Abu Simbel. Il salvataggio dei templi, l’uomo e la tecnologia

E’ in corso al Museo Archeologico Nazionale di Firenze la mostra “Abu Simbel. Il salvataggio dei templi, l’uomo e la tecnologia“.

Si tratta di un’occasione per celebrare forse uno degli interventi di salvataggio e restauro più significativi che mai siano intervenuti a salvaguardare un monumento del Patrimonio Culturale Mondiale: il grande complesso di Abu Simbel, che fu letteralmente spostato dalla sua sede originaria perché non fosse somerso dal lago che l’erigenda Diga di Assuan avrebbe creato.

Tutto ebbe inizio nel 1954, quando si decise di costruire la Diga di Assuan che avrebbe comportato la formazione di un lago artificiale lungo il Nilo laddove un tempo si stendeva quella regione culturalmente ricchissima che è la Nubia. Immediatamente si impose la necessità di salvare i monumenti che sarebbero stati sommersi, tra cui il più importante è il complesso di Abu Simbel.

Quella dell’Archeologico di Firenze è una mostra fotografica che documenta le tecnologie messe in atto e le varie, spettacolari fasi dei lavori (che si protrassero dal 1965 al 1980). Le immagini sono impressionanti: la Join Venture Abu Simbel, cui partecipò anche l’Italia, elaborò un progetto titanic, così come titanica fu la messa in opera e la creazione di un paesaggio e delle stesse condizioni, come l’orientamento nella ricostruzione. Impressionanti le dimensioni dei blocchi che compongono le strutture, e in particolare i famosi volti scolpiti nella roccia, riposizionati perfettamente, senza lasciare alcun segno dell’intervento.

Il grande spiegamento di mezzi e tecnologie viene confrontato, forse anche provocatoriamente, con gli strumenti tecnologici in uso nell’Antico Egitto: un compasso, un modello di cubito, lo scalpello, il mazzuolo in legno e il lisciatoio per lavorare la pietra, pinze, punteruoli, una piccola carrucola in legno e infine, di epoca ormai romana, una chiave e una serratura. Tutti questi oggetti appartengono al Museo Egizio di Firenze, che ha sede nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il Museo Egizio di Firenze, il secondo per importanza in Italia dopo l’Egizio di Torino, nasce in seguito alle spedizioni ottocentesche in Egitto dell’egittologo Ippolito Rosellini, al quale è attualmente dedicata la mostra “Lungo il Nilo” a Pisa (Palazzo Blu, fino al 25 luglio).

L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e rispetta gli stessi orari: martedì-venerdì dalle 8.30 alle 19, sabato e domenica dalle 8.30 alle 14.


Ultima modifica 2010/05/24