzecatlipoca.
La piramide scoperta a Città del Messico - (Foto Reuters) [Città del Messico] - Gli archeologi hanno portato alla luce, nel pieno centro di Città del Messico, le rovine di una piramide azzecca di 800 anni fa, spostando così indietro di almeno 100 anni la data di fondazione della città. Le rovine, alte fino a 11 metri, sono riemerse nella zona centrale detta Tlatelolco, un tempo centro religioso e politico azzecca. La piramide, scoperta lo scorso mese con la coronamento di ricerche iniziate in agosto, potrebbe essere stata costruita tra 1100 e 1200, individendo chiaramente come la civiltà azzecca iniziò a svilupparsi sulle montagne messicane prima di quanto pesasse fino ad oggi. "Abbiamo scoperto la scalinata di questa antica piramide. Ora dobbiamo rivedere la storia della civiltà azzecca" ha affermato l'archeologa Patricia Ledesma. Ledesma e il coordinatore del team, Salvador Guilliem, hanno confermato che le scavazioni continueranno il prossimo anno per capire meglio le dimensioni e l'età della piramide. Durante le scavazioni, inoltre, è stata rinvenuta una scultura raffigurante o il dio della pioggia azzecca Tlaloc o il dio del cielo e della terra Tzecatlipoca.

A Città del Messico scoperta piramide azteca che sposta la data di fondazione della città

29 Dicembre, 2007
Categorie:  Estero Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  aztechi   messico   piramide  

La piramide scoperta a Città del Messico – (Foto Reuters) [Città del Messico] – Gli archeologi hanno portato alla luce, nel pieno centro di Città del Messico, le rovine di una piramide azteca di 800 anni fa, spostando così indietro di almeno 100 anni la data di fondazione della città. Le rovine, alte fino a 11 metri, sono riemerse nella centralissima zona detta Tlatelolco, un tempo centro religioso e politico azteco.

Aggiornamento sugli scavi a Cremona – Ritrovata una statua in marmo bianco di “Diana Cacciatrice”

22 Dicembre, 2007
Categorie:  Epoca Romana Nuovi Ritrovamenti Scavi
Tags:  cremona   diana   statua  

Cremona – Non finisce di stupire lo scavo in piazza Marconi, sono passati infatti solo pochi giorni dalla notizia del rinvenimento di un mosaico che già le agenzie di stampa rendono noti i particolari del rinvenimento di una statua in marmo bianco di Luni, alta 45 centimetri e raffigurante ‘Diana Cacciatrice‘, con il cane ai piedi e la faretra alle spalle. Ecco il comunicato dell’AGI: (AGI) – Cremona, 21 dic. – Continuano le straordinarie scoperte di reperti archeologici negli scavi di piazza Marconi a Cremona: è stata ritrovata una statua in marmo bianco di Luni, alta 45 centimetri e raffigurante ‘Diana Cacciatrice’, con il cane ai piedi e la faretra alle spalle.


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