Le tombe di Paestum in mostra ad Amburgo

Germania – La Bucerius Kunst Forum di Amburgo ha aperto per la prima volta al pubblico la mostra “Malerei fur die Ewigkeit, die graber von Paestum” – Dipinti per l’eternità, le tombe di Paestum -, visitabile dal 12 ottobre 2007 sino al 20 gennaio 2008. In mostra vi sono circa quattrocento lastre, tutte provenienti dalle cento tombe dipinte, conservate abitualmente al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, uno tra i più importanti musei archeologici italiani.

L’esposizione, curata dall’archeologo classico Andreas Hoffmann, responsabile amministrativo del Bucerius Kunst Forum di Amburgo e direttore dei progetti di arte e cultura della Fondazione Zeit Ebelin und Gerd Bucerius, è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Istituto Italiano locale di cultura.

L’istallazione invece è stata realizzata da un comitato scientifico costituitosi per l’occasione che ha visto diverse professionalità in campo. Come consulente per il montaggio e per l’allestimento delle opere, nonché esperto restauratore, Fabiano Ferrucci sottolinea che “la mostra si presenta come un importante evento di riscoperta delle pitture lucane e come il giusto proseguimento ai lavori di restauro avvenuti in questi anni”.

Le pitture, presenti all’interno delle quattro lastre di pietra che costituiscono la tomba, venivano concepite per una specifica funzione simbolica: l’accompagnamento ai morti nel loro cammino verso l’oltretomba. I frammenti parietali in esposizione mostrano scene tratte dalla vita della società nobile dei lucani, ma soprattutto scene di rituali funebri come testimoniano due opere in mostra: “Tomba del grande Corpo”, una tomba femminile del 320 a. C. e la “Tomba del Guerriero Nero”, una tomba femminile del 340 a. C..La mostra, la prima dopo la loro riscoperta nel 1960, le presenta nel loro contesto originale sottoforma di una necropoli, dando allo spettatore un interessante squarcio della realtà del tempo. La seconda parte dell’esibizione è dedicata ai templi di Paestum. Questa sezione accoglie un gran numero di dipinti: i disegni e gli acquarelli realizzati tra il XVIII ed il XIX secolo, tra di loro spiccano i preziosi disegni di Giovanni Battista Piranesi.

Le varie tipologie di lavori presentati dimostrano come le rovine, rimaste nascoste tra boscaglie e paludi fino alla metà del XVIII secolo e riportate nuovamente alla luce dalla costruzione della strada verso Sud, voluta da Carlo III, abbiano cambiato il costume dell’epoca e influenzato la visione dell’archeologia e dell’architettura classica.

Fonte:
http://www.agenziaradicale.com/index … &Itemid=67


Ultima modifica 2007/12/21