Oggi presentiamo la seconda intervista ad archeologi blogger. In questo caso, a differenza di MondoArcheologia, il blog non è individuale ma di gruppo.
Se scrivete un blog di archeologia e desiderate segnalarlo, mandate una e-mail a info@archeoblog.net. Se invece l’idea di aprire un blog archeologico vi ispira, potete farlo gratuitamente registrandovi all’indirizzo http://archaeonetwork.net/ wp-signup.php (per qualsiasi dubbio sull’apertura di un blog scrivete pure a info@archaeonetwork.net
Comunicare l’archeologia
1) Innanzitutto presentatevi!
Siamo tre giovani archeologi liguri: Matteo Sicios, laureato in Conservazione dei Beni Culturali a Genova e ora studente per la laurea specialistica in Archeologia a Pisa, Marina Lo Blundo, laureata in Conservazione dei Beni Culturali a Genova, e al II anno di Scuola di Specializzazione in Archeologia a Genova, Walter Siciliano, laureando in Conservazione dei Beni Culturali a Genova.
Abbiamo tutti e tre all’attivo varie esperienze di scavo e di ricerca e collaboriamo con il Gruppo Ricerche, sezione genovese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Matteo Sicios nella fattispecie oltre a ricoprire ruoli di responsabilità all’interno del Gruppo Ricerche è anche e soprattutto il responsabile del progetto “Comunicare l’archeologia”, proprio all’interno del Gruppo Ricerche.
2) Che cos’è il progetto “comunicare l’archeologia”?
Comunicare l’archeologia è un gruppo di lavoro che nasce con l’obiettivo di formare archeologi in grado di comunicare al maggior numero di persone i risultati e i metodi delle ricerche archeologiche, soprattutto in Liguria. Fare un’archeologia che sia comunicativa e incentivare una comunicazione maggiormente archeologica, cercando spazi per aumentare l’informazione sulle ricerche archeologiche è lo scopo che stiamo perseguendo. Noi portiamo avanti delle esperienze nel campo della comunicazione delle ricerche archeologiche, sia a livello pratico che teorico, per studiare e capire quali sono gli strumenti e gli accorgimenti per una buona comunicazione archeologica.
Il progetto nasce da un’idea di Matteo Sicios, che ne è il responsabile, mentre Marina Lo Blundo si occupa della gestione del blog.
3) Da cosa nasce l’idea di comunicare l’archeologia?
Al giorno d’oggi la ricerca archeologica in Italia è fine a sé stessa, rimane confinata alla mera pubblicazione scientifica, riservata solo agli addetti ai lavori, mentre la gran parte della popolazione rimane all’oscuro di ciò che succede nel proprio territorio. Se si imparasse a comunicare l’archeologia, soprattutto le scoperte archeologiche, se si cominciasse a comunicare alla comunità la conoscenza acquisita sul territorio in cui essa vive forse aumenterebbe l’interesse intorno alla nostra professione e alla nostra ricerca. Non solo, ma senza comunicazione non c’è informazione, e quindi non si può neanche fare una buona difesa dei Beni Culturali: informare l’opinione pubblica è importante se vogliamo difendere i nostri monumenti e i nostri siti archeologici, perché l’ignoranza, intesa come non conoscenza, porta all’abbandono e all’incuria.
Da qui nasce la nostra voglia di aggiungere un tassello a quanto si sta già facendo in Italia in questa direzione per cercare di sensibilizzare quanti più interlocutori possibili sul tema della comunicazione archeologica.
4) Come mai un blog?
Il blog nasce come vetrina delle attività del progetto, è uno strumento che noi utilizziamo per progredire nella ricerca, e anche per fare incontrare, nello stesso luogo, i due interlocutori della comunicazione archeologica: chi la dà e chi la riceve. Nel blog trovano posto le collaborazioni che portiamo avanti nel campo della comunicazione, le nostre attività, recensioni di testi che possono fornirci spunti utili sul tema della comunicazione in archeologia, e inoltre diamo spazio a notizie di corsi, master, convegni svolti in Italia all’estero sempre sul tema della comunicazione archeologica. Abbiamo anche un forum, nel quale poter scambiare opinioni, anche con i non addetti ai lavori, che sono poi i veri fruitori della comunicazione archeologica.
5) Altro da aggiungere?
Solo ringraziarvi per l’opportunità che ci state dando voi di archeoblog di dare visibilità al nostro blog www.megablog.it/comunicarelarcheologia.
Grazie mille a nome di tutti e tre.
Marina Lo Blundo
Comunicare l’archeologia
quando scrivi:
“Al giorno d’oggi la ricerca archeologica in Italia è fine a sé stessa, rimane confinata alla mera pubblicazione scientifica, riservata solo agli addetti ai lavori, mentre la gran parte della popolazione rimane all’oscuro di ciò che succede nel proprio territorio”
penso che tu abbia stra-ragione!
io che sono spesso dalla parte del pubblico, quella che tu chiami “popolazione”, è esattamente così che a volte percepisco la “casta” degli archeologi.
però posso raccontarti/vi un modo nuovo di proporre questa materia, che in alcuni ambiti sta favorendo l’incontro tra la “popolazione” e la storia, quindi l’archeologia…
parlo del mondo delle rievocazioni storiche, in particolare quelle celtiche (ma perchè io conosco bene solo queste), il livello di preparazione dei gruppi di rievocazione storica si sta sempre più alzando, non solo sono ben equippaggiati e preparati in storia, ma stanno iziando a proporsi alla “popolazione” in modo “spettacolare”, coinvolegente e divertente…
può apparire un modo “supeficiale” e “frivolo” di proporre la storia, ma io vedo che funziona, la “popolazione” diventa “PUBBLICO”, si diverte e comincia ad avvicinarsi alla storia senza pensare che sia un “mattone” indigesto…
in alcuni casi virtuosi, i gruppi di rievocazione storica sono così in gamba che arrivano con le loro attività confinano nell’archeologia sperimentale… anche questa materia “noiosa” ma che si presta alla spettacolarizzazione, quindi al coinvolgimento del pubblico…
a volte questi eventi sono organizzati in contesti museali o presso siti archeologici, sempre più spesso gli organizzatori coinvolgono studiosi e archeologi che tengono conferenze e il Pubblico si avvicina e se si avvicina può “innamorarsi”….
tanti innamorati di storia e archeologia sono un bene per tutti no???
se vi va di conoscerli alcuni di questi gruppi di rievocazione storica (celtici) si “radunano” on-line sul forum del sito http://www.celticworld.it fate un salto trovarli ed iniziate a confrontarvi con loro…
possono (anzi possiamo) essere il vostro “cavallo di troia” per conquistare il cuore delle Persone…
;o)
K.
Sì è vero, in qualche caso so di rievocazioni storiche fatte con il contributo scientifico: mi viene in mente il caso del Primo Festival Romano Europeo che si terrà in Bulgaria a Svishtov i giorni 27-29 giugno e che è patrocinato tra gli altri da Archeologia Viva, che può essere considerata la Bibbia della comunicazione archeologica.
Il nostro blog è un luogo di riflessione proprio sul come riuscire a trasmettere l’informazione archeologica al pubblico. L’archeologia di per sé non sarebbe una casta, deve solo trovare il modo per diventare più “pubblica”, e in questo senso le rievocazioni storiche, se fatte bene, quindi con il contributo scientifico di un archeologo, possono riuscire nell’intento di avvicinare la gente ad una materia tanto affascinante com’è l’archeologia.
Ti invito a discutere quest’argomento sul forum che abbiamo sul nostro blog: aprendo lì una nuova discussione potremo discutere più a fondo quest’argomento, che mi sembra ricco di spunti per vedere in che modo archeologi e pubblico possono comunicare e venire a contatto gli uni con gli altri.
Ti aspetto!
ho fatto un salto sul forum che mi indichi, e vedo che non è molto “popolato”…
a proposito di comunicazione (ed efficaca della), mi verrebbe da dire che mettesi a parlare di queste cose in 4, non è proprio il massimo…
un po’ come fare “casta”, non so se mi spiego…
non mi sottraggo al confronto, anzi ti ringrazio per avermi invitato, ma se da parte vostra non ci sono “resistenze”, proporrei di “trasferire” la conversazione in un “luogo” più “frequentato”, dove ci potrebbe anche essere la possibilità di raccogliere più contributi e spunti di riflessione…
che ne pensi/pensate??
K.
Beh, da qualche parte bisognerà pur partire…
< Beh, da qualche parte bisognerà pur partire…
si, quindi da dove partiamo?
K.
a questo punto propongo di iniziare la discussione con un articolo ragionato e approfondito pubblicato in questo blog (se non lo avete già fatto registratevi per poter proporre i post) cosicché guadagni la massima esposizione possibile (circa 20.000 utenti al mese). In seguito, per rendere facile la discussione e visto che sono l’amministratore, posso pubblicare l’articolo contemporaneamente anche sul forum (sempre di archeoblog).
Invito quindi Keltie o marina lo blundo a loggarsi in archeoblog e scrivere la loro opinione sul tema della percezione dell’archeologia al di fuori degli addetti ai lavori (e proporre anche soluzioni ai problemi emersi;).
saluti,
arjuna
ok, 20.000 utenti al mese possono bastare :oD, battute cretine a parte, son tanti, tanti davvero, sicura che non ti confondi con le hits o le pagine viste??
comunque raccolgo di buon grado l’invito di arjuna, ma per l’articolo “ragionato e approfodito” passo la palla a Marina, che di certo è più brava di me!
Quando nel mio primo intervento scrivevo di “gruppi virtuosi” ovviamente mi stavo auto-citando ;oP ma tra quelli di cui conosco il modo di operare, e che secondo me hanno un modo di proporsi soticamente rigoroso, con un occhio allo spettaccolo ed uno alla didattica, vi sono proprio alcuni dei gruppi che parteciperanno in Bulgaria alla rievocazione storica di Svishtov citata da Marina.
E non mi riferisco solo a quelli con le loriche, ma anche ad alcuni che vanno in giro in bracae :oD, se questa “conversazione” prende una “bella piega” posso provare a chiamare qualcuno di loro, per portare qui il loro contributo e la loro esperienza…
K.
Accetto senz’altro l’invito! è un’ottima occasione di riflessione, per capire come noi archeologi ci poniamo e come veniamo recepiti. Davvero siamo considerati una casta? Si sta muovendo qualcosa in Italia per cercare di cambiare questa percezione che si ha di noi? Tanti parlano di comunicare l’archeologia, ma poi chi lo fa davvero? Cercherò di rispondere a queste domande e a fare un punto della situazione come base per il dibattito che sicuramente si scatenerà.
Marina Lo Blundo
Saluto tutti, sono Mikayla, vicepresidente dell’associazione culturale Nemeton Ruis gruppo di ricostruzione storica gallica, giungo qui perchè il blog è stato segnalato da Keltie e così ho dato un’occhiatina…
e in risposta a quello che diceva Marina sulle rievocazioni storiche desidero fare presente che tutte le rievocazioni estere di cui sono a conoscenza si svolgono con il controllo e la supervisione di storici e/o archeologi, che sono patrocinate, sponsorizzate e lautamente sostenute da interventi statali e i suddetti (storici e/o archeologi) stanno proprio dentro i gruppi di rievocazione come parte attiva e ovviamente altamente professionale, nel caso i in cui l’argomento che hanno studiato sia naturalmente relativo al periodo storico a cui si vuol far riferimento…altrimenti il discorso direi che cambia notevolmente…
Sono in costante contatto con gruppi francesi e addirittura i gruppi di rievocazione di Francia e Belgio spesso hanno in gestione estiva gli archeopark, personalmente siamo stati a Treviri lo scorso anno per una manifestazione internazionale di stampo “romano” ma che prevedeva anche l’intervento di compagini germaniche di cui siamo da due anni ottimi ricostruttori (e probabilmente unici in Italia e tra i pochissimi in Europa). Non vi dico come all’estero vengono considerate queste manifestazioni…tutto un altro spessore scenico (avevamo a diposizione per le rappresentazioni l’arena di Trier e le thermae), la gente viene, domanda, tocca (brrrr!!:-))) vuole sapere e partecipare, cosa che in Italia accade veramente pochissimo (la gente fa il giro del campo passa, guarda e se non la catturi col lazo passa oltre..ormai non è più abituata a situazioni interattive).
Questo per dire che solo ed esclusivamente in Italia le feste storiche assomigliano spesso di più alla sagra della salamella che ad un evento culturale, ma ciò è da imputare come sempre allo scarso interesse delle istituzioni che vedono la diffusione della cultura non come un momento di arrichimento e di crescita, un valore aggiunto per “azienda Italia” che solo di quello potrebbe campare, ma al contrario come qualcosa di futile… da lasciare in ultima fila…e ciò per i gruppi come il nostro che fanno ricerca e lavoro serio vuol dire un rallentamento dei lavori visto che tutto ciò che facciamo lo dobbiamo fare quasi esclusivamente contando sulle nostre forze.
Secondo me, la festa storica è sicuramente il metodo migliore per comunicare in maniera giocosa tutto ciò che è storia e archeologia (per esempio nel nostro campo abbiamo pezzi fedelmente ricostruiti da ritrovamenti nelle tombe che mostriamo alla gente…oppure coinvolgiamo i bambini nell’allenamento schermistico e militare, facciamo vedere il telaio alle donne e alle bambine ecc. ecc.), certamente c’è bisogno di una maggiore supervisione storico/archeologica all’accesso della stessa, perchè se posso vestirmi da Gandalf e partecipare ad una festa ricostruttiva è ovvio che poi l’intero lavoro fatto per dare cultura e informazione va a finire nello sciaquone…
Noi ci avvaliamo dello studio e della traduzione di testi provenienti da Francia e Belgio che attualmente sono i più aggiornati in materia gallica, abbiamo la supervisione di un esperto in storia di Gallia anche se non laureato (ma in Italia esiste un solo corso di antichità celtiche a Bologna tenuto dal prof. Vitali e attualmente nell’ambiente conosco solo una persona che l’ha fatto) e di un archeologo che gestisce un gruppo tutto suo ma con il quale siamo legati da sincera amicizia e ci diamo una mano nei lavori ricostruttivi.
tutto questo lavoro ci porta a creare dei “pacchetti storici” divertenti e utili che speriamo in futuro vengano sempre più apprezzati e soprattutto che vengano ampliati sia per quanto riguarda la nostra epoca ma anche per altre epoche e/o popoli.
Se ancora non state dormendo, grazie per l’attenzione. :-)))
Abrexta Mikayla
del gruppo Nemeton Ruis
# Abrexta Mikayla
> storici e/o archeologi […] stanno proprio
> dentro i gruppi di rievocazione come parte
> attiva e
ecco, questa degli archeologi DENTRO i gruppi di rievocazione storica mi pare un’ottima idea!
poter trovare in un unico “soggetto” persone votate alla comunicazione e allo spettacolo e persone vocate allo strudio e al rigore filologico mi pare che possa produrre buoni risultati in termini di comunicazione…
“precisi” da una parte e “spettacolari” al tempo stesso…
non ho nessun tipo di esperienza “estera” come te, e non mai avuto modo di osservare situazioni come quelle da te descritte, ma l’idea mi pare che abbia dei fondamenti difficilmente contestabili!!
in effetti in Italia questo accade assai di rado, in ambito celtico sono a conoscenza di pochissimi esempi… come mai queste unioni si skils sono così difficili???
K.
Beh, i Taurini hanno spesso contatti con Gambari e con il G.A.T.
Anche i Fianna hanno ottime collaborazioni.
In Italia la situazione non è certo al livello di Francia, Spagna o Germania, ma in qualche modo, qualcosa si muove…
Vi invito a leggere l’editoriale pubblicato su http://www.chronica.it, “Lettera aperta al Senatore Sandro Bondi, Ministro per i Beni e le Attività Culturali”
scritta da me.
Buona lettura!
Saluti,
Giovanna Cotroneo
Ecco il link:
http://www.chronica.it/2009/01/28/lettera-aperta-al-senatore-sandro-bondi-ministro-per-i-beni-e-le-attivita-culturali/
Tavola Rotonda: comunicare l’archeologia – 7 aprile 2009 – Mesagne (BR)
http://www.archaeogate.org/classica/event.php?id=981
la notizia mi è arrivata solo oggi, spero che a qualcuno possa essere utile…
K.