Curiosità

Palazzo Poggi (Lucca): dalle analisi archeozoologiche alle ipotesi di antropologia culturale

18 Aprile, 2011
Categorie:  Comunicati stampa Curiosità Età Moderna Metodologie archeologiche
Tags:  Lucca   palazzo poggi  

Un cranio di bovino racconta di misteriosi riti pagani nella Lucca nel Cinquecento. Tra storia e mistero, lo scavo archeologico di Palazzo Poggi, realizzato con il contributo della Fondazione BML, continua a restituire un passato finora sconosciuto Un cranio di bovino racconta di misteriosi riti pagani nella Lucca nel Cinquecento. Sono stati presentati lunedì 11 aprile nella sede della Fondazione Banca del Monte di Lucca gli ultimi risultati degli studi condotti sul materiale osteologico animale recuperato dal sito archeologico di Palazzo Poggi in via della Rosa (Lucca) e realizzati con il contributo della Fondazione stessa.

Un'importante scoperta di un team di archeologi tedeschi, che ha portato alla luce l'unica porta esistente nel vallo di 30 km costruito dai Vichinghi per proteggere il loro regno. Il cosiddetto "Danewerk" era un'enorme muraglia che separava il regno del popolo scandinavo da quello di Carlo Magno, una struttura larga di 3 metri costruita nel VIII secolo con massi di pietra del peso anche di un quintale. "I Vichinghi hanno trasportato milioni di pietre", ha spiegato l'archeologa Astrid Tummuscheidt, rivelando che la porta nel vallo vichingo, denominata "Wiglesdor", aveva una larghezza di 5 metri e aveva al suo fianco un'osteria con annesso bordello. Il ritrovamento nei pressi della cittadina di Haithabu, vicino a Schleswig, dove sorgeva uno degli imsediamenti più importanti dei Vichinghi, e' stato possibile dopo l'abbattimento di un vecchio albergo andato fallito, il "Cafe' Truberg". Gli scavi sono stati sponsorizzati da un colosso energetico tedesco. Per la Danimarca il "Danewerk" costituisce uno dei luoghi privilegiati dell'identita' nazionale ed in passato e' stato spesso visitato dalla regina Margrethe II e dal principe Frederik.
Un'importante scoperta di un team di archeologi tedeschi, che ha portato alla luce l'unica porta esistente nel vallo di 30 km costruito dai Vichinghi per proteggere il loro regno. Il cosiddetto "Danewerk" era un'enorme muraglia che separava il regno del popolo scandinavo da quello di Carlo Magno, una struttura larga di 3 metri costruita nel VIII secolo con massi di pietra del peso anche di un quintale. "I Vichinghi hanno trasportato milioni di pietre", ha spiegato l'archeologa Astrid Tummuscheidt, rivelando che la porta nel vallo vichingo, denominata "Wiglesdor", aveva una larghezza di 5 metri e aveva al suo fianco un'osteria con annesso bordello. Il ritrovamento nei pressi della cittadina di Haithabu, vicino a Schleswig, dove sorgeva uno degli imsediamenti più importanti dei Vichinghi, e' stato possibile dopo l'abbattimento di un vecchio albergo andato fallito, il "Cafe' Truberg". Gli scavi sono stati sponsorizzati da un colosso energetico tedesco. Per la Danimarca il "Danewerk" costituisce uno dei luoghi privilegiati dell'identita' nazionale ed in passato e' stato spesso visitato dalla regina Margrethe II e dal principe Frederik.

Scoperta porta monumentale, con osteria e bordello, nel “Danewerk”

10 Settembre, 2010
Categorie:  Curiosità Estero Medioevo Nuovi Ritrovamenti
Tags:  daneverk   scandinavia   Scavi   vichinghi  

Importante scoperta di un team di archeologi tedeschi, che ha portato alla luce l**‘unica porta esistente** nel vallo di 30 chilometri costruito dai Vichinghi a protezione del loro regno. Il cosiddetto “Danewerk” era un’enorme muraglia che separava il regno del popolo scandinavo da quello di Carlo Magno, una struttura larga 3 metri costruita nell’VIII secolo con massi di pietra del peso anche di un quintale. “I Vichinghi hanno trasportato milioni di pietre”, ha spiegato l’archeologa Astrid Tummuscheidt, rivelando che la porta nel vallo vichingo, denominata “Wiglesdor”, aveva una larghezza di 5 metri ed aveva al suo fianco un’osteria con annesso bordello.

Il progetto del Museo Archeologico del Territorio'Toleriense" di Colleferro, sin dalla sua nascita, è stato indirizzato verso una sensibilizzazione e educazione dei giovani, così come della popolazione adulta, al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico; ad una concezione del "bene culturale" come proprietà di tutti e non di persone e di classi. Questa politica culturale del Museo ha dato i suoi frutti nel tempo, permettendo all'istituzione di attingere ad un importante risorsa che le donazioni da parte di privati cittadini di oggetti che, in alcuni casi, hanno dato un notevole impulso alle ricerche sul territorio, esposti e messi a disposizione di tutti. In questa ottotica che va inserita un'altra donazione fatto al Museo dal Sig. Silvano Tummolo, noto giornalista e pubblicista locale. Si tratta di un oggetto di notevole valore storico: "un sigillo del Papa Innocenzo III", figura di spicco dell'Italiano medioevo e persona che ha un profondo legame con la nostra terra, se non altro per la sua nascita nel Castello di Gavignano e la discendenza dalla famiglia del Conti che caratterizzò in modo sensibile la storia di questo territorio dal XII al XV secolo. Il sigillo, bulla, era un elemento metallico ma anche di altro materiale che veniva applicato al documento scritto.
Il progetto del Museo Archeologico del Territorio'Toleriense" di Colleferro, sin dalla sua nascita, è stato indirizzato verso una sensibilizzazione e educazione dei giovani, così come della popolazione adulta, al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico; ad una concezione del "bene culturale" come proprietà di tutti e non di persone e di classi. Questa politica culturale del Museo ha dato i suoi frutti nel tempo, permettendo all'istituzione di attingere ad un importante risorsa che le donazioni da parte di privati cittadini di oggetti che, in alcuni casi, hanno dato un notevole impulso alle ricerche sul territorio, esposti e messi a disposizione di tutti. In questa ottotica che va inserita un'altra donazione fatto al Museo dal Sig. Silvano Tummolo, noto giornalista e pubblicista locale. Si tratta di un oggetto di notevole valore storico: "un sigillo del Papa Innocenzo III", figura di spicco dell'Italiano medioevo e persona che ha un profondo legame con la nostra terra, se non altro per la sua nascita nel Castello di Gavignano e la discendenza dalla famiglia del Conti che caratterizzò in modo sensibile la storia di questo territorio dal XII al XV secolo. Il sigillo, bulla, era un elemento metallico ma anche di altro materiale che veniva applicato al documento scritto.

Un privato cittadino dona al Museo di Colleferro un prezioso sigillo del Papa Innocenzo III

14 Marzo, 2010
Categorie:  Curiosità Medioevo Musei Nuovi Ritrovamenti Storia Cristiana
Tags:  colleferro   donazioni   innocenzo III   sigillo  

Diamo spazio ad una notizia inviataci dal MUSEO ARCHEOLOGICO DEL TERRITORIO TOLERIENSE, Colleferro, nella speranza tali atti di onestà e senso civico siano sempre più frequenti. Il progetto del Museo Archeologico del Territorio’Toleriense" di Colleferro, sin dalla sua nascita, è stato indirizzato verso una sensibilizzazione ed educazione dei giovani, cosi come della popolazione adulta al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico; ad una concezione del “bene culturale” come proprietà di tutti e non di persone e di classi.

Trovato da archeologi greci sull'isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita' della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e' solo una'ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio' avra' enormi conseguenze. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell'Iliade e' vero: Aiace lotto' e mori' a Troia, dove fu sepolto. Fonte: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2009-07-24_124365913.
Trovato da archeologi greci sull'isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita' della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e' solo una'ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio' avra' enormi conseguenze. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell'Iliade e' vero: Aiace lotto' e mori' a Troia, dove fu sepolto. Fonte: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2009-07-24_124365913.

Forse scoperto cenotafio di Aiace sull’Isola di Salamina

26 Luglio, 2009
Categorie:  Curiosità Nuovi Ritrovamenti Periodo Greco Scavi
Tags:  aiace   archeologia greca   guerra di troia   salamina   scoperte  

Trovato da archeologi greci sull‘isola di Salamina un monumento funebre dedicato a Aiace. Se fosse vero,confermebbe la storicita’ della Guerra di Troia cantata da Omero. Per ora e’ solo un’ipotesi di lavoro degli archeologi greci, ma se al termine degli scavi venisse riconosciuto come cenotafio di Aiace, cio’ avra’ conseguenze enormi. Il fatto che gli abitanti di Salamina gli avessero dedicato un monumento funebre vuoto dimostrerebbe che quanto tramandato nell’Iliade e’ vero: Aiace lotto’ e mori’ a Troia, dove fu sepolto.

In linea con i dati nazionali, visita in calo anche per gli scavi archeologi dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito situato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solo da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto al mese stesso dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, attraverso le più organizzate dalla Fondazione Ras. Visite record anche per la tappa di “Otium Ludens” di Ravenna, l’unica Italia, che durerà sino al prossimo 4 ottobre. E proprio questi fattori creano ulteriori polemiche nella cittadinanza, in quanto l’organizzazione della mostra partecipa anche la Regione Campania. Allestimenti impeccabili e grandiosi e l’attenzione calamitata sulla mostra, con campagne di comunicazione che all’ombra del Vesuvio, così come del resto i reperti, non sono mai viste/i.
In linea con i dati nazionali, visita in calo anche per gli scavi archeologi dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito situato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solo da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto al mese stesso dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, attraverso le più organizzate dalla Fondazione Ras. Visite record anche per la tappa di “Otium Ludens” di Ravenna, l’unica Italia, che durerà sino al prossimo 4 ottobre. E proprio questi fattori creano ulteriori polemiche nella cittadinanza, in quanto l’organizzazione della mostra partecipa anche la Regione Campania. Allestimenti impeccabili e grandiosi e l’attenzione calamitata sulla mostra, con campagne di comunicazione che all’ombra del Vesuvio, così come del resto i reperti, non sono mai viste/i.

A Stabiae 800 visitatori in meno nel solo mese di giugno. Aperto il dibattito sui possibili motivi della flessione

18 Luglio, 2009
Categorie:  Curiosità Visite
Tags:  crollo visitatori   stabiae  

In linea con i dati nazionali, visite in calo anche per gli scavi archeologici dell’antica Stabiae. Dopo la buona affluenza registrata nel mese di maggio, con circa 400 visitatori in più rispetto al 2008, a giugno il sito ubicato in via Passeggiata Archeologica è stato visitato solamente da 1618 persone, circa 800 in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In questi giorni si sta cercando di capire i motivi di questa nuova flessione, partendo anche dal presupposto che i reperti archeologici stabiesi stanno spopolando in Italia e nel mondo, tramite le mostre organizzata dalla Fondazione Ras.

Crollo dei visitatori nei musei: 1.6 milioni in meno per il 2008 e la crisi continua

29 Giugno, 2009
Categorie:  Curiosità Musei Visite
Tags:  affluenze   Musei   Visite  

I 30 musei italiani più visitati hanno accolto nel 2008 circa 23 milioni di visitatori, quasi un quarto di tutto il pubblico dei siti culturali della Penisola (circa 3.800 musei e 1.800 aree archeologiche). I Musei Vaticani, gli Scavi di Pompei e gli Uffizi sono stati i 3 luoghi d’arte più visitati, raccogliendo complessivamente 8,2 milioni di visitatori. Ma si manifesta un trend negativo, che vede solo 6 su 30 musei con numeri in crescita, mentre per gli altri si riscontra una generale contrazione degli accessi quantificabile in circa 1,6 milioni di visitatori in meno rispetto al 2007.

Nell'ambito delle manifestazioni collegate alla mostra archeologica L'alba della città (www.albadellacitta.it), il Comune di Castelletto Sopra Ticino ""Evaluatore della Cultura e il Gruppo Storico Archeologico Castellettese organizzano, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, una serata dal titolo: Echi dall'età del Ferro: i ritmi del banquetto e della festa La riscoperta dell'arpa celtica nel rapporto con la tradizione e l'archeologia cisalpina Sabato 13 giugno 2009 – ore 21 Sala Polivalente "Albino Calletti",Parco Comunale "Giovanni Sibilia" Castelletto Sopra Ticino (NO) Introduce il Dottor Filippo Maria Gambari, con un intervento intitolato: Protostoria dell'arpa celtica: le musiche da banquetto nell'età del Ferro in Cisalpina e in Gallia. A seguir, Concerto di arpa celtica, con Agnese Picco e Claudia Brosio, che eseguiranno arrangiamenti per arpa celtica della musica tradizionale irlandese, bretone e piemontese. L'arpa celtica è, sul piano tecnico e morfologico, all'origine delle arpe da concerto attualmente in uso nella musica da camera e orchestra.
Nell'ambito delle manifestazioni collegate alla mostra archeologica L'alba della città (www.albadellacitta.it), il Comune di Castelletto Sopra Ticino ""Evaluatore della Cultura e il Gruppo Storico Archeologico Castellettese organizzano, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, una serata dal titolo: Echi dall'età del Ferro: i ritmi del banquetto e della festa La riscoperta dell'arpa celtica nel rapporto con la tradizione e l'archeologia cisalpina Sabato 13 giugno 2009 – ore 21 Sala Polivalente "Albino Calletti",Parco Comunale "Giovanni Sibilia" Castelletto Sopra Ticino (NO) Introduce il Dottor Filippo Maria Gambari, con un intervento intitolato: Protostoria dell'arpa celtica: le musiche da banquetto nell'età del Ferro in Cisalpina e in Gallia. A seguir, Concerto di arpa celtica, con Agnese Picco e Claudia Brosio, che eseguiranno arrangiamenti per arpa celtica della musica tradizionale irlandese, bretone e piemontese. L'arpa celtica è, sul piano tecnico e morfologico, all'origine delle arpe da concerto attualmente in uso nella musica da camera e orchestra.

“Echi dall'età del Ferro” Il 13 giugno a Castelletto Sopra Ticino la riscoperta dell’arpa celtica nel rapporto con la tradizione e l’archeologia cisalpina

8 Giugno, 2009
Categorie:  Curiosità Mostre Protostoria
Tags:  archeologia   arpa celtica   cisalpina   età del ferro   musica  

Nell’ambito delle manifestazioni collegate alla mostra archeologica L’alba della città (www.albadellacitta.it), il Comune di Castelletto Sopra Ticino ““ Assessorato alla Cultura e il Gruppo Storico Archeologico Castellettese organizzano, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, una serata dal titolo: La riscoperta dell’arpa celtica nel rapporto con la tradizione e l’archeologia cisalpina Introduce il dott. Filippo Maria Gambari, con un intervento intitolato: Protostoria dell’arpa celtica: le musiche da banchetto nell’età del Ferro in Cisalpina ed in Gallia.

I Bronzi per Riace"¦ Parole e paroloni !

6 Giugno, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Curiosità Epoca Romana FantArcheologia Generale I blog di Archeologia Italici Mala Archeologia Periodo Greco Scavi
Tags:  Braghò   Bronzi   Mariottini   Ministero dei Beni culturali   Regione Calabria   Riace  

La proloco “I Bronzi per Riace”, presieduta dalla Dott.ssa Anna Maria Bombardieri, ha organizzato una giornata studio dedicata ai Bronzi di Riace il 16 maggio 2009 a Riace Marina presso l’hotel Federica, in collaborazione con l’Università della Calabria e con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali e della Regione Calabria. Ho chiesto al Prof. Giuseppe Braghò di commentarci quanto emerso in questa prestigiosa sede, dopo la pubblicazione della sua ricerca-inchiesta con sui ha evidenziato e documentato molte criticità circa il possibile trafugamento di parti dei Bronzi di Riace, per i quali gli ultimi Ministri per i Beni Culturali Rutelli e Bondi hanno enunciato l’impegno a verificare il da farsi per ridare integrità a questi beni culturali che sono anche patrimonio dell’umanità.

Cantiere-Evento 2009: dal 13 al 20 giugno visitabile lo scavo dell’area megalita di Aosta

6 Giugno, 2009
Categorie:  Curiosità Scavi Visite
Tags:  aosta   cantiere evento   megalitica   santuario   Scavi  

L’obiettivo è trasformarla in un parco archeologico che diventi Centro di riferimento europeo per il megalitismo. L’area megalitica di Aosta, una delle più importanti per lo studio della preistoria continentale, dal 13 al 20 giugno sarà aperta al pubblico. ****Presentato oggi agli organi di informazione, il cantiere-evento rientra nell’ambito del progetto ‘Sites ouverts’, realizzato dall’assessorato regionale alla cultura. L’area megalitica di Aosta è costituita da un santuario all’aperto le cui prime tracce risalgono al quarto millennio a.

Il quasi completo e ben conservato skeleton presented yesterday al Museo di Storia Naturale di New York, appartiene a giovane femmina di primati vissuta 47 milioni di anni fa, di non più di 10 mesi al momento della morte e da alcuni considerata l'anello mancante dell'evoluzione umana. Trovato in Germania a meno di 25 miglia a sud di Francoforte è stato presentato Tuesday dagli scienziati che l'hanno studiato, i quali sono convinti che will help to illuminare la linea evolutiva di scimmie e uomini. *Il fossile è stato chiamato familyrmente *Ida, dal nome della figlia di uno degli scienziati, ma il suo nome scientifico è Darwinius masillae, in onore a Charles Darwin e all'area in cui è stato ritrovato. Il fossile ha il migliore stato di conservazione tra tutti quelli ritrovati finora, anche della tipologia dei primati, spiega Jorn Hurum, della University of Oslo Natural History Museum, uno degli scienziati che hanno presentato l'esemplare. E' completo al 95%, conserva anche le punta delle dita con le unghie, è mancante solo una parte di una gamba. E' stato ritrovato anche il contenuto dello stomaco, che ha rivelato un'alimentazione basata su foglie e frutti.
Il quasi completo e ben conservato skeleton presented yesterday al Museo di Storia Naturale di New York, appartiene a giovane femmina di primati vissuta 47 milioni di anni fa, di non più di 10 mesi al momento della morte e da alcuni considerata l'anello mancante dell'evoluzione umana. Trovato in Germania a meno di 25 miglia a sud di Francoforte è stato presentato Tuesday dagli scienziati che l'hanno studiato, i quali sono convinti che will help to illuminare la linea evolutiva di scimmie e uomini. *Il fossile è stato chiamato familyrmente *Ida, dal nome della figlia di uno degli scienziati, ma il suo nome scientifico è Darwinius masillae, in onore a Charles Darwin e all'area in cui è stato ritrovato. Il fossile ha il migliore stato di conservazione tra tutti quelli ritrovati finora, anche della tipologia dei primati, spiega Jorn Hurum, della University of Oslo Natural History Museum, uno degli scienziati che hanno presentato l'esemplare. E' completo al 95%, conserva anche le punta delle dita con le unghie, è mancante solo una parte di una gamba. E' stato ritrovato anche il contenuto dello stomaco, che ha rivelato un'alimentazione basata su foglie e frutti.

Presentata a New York “Ida”, per alcuni l’anello mancante dell’evoluzione umana

20 Maggio, 2009
Categorie:  Comunicati stampa Curiosità Preistoria
Tags:  antropoide   evoluzione   ida   Preistoria  

Il quasi completo e ben conservato scheletro presentato ieri nella sede del Museo di Storia Naturale di New York, appartiene ad una giovane femmina di primate vissuta 47 milioni di anni fa, di non più di 10 mesi al momento della morte e da alcuni considerata l’anello mancante dell’evoluzione umana. Trovato in Germania a meno di 25 miglia a sud d****i Francoforte è stato presentato martedì dagli scienziati che lo hano studiato, i quali sono convinti che aiuterà ad illuminare la linea evolutiva di scimmie ed uomini.


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