Nuovi Ritrovamenti

Il 10 settembre 2015 rimarrà nella storia come il giorno in cui Lee Berger, John Hawks e decine di altri esperti mondiali hanno svelato al mondo la scoperta di un nuovo tassello evolutivo del genere Homo, Homo naledi, via eLife Science: "Homo naledi, a new species of the genus Homo from the Dinaledi Chamber, South Africa" http://elifesciences.org/content/elife/4/e09560.full.pdf A parte la meravigliosa scelta di pubblicare l'articolo su un giornale open-access, aspecto notato forse solo da pochi fan dell'OA, l'impatto dei risultati ha avuto un eco mondiale, arrivando ad essere oggetto di conversazioni in piazza, bar, famiglia e facendo brillare di luce riflessa (almeno per qualche ora) anche tutti noi esperti, appassionati o manovali del settore. Tante cose sono state dette più o meno vere sulle scoperte di Dinaledi, anche da fonti considerate autorevoli dai più, per creare un effetto sensazionalistico su una notizia che già sensazionale per sé. Troppo spesso le parole sono oggetto di pericolose interpretazioni da parte dei media, anche se scritte nero su bianco su una scientifica pubblicazione accessibile a tutti (ho già parlato della meravigliosa scelta di pubblicare su un giornale open-access??).
Il 10 settembre 2015 rimarrà nella storia come il giorno in cui Lee Berger, John Hawks e decine di altri esperti mondiali hanno svelato al mondo la scoperta di un nuovo tassello evolutivo del genere Homo, Homo naledi, via eLife Science: "Homo naledi, a new species of the genus Homo from the Dinaledi Chamber, South Africa" http://elifesciences.org/content/elife/4/e09560.full.pdf A parte la meravigliosa scelta di pubblicare l'articolo su un giornale open-access, aspecto notato forse solo da pochi fan dell'OA, l'impatto dei risultati ha avuto un eco mondiale, arrivando ad essere oggetto di conversazioni in piazza, bar, famiglia e facendo brillare di luce riflessa (almeno per qualche ora) anche tutti noi esperti, appassionati o manovali del settore. Tante cose sono state dette più o meno vere sulle scoperte di Dinaledi, anche da fonti considerate autorevoli dai più, per creare un effetto sensazionalistico su una notizia che già sensazionale per sé. Troppo spesso le parole sono oggetto di pericolose interpretazioni da parte dei media, anche se scritte nero su bianco su una scientifica pubblicazione accessibile a tutti (ho già parlato della meravigliosa scelta di pubblicare su un giornale open-access??).

Homo naledi. Tra stupenda realtà e fantascienza mediatica

12 Settembre, 2015
Categorie:  Evoluzione Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  africa   evoluzione   homo   naledi  

Il 10 Settembre 2015 resterà nella storia come il giorno in cui Lee Berger, John Hawks e decine di altri esperti mondiali hanno svelato al mondo la scoperta di un nuovo tassello evolutivo del genere Homo, Homo naledi, tramite eLife Science: “Homo naledi, a new species of the genus Homo from the Dinaledi Chamber, South Africa” http://elifesciences.org/content/elife/4/e09560.full.pdf A parte la meravigliosa scelta di pubblicare l’articolo su un giornale open-access, aspetto notato forse solo da pochi fan dell’OA, l’impatto dei risultati ha avuto un eco mondiale, arrivando ad essere oggetto di conversazioni in piazza, bar, famiglia e facendo brillare di luce riflessa (almeno per qualche ora) anche tutti noi esperti, appassionati o manovali del settore.

"‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati nelle strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recenti di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento più antico, la costola, ad un Denisoviano. Qualsiasi siano i risultati, saranno comunque preziosi per comprendere le interazioni tra uomini moderni, Neanderthal e Denisoviani ad Altai. La caverna di trova nella regione dell'Altai, sulla riva sinistra del fiume Inya. Article originale: http://siberiantimes.
"‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati nelle strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recenti di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento più antico, la costola, ad un Denisoviano. Qualsiasi siano i risultati, saranno comunque preziosi per comprendere le interazioni tra uomini moderni, Neanderthal e Denisoviani ad Altai. La caverna di trova nella regione dell'Altai, sulla riva sinistra del fiume Inya. Article originale: http://siberiantimes.

Nuove scoperte antropologiche dalla regione Altai in Siberia

21 Agosto, 2015
Categorie:  Estero Evoluzione Genetica Nuovi Ritrovamenti

“‹ Frammenti di cranio e costola umani sono stati trovati negli strati Pleistocenici a Strashnaya Cave. Lo ha annunciato il Professor Andrey Krivoshapkin, capo del dipartimento di Archeologia e Etnografia alla Novosibirsk State University, che si aspetta un risultato delle datazioni non più recente di 50.000 anni. Un altro ritrovamento dagli strati più recenti della stessa grotta, datato ad almeno 35.000 anni fa, un frammento di falange umana. Le speranze del team in attesa dei risultati delle analisi, vorrebbero che la falange appartenesse ad un uomo moderno, con DNA misto Neanderthal e Denisoviano, il cranio ad un Neanderthal e il frammento piu’ antico, la costola, ad un Denisoviano.

"Le teste giganti della remotissima Isola di Pasqua sono molto più imponenti di quanto possano sembrare. Nascoste dalla vista, gli interi corpi mastodontici di queste statue sono sepolti a metri e metri sotto terra. Uno scavo a Rano Raraku, la caverna dove le statue dell'Isola di Pasqua venivano estratte, sta gettando nuova luce su una scoperta che proprio scoperta non è. E' infatti dal 1919 che gli archeologi sanno che non si tratta solo di teste, immagini dell'epoca mostrano come sia finita la prima campagna di scavi dell'inizio del Novecento i corpi interi di queste statue sono stati portati alla luce, documentati e fotografati. Al momento un gruppo di archeologi della UCLA sta scavando due statue di sette metri, con un corpo intatto, del peso di circa 20 tonnellate. Per decenni gli archeologi hanno speculato su come le sculture fossero create e trasportate, con una popolazione di soli 7000 abitanti. La cosa certa che è la società di Rapa Nui è la prova che l'umanita' è capace di grandi cose, anche troppo spesso a caro prezzo. Originale article: http://www.news.com.
"Le teste giganti della remotissima Isola di Pasqua sono molto più imponenti di quanto possano sembrare. Nascoste dalla vista, gli interi corpi mastodontici di queste statue sono sepolti a metri e metri sotto terra. Uno scavo a Rano Raraku, la caverna dove le statue dell'Isola di Pasqua venivano estratte, sta gettando nuova luce su una scoperta che proprio scoperta non è. E' infatti dal 1919 che gli archeologi sanno che non si tratta solo di teste, immagini dell'epoca mostrano come sia finita la prima campagna di scavi dell'inizio del Novecento i corpi interi di queste statue sono stati portati alla luce, documentati e fotografati. Al momento un gruppo di archeologi della UCLA sta scavando due statue di sette metri, con un corpo intatto, del peso di circa 20 tonnellate. Per decenni gli archeologi hanno speculato su come le sculture fossero create e trasportate, con una popolazione di soli 7000 abitanti. La cosa certa che è la società di Rapa Nui è la prova che l'umanita' è capace di grandi cose, anche troppo spesso a caro prezzo. Originale article: http://www.news.com.

Oh, BTW, le teste giganti Moai dell’isola di Pasqua hanno un corpo… non lo sapevi?!?

14 Luglio, 2015
Categorie:  Curiosità Estero Nuovi Ritrovamenti Scavi

"‹Le teste giganti della remotissima Isola di Pasqua sono ben piu’ imponenti di quello che possono sembrare. Nascosti dalla vista, interi corpi mastodontici di queste statue sono sepolti metri e metri sotto terra. Uno scavo a Rano Raraku, la cava dove venivano estratte le statue dell’Isola di Pasqua, sta gettando nuova luce su una scoperta che proprio scoperta non è. E’ infatti dal 1919 che gli archeologi sanno che di sole teste non si tratta, immagini d’epoca mostrano come fin nella prima campagna di scavi di inizio Novecento i corpi interi di queste statue sono stati portati alla luce, documentati e fotografati.

ciclo di conferenze, nell’area del progetto “L’ultimo Neanderthal in Friuli”, dell’équipe dell’Università degli Studi di Ferrara che sta scavando, sotto la direzione del Prof. Marco Peresani e del Dottor Matteo Romandini, dal 2010 nella Grotta del Rio Secco (Altopiano di Pradis, Prealpi Carniche, Pn), uno dei rare siti del Paleolitico Medio italiano e europeo che ha restituito certe tracce dell’uccisione e del consumo dell’orso da parte dell’uomo di Neanderthal. L’altopiano di Pradis si sta rivelando sempre più ricco di sorprese e i risultati che ha dato fino ad ora sulla ultima frequentazione neanderthaliana è a livelli internazionali. E’ un sito che merita di essere promosso e ricevere la più visibilità possibile in quanto fiore all’occhiello per tutto il Friuli. – venerdì 3 luglio 2015, ore 17.30, a UDINE, Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, conferenza del Dottor Gregorio Oxilia (Università di Firenze e Università di Ferrara), dal titolo “Evoluzione nutrizionale...il primo vero EXPO dei primati umani. Alcune prove locali nella Valle della Preistoria di Pradis”.
ciclo di conferenze, nell’area del progetto “L’ultimo Neanderthal in Friuli”, dell’équipe dell’Università degli Studi di Ferrara che sta scavando, sotto la direzione del Prof. Marco Peresani e del Dottor Matteo Romandini, dal 2010 nella Grotta del Rio Secco (Altopiano di Pradis, Prealpi Carniche, Pn), uno dei rare siti del Paleolitico Medio italiano e europeo che ha restituito certe tracce dell’uccisione e del consumo dell’orso da parte dell’uomo di Neanderthal. L’altopiano di Pradis si sta rivelando sempre più ricco di sorprese e i risultati che ha dato fino ad ora sulla ultima frequentazione neanderthaliana è a livelli internazionali. E’ un sito che merita di essere promosso e ricevere la più visibilità possibile in quanto fiore all’occhiello per tutto il Friuli. – venerdì 3 luglio 2015, ore 17.30, a UDINE, Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, conferenza del Dottor Gregorio Oxilia (Università di Firenze e Università di Ferrara), dal titolo “Evoluzione nutrizionale...il primo vero EXPO dei primati umani. Alcune prove locali nella Valle della Preistoria di Pradis”.

L’ultimo Neanderthal in Friuli. Ciclo di conferenze

30 Giugno, 2015
Categorie:  Campi Scavo Comunicati stampa Conferenze Eventi Evoluzione Nuovi Ritrovamenti Preistoria Scavi Visite

Ciclo di conferenze, nell’ambito del progetto “L’ultimo Neanderthal in Friuli”, dell’équipe dell’Università degli Studi di Ferrara che sta scavando, sotto la direzione del Prof. Marco Peresani e del Dott. Matteo Romandini, dal 2010 nella**Grotta del Rio Secco (Altopiano di Pradis, Prealpi Carniche, Pn),** uno dei rari siti del Paleolitico Medio italiano ed europeo ad aver restituito tracce certe dell’uccisione e del consumo dell’orso da parte dell’uomo di Neanderthal. L’altopiano di Pradis si sta rivelando sempre più ricco di sorprese e i risultati che ha dato fino a questo momento sull’ultima frequentazione neandertaliana è a livelli internazionali.

Incredibili pitture rupestri preistoriche scoperte e filmate in Colombia grazie ad una troupe in elicottero. L'aera della Colombia in cui sono stati trovate è estremamente remota e questa è la prima volta che queste pitture vengono riprese o fotografate. Centinaia di animali e cacciatori sono stati dipinti in ocra rossa in un riparo all'interno del Parco Nazionale di Chiribiquete. La mano di un artista sconosciuto del passato è riuscito a ricreare immagini di giaguari, coccodrilli e cacciatori danzanti di estrema naturalezza. "Un regista della natura britannica è tornato da una delle parti più inaccessibili del mondo con immagini straordinarie dell'arte della roccia che non è mai stata filmata prima. In una zona della Colombia così vasta e remota che ancora non si è fatto contatto con alcune tribù che pensano di viverci, Mike Slee ha usato un elicotter per filmare centinaia di disegni di cacciatori e animali che pensano di essere stati creati migliaia di anni fa. Ha detto: "Abbiamo truppe in tutto il posto e elicotteri che filmavano in tutta la Colombia. Come fotografo, Francisco Forero Bonell ha scoperto e ha scattato le foto per il mio film.
Incredibili pitture rupestri preistoriche scoperte e filmate in Colombia grazie ad una troupe in elicottero. L'aera della Colombia in cui sono stati trovate è estremamente remota e questa è la prima volta che queste pitture vengono riprese o fotografate. Centinaia di animali e cacciatori sono stati dipinti in ocra rossa in un riparo all'interno del Parco Nazionale di Chiribiquete. La mano di un artista sconosciuto del passato è riuscito a ricreare immagini di giaguari, coccodrilli e cacciatori danzanti di estrema naturalezza. "Un regista della natura britannica è tornato da una delle parti più inaccessibili del mondo con immagini straordinarie dell'arte della roccia che non è mai stata filmata prima. In una zona della Colombia così vasta e remota che ancora non si è fatto contatto con alcune tribù che pensano di viverci, Mike Slee ha usato un elicotter per filmare centinaia di disegni di cacciatori e animali che pensano di essere stati creati migliaia di anni fa. Ha detto: "Abbiamo truppe in tutto il posto e elicotteri che filmavano in tutta la Colombia. Come fotografo, Francisco Forero Bonell ha scoperto e ha scattato le foto per il mio film.

Incredibile arte rupestre preistorica fotografata in Colombia per la prima volta

22 Giugno, 2015
Categorie:  Nuovi Ritrovamenti Preistoria

Incredibili pitture rupestri preistoriche scoperte e filmate in Colombia grazie ad una troupe in elicottero. L’aera della Colombia in cui sono state trovate è estremamente remota e questa è la prima volta che queste pitture vengono riprese o fotografate. Centinaia di animali e cacciatori sono stati dipinti in ocra rossa in un riparo all’interno del Chiribiquete national park. La mano di un artista sconosciuto del passato è riuscito a ricreare immagini di giaguari, coccodrilli e cacciatori danzanti di estrema naturalezza.

Un'incredibile scoperta potrebbe riscrivere libri di testo, dopo che un paleontologo ha trovato accidentalmente sangue e tessuti morbidi conservati nei fossili di dinosauri spazzati. Se provati, la scienza si aspetta risposte alle vecchie domande, tra cui: "Possiamo risvegliare i dinosauri?" Le cellule sanguigni rossi e le fibre di collagene sono state scoperte per caso quando Sergio Bertazzo del Imperial College di Londra e Susannah Maidment stavano esaminando l'accumulo di calcio nei vasi sanguigni umani. Bertazzo voleva fare qualche esame usando microscopi elettronici e alla fine ha chiesto al Natural History Museum alcuni fossili per verificare le sue scoperte, secondo il IB Times. Hanno ricevuto otto pezzi, tutti stimati a 75 milioni di anni. Quello che la coppia ha trovato potrebbe dimostrare che abbiamo continuato a guardare i dinosauri nel modo sbagliato: suggerisce che quasi tutte le scienze fossili studiate nel secolo scorso potrebbero contenere campioni di sangue e tessuti altrettanto ben conservati, rispondendo a domande sull'evoluzione dei dinosauri, sulla fisiologia, sul comportamento, e se il loro DNA potrebbe anche essere intatto. Da lì in poi, stiamo entrando nel territorio della scienza. Lo studio accompagnante è stato pubblicato nella rivista Nature Communications. Articolo originale: http://rt.
Un'incredibile scoperta potrebbe riscrivere libri di testo, dopo che un paleontologo ha trovato accidentalmente sangue e tessuti morbidi conservati nei fossili di dinosauri spazzati. Se provati, la scienza si aspetta risposte alle vecchie domande, tra cui: "Possiamo risvegliare i dinosauri?" Le cellule sanguigni rossi e le fibre di collagene sono state scoperte per caso quando Sergio Bertazzo del Imperial College di Londra e Susannah Maidment stavano esaminando l'accumulo di calcio nei vasi sanguigni umani. Bertazzo voleva fare qualche esame usando microscopi elettronici e alla fine ha chiesto al Natural History Museum alcuni fossili per verificare le sue scoperte, secondo il IB Times. Hanno ricevuto otto pezzi, tutti stimati a 75 milioni di anni. Quello che la coppia ha trovato potrebbe dimostrare che abbiamo continuato a guardare i dinosauri nel modo sbagliato: suggerisce che quasi tutte le scienze fossili studiate nel secolo scorso potrebbero contenere campioni di sangue e tessuti altrettanto ben conservati, rispondendo a domande sull'evoluzione dei dinosauri, sulla fisiologia, sul comportamento, e se il loro DNA potrebbe anche essere intatto. Da lì in poi, stiamo entrando nel territorio della scienza. Lo studio accompagnante è stato pubblicato nella rivista Nature Communications. Articolo originale: http://rt.

Scoperta accidentale di sangue e collagene in fossili di dinosauro

15 Giugno, 2015
Categorie:  Curiosità Genetica Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Nuovi Ritrovamenti Paleontologia

An amazing discovery could rewrite textbooks, after a paleontologist accidentally found blood and soft tissue preserved in tattered dinosaur fossils. If proven, science expects answers to age-old questions, including: "Can we resurrect dinosaurs?" The red blood cells and collagen fibers were discovered by chance when Imperial College London’s Sergio Bertazzo and Susannah Maidment were examining the buildup of calcium in human blood vessels. Bertazzo wanted to perform a few tests using electronic microscopes and ended up asking the Natural History Museum for some fossils to test his findings, according to the IB Times.

Ritrovati dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina al Circo Massimo iresti del grande arco realizzato in onore dell'Imperatore. Nei lavori di scavo e restauro dell'emiciclo del Circo sono stati ritrovati alcuni grandi frammenti architettonici in marmo lunense relativi alla zona dell'attico e alla trabeazione dell'Arco. "Il potente strato di riporto che copre parte delle strutture antiche ha permesso anche la conservazione di alcune strutture murarie tardoantiche o altomedievali di particolare importanza, attualmente in fase di studio "" spiega l'assessor alla Cultura di Roma Giovanna Marinelli -. In attesa delle nuove risorse necessarie per l'eliminazione delle infiltrazioni d'acqua, per la ricostruzione con la tecnica dell'anastilosi dell'arco, nonche" per evitare rischi di danneggiamento, tra pochi giorni l'area del ritrovamento sara" reinterrata". L'"**ampiezza dell'arco e" è stata calcolata a circa 17 metri**, per una profondità di circa 15, mentre le colonne dovevano sviluppare un"**altezza di oltre 10 metri**.
Ritrovati dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina al Circo Massimo iresti del grande arco realizzato in onore dell'Imperatore. Nei lavori di scavo e restauro dell'emiciclo del Circo sono stati ritrovati alcuni grandi frammenti architettonici in marmo lunense relativi alla zona dell'attico e alla trabeazione dell'Arco. "Il potente strato di riporto che copre parte delle strutture antiche ha permesso anche la conservazione di alcune strutture murarie tardoantiche o altomedievali di particolare importanza, attualmente in fase di studio "" spiega l'assessor alla Cultura di Roma Giovanna Marinelli -. In attesa delle nuove risorse necessarie per l'eliminazione delle infiltrazioni d'acqua, per la ricostruzione con la tecnica dell'anastilosi dell'arco, nonche" per evitare rischi di danneggiamento, tra pochi giorni l'area del ritrovamento sara" reinterrata". L'"**ampiezza dell'arco e" è stata calcolata a circa 17 metri**, per una profondità di circa 15, mentre le colonne dovevano sviluppare un"**altezza di oltre 10 metri**.

Roma: Al Circo Massimo ritrovati i resti del grande Arco di Tito

29 Maggio, 2015
Categorie:  Epoca Romana Medioevo Nuovi Ritrovamenti Scavi

Ritrovati dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina al Circo Massimo i resti del grande arco realizzato in onore dell’Imperatore. Nei lavori di scavo e restauro dell’emiciclo del Circo sono stati ritrovati alcuni grandi frammenti architettonici in marmo lunense relativi alla zona dell’attico e alla trabeazione dell’Arco. "Il potente strato di riporto che copriva parte delle strutture antiche ha permesso anche la conservazione di alcune strutture murarie tardoantiche o altomedievali di particolare

Strumenti litici di 3,3 milioni di anni scoperti nel Lago Turkana

21 Maggio, 2015
Categorie:  Evoluzione Generale Nuovi Ritrovamenti Preistoria

Human evolutionary scholars have long supposed that the earliest stone tools were made by the genus Homo and that this technological development was directly linked to climate change and the spread of savannah grasslands. New fieldwork in West Turkana, Kenya, has identified evidence of much earlier hominin technological behaviour. We report the discovery of Lomekwi 3, a 3.3-million-year-old archaeological site where in situ stone artefacts occur in spatiotemporal association with Pliocene hominin fossils in a wooded palaeoenvironment.

Archeologia subacquea fluviale. Nuove scoperte dal fiume Stella

18 Febbraio, 2015
Categorie:  Comunicati stampa Metodologie archeologiche Nuove Tecnologie Nuovi Ritrovamenti Scavi

Le nuove scoperte compiute dagli archeologi subacquei dell’Università di Udine nel fiume Stella nell’ambito del progetto Anaxum saranno presentati mercoledì 18 febbraio, alle 12, nella sala Gusmani di palazzo Antonini a Udine (via Petracco 8). Saranno illustrati i risultati degli ultimi scavi nel sito Stella 1 e dello studio dei resti dell’imbarcazione dell’XI secolo rinvenuti sulle sponde del fiume, vicino a Precenicco. Interverranno il rettore dell’Ateneo, Alberto Felice De Toni; il soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Luigi Fozzati, e il coordinatore del progetto Anaxum, Massimo Capulli, archeologo subacqueo e docente di metodologia della ricerca archeologica all’università udinese.

La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell'avvento dell'agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al frequente consumo di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltivazione per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento del regime alimentare dovuto al passaggio da un'economia basata sulla caccia e raccolta a un'economia basata sui prodotti dell'agricoltura. Diverse carie e segni di altre malattie del cavo orale sono rilevabili nei denti superiori deiresti recuperati nella Grotte des Pigeons, a Taforalt, in Marocco. Il sito della Grotte des Pigeons "" già noto per la scoperta di antichissimi monili "" ospita anche la più antica necropoli conosciuta del Maghreb. Analizzando sistematicamente lo stato dei denti di 52 adulti vissuti tra i 15.000 e 13.700 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che oltre la metà (51.2 per cento) dei denti dei soggetti esaminati erano cariati, una percentuale paragonabile alle popolazioni industrializzate moderne con una dieta ricca di raffinati zuccheri e cereali trasformati.
La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell'avvento dell'agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al frequente consumo di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltivazione per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento del regime alimentare dovuto al passaggio da un'economia basata sulla caccia e raccolta a un'economia basata sui prodotti dell'agricoltura. Diverse carie e segni di altre malattie del cavo orale sono rilevabili nei denti superiori deiresti recuperati nella Grotte des Pigeons, a Taforalt, in Marocco. Il sito della Grotte des Pigeons "" già noto per la scoperta di antichissimi monili "" ospita anche la più antica necropoli conosciuta del Maghreb. Analizzando sistematicamente lo stato dei denti di 52 adulti vissuti tra i 15.000 e 13.700 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che oltre la metà (51.2 per cento) dei denti dei soggetti esaminati erano cariati, una percentuale paragonabile alle popolazioni industrializzate moderne con una dieta ricca di raffinati zuccheri e cereali trasformati.

La dura vita dei cacciatori-raccoglitori paleolitici: anche loro soffrivano di carie!

22 Gennaio, 2014
Categorie:  Curiosità Evoluzione Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  cacciatori-raccoglitori   carie   paleolitico   regime alimentare  

La carie dentaria affliggeva le popolazioni arcaiche di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell’avvento dell’agricoltura. La carie dentale è una malattia attribuita al consumo frequente di alimenti vegetali ricchi di carboidrati fermentabili che costituiscono il terreno di coltura per i batteri cariogeni. La sua ampia diffusione è quindi stata associata soprattutto al cambiamento di regime alimentare dovuto al passaggio da un’economia basata su caccia e raccolta a una basata sui prodotti dell’agricoltura.


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