Presentato il “Guerriero di Torre Astura” una straordinaria sepoltura del III millennio a.C.


Categorie:  Comunicati stampa Nuovi Ritrovamenti Preistoria
Tags:  eneolitico   lazio   sepoltura   sezione archeologica CC  
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Presso la caserma La Marmora di Roma ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state illustrate, con immagini e fotografie, le fasi di una delicata attività condotta dal personale del Reparto Operativo sulla costa del basso Lazio, all'altezza della località chiamata Osservatorio Cortese, che ha consentito la "eccezionale scoperta di un'antica tomba, risalente al III millennio a.C., appartenuta a un guerriereo dell'epoca preistorica, e l'individuazione di un sito dove sorgeva una necropoli nuova al mondo scientifico. Il seppelliere presentava nel costo una punta di freccia e era circondato da vasellame di varia natura, probabilmente il seppelliere corredo depositato nel feretro all'atto della sepoltura. Marina Sapelli Ragni, sovrintendente per i Beni archeologici del Lazio, ha poi aggiunto: 'Il seppelliere e' composto da sei vasetti in ceramica, molto ben conservati e attribuibili all'eneolitico, ovvero l'eta' del rame, che copre il terzo millennio a.C. Nei prossimi mesi analizziamo questi reperti nel nostro laboratorio di antropologia di Tivoli, e li confrontamo con gli altri rinvenimenti del periodo architettonico'.
Presso la caserma La Marmora di Roma ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state illustrate, con immagini e fotografie, le fasi di una delicata attività condotta dal personale del Reparto Operativo sulla costa del basso Lazio, all'altezza della località chiamata Osservatorio Cortese, che ha consentito la "eccezionale scoperta di un'antica tomba, risalente al III millennio a.C., appartenuta a un guerriereo dell'epoca preistorica, e l'individuazione di un sito dove sorgeva una necropoli nuova al mondo scientifico. Il seppelliere presentava nel costo una punta di freccia e era circondato da vasellame di varia natura, probabilmente il seppelliere corredo depositato nel feretro all'atto della sepoltura. Marina Sapelli Ragni, sovrintendente per i Beni archeologici del Lazio, ha poi aggiunto: 'Il seppelliere e' composto da sei vasetti in ceramica, molto ben conservati e attribuibili all'eneolitico, ovvero l'eta' del rame, che copre il terzo millennio a.C. Nei prossimi mesi analizziamo questi reperti nel nostro laboratorio di antropologia di Tivoli, e li confrontamo con gli altri rinvenimenti del periodo architettonico'.

Presso la caserma La Marmora di Roma si è tenuta una conferenza stampa nel corso della quale sono state illustrate, con immagini e fotografie, le fasi di una delicata attività condotta dal personale del Reparto Operativo nel litorale del basso Lazio, all’altezza della località denominata Osservatorio Cortese, che ha consentito l"eccezionale scoperta di un’antica tomba, risalente al III millennio a.C., appartenuta ad un guerriero di epoca preistorica, e l’individuazione di un sito dove sorgeva una necropoli inedita al mondo scientifico.

Lo scheletro presentava nel costato una punta di freccia ed era circondato da vasellame di varia natura, probabilmente il corredo funerario deposto nel feretro all’atto della sepoltura. Marina Sapelli Ragni, sovrintendente per i Beni archeologici del Lazio, ha poi aggiunto: ‘Il corredo e’ composto da sei vasetti in ceramica, molto ben conservati e attribuibili all’eneolitico, ovvero l’eta’ del rame, che copre il terzo millennio a.C. Nei prossimi mesi analizzeremo questi reperti nel nostro laboratorio di antropologia di Tivoli, e li confronteremo con gli altri rinvenimenti del periodo eneolitico’.

Lo scheletro, sepolto per molti secoli sotto un banco naturale di argilla, presenta integre quasi tutte le ossa. Il corredo funerario, peraltro, rappresenta un unicum sotto l’aspetto scientifico, poiché erano inedite, sino ad ora, sepolture a ridosso della zona litoranea di Torre Astura, ascrivibili al periodo preistorico dell’eneolitico (età del rame}, già note in altre aree del Lazio meridionale, a sud del Tevere.

La scoperta ha, quindi, un notevole valore in quanto attesta, per la prima volta, la presenza di una probabile necropoli eneolitica lungo la costa di Nettuno. L’intervento è stato eseguito con la massima urgenza per consentire il recupero dei rari materiali archeologici prima della loro definitiva perdita. Infatti, la sepoltura, situata sulla battigia, poteva essere danneggiata o perduta a causa della marea.

Fonte:

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=14786

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