Riparte la campagna di scavo a Peltuinum (AQ). Gli studenti vivranno da “terremotati volontari” per aiutare l’economia abruzzese

Riparte anche quest’anno la campagna di scavo a Peltuinum, condotta dagli studenti dell’ Università di Roma " La Sapienza" sotto la direzione della prof.ssa Luisa Migliorati.

Lo scavo, iniziato negli anni “80, e che prosegue con cadenza annuale dal 2000, si svolgerà nei mesi di Luglio e Settembre. Esso stato fortemente voluto dalla prof.ssa Migliorati – docente di Urbanistica Antica all’Università di Roma ma di origini abruzzesi – “per dare un segnale concreto di continuità, nonostante il terremoto”.

Le difficoltà logistiche sono maggiori rispetto agli altri anni: gli studenti, iscritti a Roma e provenienti da tutta l’Italia, dovranno, infatti, dormire in tenda e vivere da “terremotati volontari”, ma sono tutti motivati e consapevoli di aiutare nel loro piccolo l’economia abruzzese, sia portando denaro agli esercizi commerciali della zona, sia dando visibilità ad uno scavo poco conosciuto, anche tramite l’organizzazione di visite guidate gratuite per tutto il periodo dello scavo.

Della antica città romana di Peltuinum, sita sulla piana di Navelli, tra Prata d’Ansidonia e S.Pio delle Camere, non si parla molto, rimanendo spesso fuori dall’elenco di località che ha reso questa parte d’Abruzzo una meta per le vacanze di tantissimi turisti, anche stranieri, ma essa è invece una importante testimonianza della cultura romana, immersa in uno splendido panorama.

Infatti sebbene le strutture private antiche e le abitazioni siano state parzialmente distrutte da secoli di aratura del terreno, restano ben visibili le strutture pubbliche, che confermano l’importanza di questa città sorta attorno alla metà del I sec. a. C. e che ebbe il suo massimo sviluppo nel I- II sec. d. C.: sono infatti conservati il tratto occidentale delle mura con la porta, il tempio del foro circondato da un portico, e soprattutto il teatro, ancora solo parzialmente scavato, e attualmente oggetto di indagine.

Del tempio, scavato negli anni 80, sono visibili il nucleo in calcestruzzo del podio, e i resti del portico colonnato che lo circondava su tre lati, restaurati e resi permanentemente visibili con i lavori di consolidamento e valorizzazione ad opera della Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo.

Il luogo di culto è stato attribuito al dio Apollo grazie al ritrovamento di una mensa per offerte alla divinità – poi riutilizzata come soglia in una abitazione ““ che recava incisa la scritta APELLUNE, probabilmente una deformazione del nome della divinità.

Lo scavo del teatro, invece, sta restituendo interessanti informazioni sia sulla sua costruzione, pensata come un terrazzamento che colmasse il dislivello naturale tra il tempio e lo spazio sottostante, sia sulla sua parziale demolizione avvenuta a partire dal periodo medioevale, con il sistematico riutilizzo dei blocchi calcarei come materiali da costruzione. I materiali lapidei venivano infatti smontati, tagliati e squadrati sul posto, in modo da renderli pietrame da costruzione per le case del vicino paese e per molte chiese, a partire dalla splendida S.Paolo di Peltuinum, ora seriamente danneggiata dal terremoto, fino ad arrivare alle chiese di Bominaco.

Il risultato è che la cavea del teatro è stata riempita, fino ad una altezza di 2,5 m, da “scarti di lavorazione” medioevali, che si rivelano spesso essere frammenti di capitelli ionici e corinzi, cornici con decorazioni a palmette, dentelli e volute, eliminati in fase di squadratura dei blocchi. Questi frammenti, oltre ad essere molto belli, sono materiale prezioso per gli archeologi, in quanto consentono di ricostruire la decorazione architettonica dell’area.

Inoltre si è compreso come il teatro fu oggetto di una modifica strutturale sia della parte dei gradini della summa cavea, quelli più in alto, sia della porticus ad scaenam (il portico adiacente all’ingresso), molto probabilmente in conseguenza di un altro forte terremoto, avvenuto nel 51 d.C.

Anche questo evento sismico, però, non abbatté gli abruzzesi di allora, che reagirono rinforzando la struttura a tal punto che essa ha resistito sino ad oggi, non riportando danni neanche nel sisma del 6 Aprile scorso.

Per info e prenotazioni visite:

Telefonare al n. cell. 347 1407128; oppure, dal 18/07, recarsi direttamente presso l’area archeologica del teatro dalle 8 alle 17.

Fonte:

http://www.ilcapoluogo.com/e107_plugins/content/content.php?content.17242


Ultima modifica 2009/07/01