Riaperto oggi l’Ipogeo “Scocchera B” di Canosa (BA) dopo i recenti restauri

Mancano le oranti, statue alte circa 90 cm, raffiguranti bellissime donne, perché conservate nei musei del Louvre di Parigi, in quello di Copenaghen, ma anche di Napoli e di Bari. Mancano anche i preziosi vasi policromi esposti al Metropolitan Museum di New York. Ma è stato finalmente inaugurato oggi e reso fruibile per tutti, l’ipogeo “Scocchera B” di Canosa che conteneva il ricco materiale ceramico, le armature e gli ornamenti confluiti, a seguito del rinvenimento nella seconda metà dell’Ottocento, in vari musei europei. Infatti questa mattina, nell’ambito delle manifestazioni della X Settimana della Cultura, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del preziosissimo ipogeo d’epoca Dauna, risalente al III ““ II secolo avanti Cristo, sito in via Achille Grandi, sotto un grande palazzo e adiacente ad un garage.

L’antica tomba a camera, appartenuta ad una famiglia gentilizia del tardo Ellenismo, è stata scoperta nel 1895 insieme all’ipogeo “Scocchera A”, situato di fronte, probabilmente ad una decina di metri di distanza, in un fondo dei signori Scocchera chiamato “Mandorleto-Grotticelle”. Poi l’ipogeo gemello, nel 1979 è stato nuovamente portato alla luce, in seguito ai lavori di costruzione del palazzo sovrastante.

L’importantissimo spazio funerario della Tomba Scocchera B è stato reso fruibile dalla Fondazione Archeologica Canosina, grazie ai fondi del 5 per mille del Ministero delle Entrate, donati alla Fondazione stessa dai contribuenti e grazie ai contributi di privati. È stato sostituito il vecchio cancello con uno nuovo, sono state ripulite le pareti e rifatto l’impianto elettrico. I lavori di restauro sono stati affidati al Centro operativo per l’Archeologia della Daunia di Foggia. Salvatore Patete, responsabile del restauro e la sua equipe composta dagli archeologi Agata Santoro e Giuseppe Migliano hanno effettuato opere di consolidamento delle pareti e restaurati i tanti strati di affreschi.

L’ingresso dell’ipogeo (immagine: www.iatcanosa.it)

L’ipogeo è noto nella letteratura archeologica anche sotto altre denominazioni: Mandorleto-Grotticelle e Eoccaforno. E’ situato in località Piano San Giovanni, in una zona di recente espansione edilizia [Via A. Grandi; Foglio 21/ A, particella 1117 del Comune di Canosa]. Le vicende che hanno accompagnato la scoperta e poi il ritrovamento, in anni recenti, di questo ipogeo ne spiegano le diverse denominazioni. Esso fu scoperto, casualmente, ne1 1895, in un fondo dei signori Scocchera chiamato Mandorleto-Grotticelle. In tale occasione si penetrò in tutti i sei ambienti di cui si compone l’ipogeo, ad eccezione del dromos di accesso, che rimase interrato, e fu raccolto un ricco corredo funerario, presto confuso e successivamente smembrato e disperso. Una pianta, incompleta e schematica, e due sezioni interne dell’ipogeo furono pubblicate subito [Cozzi 1896], prima che l’intera struttura fosse ricoperta e dimenticata. Recentemente, nel 1979, in seguito a lavori edili in contrada Piano San Giovanni fu intercettato un grande ipogeo, privo di corredo, in proprietà Boccaforno. Con tale nome fu segnalata, quindi, la scoperta del nuovo ipogeo, prima che un attento riscontro delle planimetrie rivelasse la riscoperta dell’antico ipogeo Scocchera, ritenuto, generalmente, ormai distrutto. Un recente scavo sistematico, anche del dromos, ha consentito un più preciso rilevamento del monumento, completato dal corredo, già ricostruito da Oliver [1968] e contraddistinto con il termine di Scocchera E, per distinguerlo da un secondo complesso funerario [Scocchera A], proveniente da un altro ipogeo vicino, scoperto pure nel 1895, la cui pianta, però, è rimasta ignota.

Fonti:

http://www.iatcanosa.it/novitaread.asp?novita=183

Principi Imperatori e Vescovi, duemila anni di storia a Canosa. Edito nel 1992 da Marsilio – Venezia


Ultima modifica 2008/03/28