Sempre in allerta contro i ladri d’arte

Un allarme lanciato da un giornalista del quotidiano La Stampa invita a tenere gli occhi aperti su un problema che affligge il nostro patrimonio culturale, non sempre protetto come dovrebbe essere. Il tema, delicato e ahimé attuale, è quello dei furti di opere d’arte, spesso fatti su commissione, e che hanno comunque per fine la vendita della refurtiva sul mercato clandestino a collezionisti senza scrupoli. L’articolo della Stampa si occupa della situazione del Piemonte dove, nonostante sembrino calare le denunce, aumenta tuttavia il numero delle opere trafugate, segno che il business del mercato illecito dell’arte è ben attivo e interessato. I musei al momento sembrano non essere toccati dai furti, mentre le chiese subiscono vere razzie e spesso i privati sono presi di mira. Occorre anche dire che accanto ad associazioni organizzate di “professionisti” del furto su commissione, operano dilettanti più o meno allo sbaraglio, che nella peggiore delle ipotesi, oltre a non rendersi conto del reale valore dell’opera, rischiano di danneggiarla.

Il discorso fatto per il Piemonte vale per tutta l’Italia, dove ogni anno vengono trafugate Dio solo sa quante opere tra oggetti d’arte, statue, dipinti, affreschi, rilievi, veri e propri pezzi archeologici, per essere rivenduti sul mercato clandestino. Sulle pagine di Archeoblog è stata data attenzione ad alcuni casi di ritrovamenti eccellenti, come quello del dipinto parietale di paesaggio proveniente da Pompei, o del cratere di Euphronios che prima di essere acquistato dal Metropolitan di New York era stato trafugato da una tomba di Cerveteri. Inoltre ultimamente si è riusciti a recuperare alcuni pezzi di pregio, come un sarcofago da Ostia con rappresentazione delle Muse, salvato prima che fosse piazzato sul mercato. Ma spesso ahimè si arriva tardi: è il caso, che è saltato agli onori della cronaca poco tempo fa grazie ad una segnalazione di Striscia la Notizia, di parti di affreschi di santi tagliate via dalla parete sulla quale erano dipinte in una chiesa bizantina scavata nella roccia nel Casertano. Sicuramente il fatto che sull’evento sia stata sollevata l’attenzione dei media (e che media!) non faciliterà la vendita di questi pezzi sul mercato clandestino. Ma è una magra consolazione, se si pensa al grosso danno al patrimonio che un atto del genere ha comportato.

E’ un bene, infine, che i media a livello nazionale (La Stampa, Striscia la Notizia) si occupino di questo tema: occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del nostro patrimonio e sul rischio che deriva da atti illeciti di questo tipo. L’arte e l’archeologia sono la nostra cultura: perchè volerla rovinare con le proprie mani e volerla svendere, illegalmente, al primo offerente?

Marina Lo Blundo

Comunicare l’archeologia

per l’articolo completo de La Stampa vedi:

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200806articoli/7236girata.asp#


Ultima modifica 2008/06/13