Trapani – Ritrovato relitto di nave: prime immagini

Il 19 aprile 2008 il Soprintendente del Mare – Sebastiano Tusa, il Dirigente del Servizio Rilievo e Progettazione – Gaetano Lino e il funzionario archeologo Nicolò Bruno, hanno effettuato una prospezione subacquea in località Lido di Valderice (TP) a seguito della segnalazione di un subacqueo, Battista Grillo, pervenuta alla Soprintendenza del Mare il 14 aprile u.s. Nella segnalazione il subacqueo dichiarava che, nel corso di una battuta di pesca aveva avvistato un relitto di nave, probabilmente antico, data la presenza di frammenti ceramici nella zona.

Il relitto giace a circa 250 metri dalla costa ad una profondità di circa 4 metri su un fondale di sabbia e rocce, al limitare del ciglio relativo al plateau che da quel punto, con un’altezza media di 1 metro, arriva fino alla riva. Da una prima ricostruzione il naufragio potrebbe essere stato provocato da condizioni meteo-marine avverse che hanno reso ingovernabile la nave facendola rovinare sul ciglio della platea, causandone l’affondamento lungo l’orlata.

Del relitto, adagiato in senso Est – Ovest, si leggono 11 ordinate non consecutive (5 ad Est con lato di circa 2 metri e 6 in continuità verso Ovest) per un totale di circa 8 metri, fissate con chiodi di bronzo a sezione quadrangolare. Spostando la sabbia in alcuni punti sono state individuate le tavole del fasciame esterno, connesso con la tecnica a linguette e cavicchi. Segni di carpenteria incisi in antico per facilitare il montaggio delle varie parti dello scafo sono visibili sui legni; tale peculiarità rende interessantissimo il futuro studio del relitto.

A Nord-Est, a pochi metri di distanza dal primo tratto di ordinate, sono state rinvenute tre anfore ancora coperte dalla sabbia. Da un primo esame visivo le anfore sembrerebbero del tipo africane di IV-V sec. d. C., datazione confermata da un’altra anfora del tipo Keay databile al V sec. d. C. rinvenuta e consegnata precedentemente sempre dallo scopritore.

Lo specchio di mare dove è stato rinvenuto il relitto, è frequentato da pescatori subacquei e quindi il relitto e quello che rimane del suo carico, è in serio pericolo di depredazione. Il primo intervento da effettuare all’interno dell’area è quindi un’operazione di copertura temporanea con un primo strato di sabbia, una copertura geotessile e sacchi di sabbia. In un secondo momento si dovrà prevedere lo scavo e il recupero del relitto con il relativo carico.

Il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Beni Culturali e Ambientali ed E.P. – Romeo Palma, ha già messo in atto tutte le procedure per l’avvio delle operazioni di tutela del sito e le successive indagini archeologiche subacquee per lo scavo e il recupero del relitto.

Contestualmente è stato richiesto alla Capitaneria di Porto di Trapani di effettuare opera di vigilanza sul sito e l’emissione di apposita ordinanza di interdizione per l’area interessata.

Romeo Palma – Dirigente Generale Dipartimento Regionale Beni Culturali e Ambientali
Sebastiano Tusa ““ Soprintendente del Mare


Ultima modifica 2008/04/24