Operazione Andromeda: rimpatriati reperti archeologici da 15 milioni di euro

RECUPERATO IN SVIZZERA OLTRE 300 STRAORDINARI REPERTI ARCHEOLOGICI

Presentati nel prestigioso e spettacolare scenario della piattaforma dell’arena del Colosseo, trecentotrentasette eccezionali reperti archeologici, provenienti da Lazio, Puglia, Sardegna e Magna Grecia, di epoca compresa tra VIII secolo a.C. e IV secolo d.C., che i Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale hanno rimpatriato da Ginevra (Svizzera), il 25 giugno 2010.

Tra i beni spiccano moltissimi oggetti di grandi dimensioni e alcuni rarissimi ed unici nel loro genere: loutrophoros, statue in marmo raffiguranti la dea Venere, crateri a volute apuli e attici, crateri a mascherone canosini, kylix calcidiche, oggetti in bronzo (tra cui padelle, hydriae, statuette ed un tripode), ferri chirurgici, affreschi pompeiani, una navicella e due guerrieri nuragici, il cui valore sul mercato illecito è determinato sulla base della loro grandezza in centimetri (circa diecimila euro a centimetro). Il valore patrimoniale complessivo delle opere supera i quindici milioni di euro.

I reperti sono stati sequestrati dalle autorità svizzere, nel corso di indagini iniziate nel 2008 dalla sezione archeologia del Reparto Operativo, su rogatoria internazionale emessa dalla Procura della Repubblica di Roma. L’importante recupero è un nuovo successo nell’azione di contrasto che il Comando TPC svolge da anni per arginare il traffico di reperti archeologici scavati illegalmente in comprensori italiani. L’indagine, denominata convenzionalmente “Andromeda”, prende spunto dagli approfondimenti del caso Medici. In particolare, i Carabinieri individuarono un noto commerciante londinese, Robin Symes, che tra gli anni “70 ed “80 era diventato il punto di riferimento di tantissimi ricettatori del settore. Basti pensare, a titolo di esempio, che è stato lui il curatore della vendita della Venere di Morgantina al Getty Museum di Malibù, opera che rientrerà in Italia nel gennaio 2011. La sua carriera, per lungo tempo in continua ascesa, si fermò quando, presso una lussuosa villa alle porte di Orvieto, il suo socio e compagno perse la vita in un incidente. L’impero costruito dal Symes vacillò poiché coinvolto, in Inghilterra, anche in vicende giudiziarie civilistiche, intentate dagli eredi del convivente. Le attività hanno portato a ritenere che il dealer per cercare di salvare la sua libertà personale e patrimoniale, trasferì i suoi interessi commerciali in Svizzera.

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A seguito di ulteriori rogatorie, nel mese di dicembre 2008, sono stati perquisiti nove locali, adibiti a magazzini nel predetto porto franco, riconducibili a un importante mercante giapponese, ove sono stati rinvenuti circa 20.000 beni d’arte, provenienti da ogni parte del mondo, molti dei quali di chiara provenienza da aree archeologiche italiane. Sulla base quindi delle evidenze investigative e dei riscontri scientifici dei consulenti tecnici è stata comprovata, inconfutabilmente, la provenienza dei reperti da scavi clandestini in Italia.

Foto:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/07/16/foto/reperti_archeologici_al_colosseo-5629109/1/


Ultima modifica 2010/07/23