A Scolacium la terza edizione di Intersezioni, tra arte contemporanea e archeologia


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Stephan Balkenhol Wim Delvoye Marc Quinn. Tre artisti di fama internazionale per la terza edizione di Intersezioni, ormai consolidato terreno di **contaminazione tra scultura contemporanea e archeologia.
** Lo scenario con cui molti dei maggiori protagonisti europei desiderano confrontarsi è quello del Parco Archeologico di Scolacium, il luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s’installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skylletion. Qui hanno realizzato i loro progetti Antony Gormley nel 2006 con Time Horizon e nel 2005 Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino.
La scelta di far convivere la poetica di Stephan Balkenhol (Frizlar/Hessen, Germania 1957), Wim Delvoye (Wervik, Belgio, 1965) e Marc Quinn (Londra, 1964) non è affatto casuale.
Con tecniche, modalità e poetiche assolutamente autonome i tre artisti, appartenenti alla medesima generazione, hanno saputo cogliere l’evoluzione della scultura ponendosi in relazione dialettica nei confronti della storia dell’arte, intesa come comune bagaglio culturale da cui attingere. Se le figure in legno intagliate di Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al Rinascimento del Nord Europa, le creazioni in acciaio corten di Delvoye si richiamano al gotico, mentre Quinn, con i suoi marmi, bronzi e cementi, rielabora il concetto stesso di classicità.
L’opera d’arte contemporanea entra direttamente in relazione con il segno della storia tentandone una nuova collocazione.
Quest’anno si assiste ad un progetto integrato che, per la prima volta, coinvolge anche l’importante Museo Archeologico di Scolacium dove sono collocate tre sculture di Quinn, accanto al Museo del Frantoio, la fabbrica dell’olio, un esempio straordinario di archeologia industriale.
Tutto questo ad integrazione di un progetto che coinvolge i tre luoghi simbolo del Parco di Scolacium, la Basilica di Santa Maria della Roccella, il Foro e il Teatro romano.

Sito ufficiale:

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