Ritrovata tomba di cane di 4000 anni fa


Categorie:  Estero Nuovi Ritrovamenti
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In diversi di voi ci avete segnalato le seguente notizia:

ARCHEOLOGIA: TURKMENISTAN, TREMILA ANNI SOTTO LA SABBIA ITALIANO CERCA E TROVA I SEGRETI DEL DESERTO (dell’inviata Eloisa Gallinaro)

(ANSA) – AGI KUI (TURKMENISTAN), 23 MAG – Lo scheletro del cane e’ perfettamente conservato, adagiato su un fianco sul fondo della ‘tomba’. ”E’ la grande scoperta di quest’anno perche’ e’ il primo molosso ritrovato finora sepolto con una tomba tutta sua, completa delle offerte rituali. Possiamo datarlo tra il 2300 e il 2200 a.C.”.
Gabriele Rossi Osmida, archeologo del Centro Ligabue di Venezia, e’ entusiasta, mentre spiega, sotto il sole torrido del deserto turkmeno, che, ”in epoca sumera i molossi venivano usati come cani da combattimento” ed e’ probabilmente per questo che questo esemplare e’ stato sepolto con tutti gli onori.
Siamo a 550 km ad est di Ashgabat, capitale del Turkmenistan, nel luogo di un insediamento urbano dal nome suggestivo, Agi Kui (Acqua Amara) che, alla luce delle scoperte fatte, si e’ sviluppato dal 3200 a.C. fino all’epoca della ‘via della seta’ (1200 d.C.). ”Con i dati che stanno emergendo possiamo riscrivere l’intera cronologia storica del Turkmenistan e delle civilta’ che si sono sviluppate nell’Asia Centrale”, sostiene Rossi Osmida.
E’ nell’area dal 1989 e scava in questa specifica localita’, quella della civilta’ margiana, dal 2001. Sta qui tre mesi l’anno, il resto del tempo lo passa a Venezia, a studiare i dati. La pelle e’ bruciata dal sole, nonostante il cappello che non si toglie mai, e ha l’entusiasmo di un pioniere. Oggi e’ felice perche’ e’ arrivato fin quaggiu’ il sottosegretario agli Esteri, Gianni Vernetti, in visita ufficiale nel Paese e che ha voluto vedere da vicino gli scavi dell’archeologo, che lavora con una trentina di operai locali, l’aiuto della moglie e pochi mezzi.
Il professore racconta di aver avuto, anni fa, in epoca sovietica, segnalazioni di piccoli ritrovamenti e di essere poi andato avanti partendo dalle foto satellitari fornite dal Cnr. ”L’insediamento portato alla luce finora copre 8 ettari, e ho aperto 500 tombe. In totale, nella necropoli, ce ne dovrebbero essere almeno 5.000”, spiega, mentre mostra una tomba aperta per meta’: ”Questa l’ho scoperta stamattina”.
E’ una donna di piccola statura, in posizione fetale, un lungo orecchino e’ scivolato per terra all’altezza dell’orecchio. Datazione della necropoli, tra il 2700 e il 1800 a.C., eta’ del bronzo. Ma la particolarita’ dell’area e’ il lungo arco di tempo durante il quale si e’ sviluppata. ”I ritrovamenti ci dicono che originariamente esisteva un villaggio di epoca eneolitica (dal 3200 al 3000 a.C.), e questa e’ una scoperta assolutamente nuova, perche’ in precedenza non si avevano notizie su insediamenti di questo tipo – sottolinea il professore, spostandosi verso un’area adiacente alla necropoli -, successivamente i Sumeri, quando cominciarono ad espandersi verso l’Afganistan, fortificarono l’area e costruirono una cittadella per proteggere l’impianto commerciale. Nel momento della crisi del mondo sumero, intorno al 1800 a.C., la cittadella fu abbandonata. Ne sopravvisse una parte, che ando’ avanti fino al 1200 d.C., all’epoca della via della seta”.
A un’estremita’ dell’area archeologica, un grosso tendone ripara dalla sabbia vasi, piccole sculture, punte di lancia e una quantita’ di altri reperti recuperati dalle tombe. ”Queste – spiega Rossi Osmida indicando alcune figure – sono statuette di argilla cruda che rappresentano la dea madre, e sono di epoca eneolitica. Il che dimostra che esisteva un culto della dea madre prima di quello di tradizione anatolica”.
Il punto dei ritrovamenti sara’ fatto in un libro che uscira’ in settembre. Intanto, l’uomo sotto il sole che sembra davvero venire da un altro tempo, anticipa: ”Dovremo rivedere la storia dei rapporti tra Occidente e Oriente. Quest’ultimo era molto piu’ vicino all’Occidente di quanto noi immaginiamo”. E racconta il suo sogno: trasformare questa missione in una scuola sperimentale per gli studenti turkmeni di architettura e archeologia. (ANSA).

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