Statuette in oro e argento per le regine di Ebla

Ebla – Porta Sud-Ovest

(fonte http://digilander.libero.it/jimdigriz/jor_syr/ebla.html)

 

ROMA (29 gennaio) – Dalla sabbia di Tell Mardikh, in Siria, è affiorato, per la prima volta, l’oro dell’antica città di Ebla. La missione archeologica dell’Università «La Sapienza» di Roma, guidata dal professor Paolo Matthiae, ha infatti riportato alla luce durante gli scavi una coppia di statuette femminili, probabilmente appartenenti al medesimo gruppo scultoreo: si tratta dell’ultima regina di Ebla, in argento e legno, che rende omaggio alla statua in oro di una sovrana defunta, forse divinizzata. La scoperta è annunciata dalla rivista «Archeologia Viva».

Dell’esistenza delle due effigi gli archeologi avevano già avuto notizia dai testi rinvenuti nel Palazzo Reale degli Archivi di Ebla, risalente al periodo glorioso della città siriana tra il 2400 e il 2300 a.C, ma non avevano mai avuto riscontro negli scavi. Le statue, realizzate con una raffinata tecnica miniaturistica, sono quasi intatte: una è in argento legno e steatite, l’altra in calcare, legno, oro e diaspro.

Entrambe testimoniano l’altissimo livello delle produzioni artistiche della Siria della seconda metà del III millennio a.C. Nel corso della stessa missione archeologica diretta dal professor Matthiae, lo scopritore della leggendaria Ebla ormai quarant’anni fa, è stato quasi completamente riportato alla luce anche il Tempio della Roccia, con strutture in mattoni crudi alte fino a tre metri e mezzo.

Il santuario, il più antico di Ebla, rappresentava il luogo di partenza del grande rituale della regalità documentato in diverse redazioni nelle tavolette d’argilla scoperte negli archivi del Palazzo
Reale. È in questo tempio che la regina, dopo aver trascorso la notte fuori dalle mura, incontrava lo sposo dando inizio alle cerimonie che duravano tre settimane.

Risale al 1975 la scoperta degli archivi reali di Ebla, contenenti oltre 17.000 tavolette d’argilla con iscrizioni cuneiformi in eblaita databali al periodo tra il 2500 e il 2200 a.C.
Da tali documenti è possibile inquadrare Ebla quale importante nodo commerciale oltre che come potenza internazionale nel mondo allora conosciuto; il re veniva eletto da un’aristocrazia di tipo mercantile. Sono stati rinvenuti reperti che testimoniano contatti e scambi commerciali, in generale, con tutta l’area del Vicino Oriente antico e, segnatamente, con l’Iran e l’Afghanistan.

Gli scavi della missione archeologica italiana avevano già fatto emergere la struttura urbana della città: un’ampia cinta muraria a cerchio, fortificata con possenti bastioni grandangolari, dove si aprono 4 porte disposte a croce, con al centro l’acropoli. La struttura radiale potrebbe rimandare alla concezione di un universo circolare. Rimangono anche i resti del Palazzo reale con tutti i suoi settori, dove sono stati rinvenuti gli archivi di stato, oltre a migliaia di tavolette ed oggetti d’uso comune.

_Fonti:
[http://www.ilmessaggero.it/

](http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=17853&sez=HOME_SPETTACOLO)[Wikipedia](http://www.ebla.it/)_[ ](http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=17853&sez=HOME_SPETTACOLO)


Ultima modifica 2008/01/30