Nuove scoperte sull’arte rupestre della Valcamonica

La tradizionale campagna estiva di rilevamento ed analisi dell’ arte rupestre della Valcamonica si è conclusa con nuovi ritrovamenti e importanti conferme. L" équipe del Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), guidata dal Prof. Umberto Sansoni e dalla Prof.ssa Silvana Gavaldo, ha concentrato la propria indagine presso le aree rupestri di Foppe di Nadro e dell’adiacente Boscatelle. La suggestiva area, appartenente al comune di Ceto e inclusa nella Riserva naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, continua a permettere rilevanti scoperte, a decenni dall" inizio dei rilevamenti.

FOPPE DI NADRO: rilevata in passato soltanto in sommità, la Roccia 24, superficie istoriata prevalentemente nella media-tarda età del Ferro, si rivela ricchissima di composizioni assai interessanti. Il settore sottostante presenta il tema del cervo cavalcato e della caccia al cervo: esso certamente non rappresenta un tentativo di domesticazione dell’ animale, ma pone le basi per una lettura simbolica di tale animale, considerato nobile e prestigioso sino in epoca storica.

L" immagine dell’ uomo in atto di cavalcare un cervo richiama quindi una simbologia ampiamente attestata a livello continentale e conferma la mentalità aristocratica dell’età del Ferro, con una sorta di omaggio alle abilità venatorie del nobile. A breve distanza da questa figura appare un uomo armato, impegnato in un combattimento contro un personaggio incompleto, che sembra fuoriuscire dal nulla per aggredire il personaggio stante.

È interessante, a questo punto, ricordare un passo dell’Iliade, riferito alla morte di Patroclo: “Febo gli mosse incontro nella mischia selvaggia, tremendo, ed egli non lo vide venire in mezzo al tumulto; gli venne incontro nascosto di molta nebbia” (Il., XVI, 788-790). La roccia R24 è nota anche per la presenza significativa di impronte di piedi, realizzate, oltre che con la tecnica della martellina soprattutto con il graffito filiforme, interpretabili come segno di presenza sul territorio o come ex voto.

È ormai pienamente condiviso che queste figure siano intimamente legate ad una profonda sacralità del luogo. Il pannello con ben dodici impronte graffite e affiancate, nella parte bassa, da un personaggio sottoposto e da figure di occhi è decisamente un unicum e offre nuovi, inaspettati confronti con iconografie dell’età del Ferro, probabilmente di fase etrusca. Si ripropongono, poi, i pannelli filiformi con cerchi e reticoli fra loro sovrapposti, di età non ben definibile ma probabilmente già storici.

Quest" anno Foppe di Nadro ha entusiasmato con la messa in luce di un" altra roccia, già individuata ma inedita: la Roccia 60, suddivisa in due settori (A e B), uno dei quali immerso nel cuore del bosco. Il settore A ha rivelato uno straordinario pannello che necessita sicuramente di studio e ricerche approfondite. Se la zona inferiore è facilmente databile all" età del Ferro, quella superiore presenta incisioni e composizioni prevalentemente note su statue-stele calcolitiche e non su roccia affiorante (tardo IV-III millennio a.C.).

Il fenomeno delle stele/massi incisi calcolitici, di interesse formidabile a livello continentale, prevede in area camuno-tellina rigidi canoni di disposizione delle figure: le composizioni, rappresentate su statue-stele, mettono in evidenza elementi legati o alla sfera femminile o a quella maschile, raramente ad ambedue. In questo caso, invece, sulla superficie della Roccia 60 A si affiancano con sorpresa simboli maschili e femminili, ovvero una volta, simbolo legato alla fertilità o rappresentazione vulvare, e un gruppo di pugnali, legati alla sfera maschile. Assieme a queste figure vi sono anche un antropomorfo con tre dita e rappresentazioni di oranti, della stessa o precedente fase istoriativa.

È interessante rilevare il modus operandi degli incisori dell’ età del Ferro: si avvicinano alle figure più antiche con apparente grande rispetto, aggiungendo segni ben distinti rispetto a quelli precedenti, senza mai sovrapporre nuove figure.

BOSCATELLE: il secondo cantiere è nell’area di Boscatelle, scoperta recentemente, che ospita una fitta serie di istoriazioni. Nel mese di Luglio si è completato il rilevamento della Roccia 8, ricca di oranti schematici maschili e femminili di IV-III mill. a.C. (Neolotico finale-Calcolitico), nella tipica posizione con gambe a squadra o a “u”, accompagnati da “macule” (ovvero mappe, piccole rappresentazioni del territorio) e coppelle. In un largo settore della superficie vengono incisi soltanto oranti, mentre nella zona inferiore compaiono pugnali, asce e macule: l’ordinamento è decisamente più vicino a quello delle statue-stele piuttosto che a quello tipico delle superfici affioranti.

Fra pugnali ed oranti è ben visibile un incavo, con spaccature dovute probabilmente all’azione del fuoco, frutto quindi di una presumibile attività rituale più volte testimoniata sulle rocce istoriate della Valle. È noto il fenomeno dei roghi votivi in quota, specie sulle cime o luoghi elevati, fra età del Bronzo ed età del Ferro: ma, purtroppo non è qui possibile provare che le figurazioni ed il probabile rogo appartengano alla medesima fase. Si unisce a queste composizioni un’enigmatica rappresentante un disco (solare?) e sorta di uncini, quasi certamente databile al Calcolitico anch" essa. Proprio come a Foppe di Nadro, anche a Boscatelle sono state individuate, in voluta prossimità alle immagini più antiche, figure del tipico repertorio dell’età del Ferro: impronte di piedi, capanne, con valore probabilmente funerario, guerrieri, asce ed equini.

In sintesi, sono emersi risultati di grande interesse, soprattutto per le fasi più antiche (Neolitico finale-Calcolitico) e quelle centrali dell’età del Ferro: tasselli molto indicativi per il paziente lavoro di ricostruzione culturale sul patrimonio camuno (nella world list italiana dell’UNESCO), che si conferma emblematico per futuri sviluppi della ricerca archeologica.

Le indagini proseguono, con l’apporto di docenti, membri esperti del Dipartimento e studenti universitari, ben legandosi all’orizzonte operativo di altri Istituti di ricerca rupestre in Italia e all’estero, proseguono nonostante le grandi difficoltà politiche e finanziarie che in questi anni stanno colpendo il nostro come molti altri Istituti culturali.


Ultima modifica 2013/09/19