Si inaugura giovedì 18 giugno al Museo Archeologico Nazionale Dinu Adamesteanu di Potenza
Principi ed Eroi della Basilicata Antica. Immagini e segni del potere tra VII e V secolo a.C.
Museo Archeologico Nazionale Dinu Adamesteanu via Serao, 11 – 85100 Potenza
La mostra scaturisce da alcuni recentissimi rinvenimenti archeologici di eccezionale rilievo effettuati a Torre di Satriano (PZ) nell’ambito di una ricerca programmata e condotta dalla stessa Scuola di Specializzazione.
L’esposizione, prendendo spunto dalla straordinaria scoperta di una residenza monumentale del VI secolo a.C., rarissima nel panorama della Magna Grecia, vuole portare l’attenzione sulle manifestazioni del potere e i rituali che caratterizzano le élites locali in un’epoca di grandi trasformazioni nell’entroterra indigeno dell’Italia meridionale, segnata dalla fondazione di colonie greche e dal complesso sistema di relazioni, anche culturali, con le comunità indigene.
Di particolare rilievo è la complessa decorazione architettonica, contraddistinta da un fregio figurato che sintetizza in modo emblematico il mondo ideale delle élites insediate nell’Appennino lucano. Gli straordinari corredi funerari pressoché coevi, rinvenuti nei centri dello stesso comparto territoriale (in particolare Serra di Vaglio, Baragiano e Ruvo del Monte) e caratterizzati da armature da parata tipiche degli opliti greci, definiscono un quadro d’insieme unitario sotto il profilo ideologico.
Tema centrale dell’esposizione è l’ideologia del potere delle aristocrazie italiche della Basilicata antica tra VII e VI secolo a.C. In particolare, per la prima volta sono in esposizione preziosi oggetti di straordinaria valenza evocativa provenienti dalle antiche “metropoli” delle genti nord-lucane (Vaglio, Baragiano, Torre di Satriano). Si tratta di simboli che rimandano alla forza e alle virtù guerriere e all’importanza della competizione tra guerrieri armati alla maniera degli eroi celebrati nei poemi omerici: una spada con l’immanicatura in avorio, un elmo con alto cimiero, un emblema di scudo con la Chimera, essere mostruoso a tre teste, di leone, capro e serpente, per spaventare il nemico in battaglia. Eroi del mito greco quali Eracle e Teseo sono rappresentati anche su splendidi vasi a figure nere da Baragiano, ad evocare un mondo leggendario che diventa un riferimento ideale.
Segni del cerimoniale e del lusso femminile sono un eccezionale fuso in ambra, vari pendenti in ambra raffiguranti figure del corteggio dionisiaco (satiro e menade), una parure in ambra e oro e uno splendido diadema in oro: elementi di vesti cerimoniali, indossate per accompagnare rituali, come il matrimonio, che scandiscono il ciclo esistenziale della donna. Pesi da telaio con decorazioni rituali rimandano all’attività femminile per eccellenza, la tessitura, cui si dedicava Penelope in attesa del ritorno di Ulisse.
Le sezioni successive approfondiscono il tema del processo di strutturazione degli insediamenti e delle élites italiche, con l’elaborazione di tratti culturali ben riconoscibili che identificano l’area nord-lucana. I centri più importanti, nel corso del VI secolo a.C., sono Serra di Vaglio, Torre di Satriano, Baragiano, Ruvo del Monte, Ripacandida in Basilicata, Buccino ed Atena Lucana in territorio campano posti su alture a controllo delle vallate fluviali.
Accanto al rito funebre, caratterizzato dal rannichiamento, un tratto culturale che definisce queste popolazioni è la produzione di ceramica a decorazione geometrica di VII-VI secolo a.C., definita Ruvo-Satriano Class dai due maggiori centri produttori.
Gli insediamenti dell’area nord-lucana sono organizzati per nuclei sparsi di capanne, affiancati dalle relative sepolture e da spazi coltivati. Un altro importante rinvenimento effettuato sempre a Torre di Satriano è rappresentato da una grande dimora absidata di VII secolo a.C. che non doveva essere molto diversa dalle regiae degli eroi omerici. L’ingresso principale era caratterizzato da un cortile che immetteva in un’ampia sala ove si svolgevano le attività quotidiane. In prossimità di un ingresso laterale era collocato un soppalco ligneo destinato alle attività femminili della filatura e la tessitura della lana. In posizione centrale era il grande focolare, ove dovevano svolgersi banchetti con l’uso di bevande, tra cui senza dubbio il vino greco. Lo spazio più remoto della casa fungeva da magazzino per le derrate alimentari e per la conservazione di beni preziosi quali le eleganti ceramiche, sia greche che locali a decorazione geometrica utilizzate durante i banchetti.
Il nucleo principale dell’esposizione è dedicato al “palazzo” di Torre di Satriano costruito intorno alla metà del VI secolo a.C. da artigiani greci provenienti dalla costa ionica, che hanno lasciato sulle terracotte architettoniche la traccia della loro attività artigianale, apponendo iscrizioni in dialetto laconico, funzionali alla messa in opera del tetto.
La straordinaria decorazione architettonica che ornava la monumentale dimora doveva renderla simile ad un tempio greco: sime, gocciolatoi a tubo (sostituiti in una seconda fase da gocciolatoi a protome leonina), una rarissima statua acroteriale rappresentante una sfinge e soprattutto una serie di lastre figurate in terracotta originariamente dipinta dovevano impressionare chiunque si avvicinasse alla residenza, segnalando la potenza della famiglia che lì risiedeva.
Fonte:
http://www.mileneventi.com/articolo.php?id=494